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Wimbledon: quanto il grande slam verde ha segnato la nascita del tennis

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A detta di molti la nascita del tennis coinciderebbe con l’istituzione di uno dei quattro tornei più importanti del mondo (Grandi Slams): Wimbledon. Quanto è vero di questa affermazione e quanto invece non corrisponde alla storia dello sport?

23 Febbraio 1874: la nascita del tennis

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Il 23 Febbraio 1874 è la data in cui il maggiore inglese Walter Clopton Wingfield depositò la sua nuova invenzione alla “Chambre des métiers” di Londra. Essa consisteva in un campo trasportabile usato per praticare il gioco della pallacorda (“jeu de paume” o “gioco di palmo”). Inizialmente non esisteva la racchetta ma era la mano stessa che lanciava la palla al di là della corda che delimitava il proprio spazio da quello dell’avversario.  Gli storici inglesi sostengono, invece, che sia stato il maggiore Harry Gem il vero padre di questo sport, poiché qualche anno prima, intorno al 1858, iniziò a praticare un gioco molto simile a quello della pallacorda su un campo erboso da lui stesso disegnato.

Qualche anno dopo, nel 1870, il maggiore Gem fece costruire nella sua residenza a Leamington un campo che gli inglesi chiamarono lawn-tennis. Dopo due anni l’uomo decise di far accedere al proprio terreno da gioco qualche amico; fu così che nacque il Leamington Lawn-tennis club, il primo club di tennis della storia. Con il tempo il termine lawn-tennis acquisì un nuovo significato riferendosi al tennis da noi oggi praticato.

Il maggiore Wingfield, precedentemente citato, iniziò a praticare nel 1863 un gioco simile al tennis su un campo fatto realizzare da lui a Landsdowne House, la sua residenza di Londra. Non è possibile, pertanto, sapere chi sia il vero inventore del tennis, però si può dire con certezza che Wingfield fu il primo uomo a depositare il brevetto consistente il sunto dei principi base del gioco nell’Ufficio della Commissione delle licenze il 23 Febbraio 1874, consegnando alla storia ufficialmente il nuovo sport. Il maggiore inserì all’interno del documento gli strumenti del gioco: alcune palline, quattro racchette e una rete. Ormai la pallacorda era stata totalmente soppiantata.

Per giocare occorreva disporre di un manto erboso su cui venivano tracciati i confini del campo e dunque l’area di gioco. La lunghezza consigliata era di 18 metri circa con la linea di fondo lunga 9,14 metri e la rete di 6,40 metri (per una altezza di 1,42 metri dal suolo). Nel progetto di Wingfield era anche presente il posto destinato al servizio che era indicato da un simpatico rombo che si trovava al centro del campo.

L’istituzione di Wimbledon

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Se nel 1874 il maggiore presentò tale progetto, nel 1871 il club All England Lawn Croquet (nato nel 1868) si iniziò ad interessare al tennis, tanto che nel 1877 istituì Wimbledon, il più antico evento mai organizzato. Al di là delle date segnate nel calendario storico, viene certamente da chiedersi chi abbia davvero ideato questo sport: se il maggiore Walter Clopton Wingfield non avesse ufficializzato il brevetto, il club All England Lawn Croquet avrebbe comunque ideato il torneo? Molto probabilmente sì, perché l’interessamento al gioco risale a tre anni prima. Non possiamo però sapere se lo sport si sarebbe strutturato così come lo conosciamo noi oggi poiché tutto partì dalle regole depositate nella nota “Chambre des métiers”.

Nonostante i leciti dubbi sui natali, la società inglese accolse positivamente il nuovo sport. In età vittoriana furono molte le personalità di spicco che si lasciarono trasportare dall’entusiasmo della nuova attività. Lo stesso maggiore pubblicò la lista delle persone che acquistarono la “sua” invenzione: 11 principi/principesse, 7 duchi, 14 marchesi, 54 conti, 6 contesse, 105 visconti e 41 baroni. Chi avrebbe mai detto che un militare si sarebbe trasformato in uno scaltro uomo d’affari? D’altronde il destino era scritto nel suo cognome, Wingfield, dove “wing” significa “ala” e “field” campo. Un uomo che ha fatto del volo sul campo della palla la sua indiscussa fortuna.

Immagine in evidenza: © “Wimbledon”, Instagram

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Giusy Celeste

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