Domenica abbiamo assistito alla finale più lunga e bella della storia di Wimbledon, battezzata in questo modo da molti giornali il giorno dopo. Questo Wimbledon ha dato ragione ancora una volta su chi crede che i “magnifici tre” al momento sono di un altro passo e difficilmente lasceranno il loro trono alle nuove generazioni. Quando si tratta di giocare intensamente e sotto pressione, Nadal, Djokovic e Federer mostrano un tennis superlativo. Per gli italiani, il torneo inglese è stato per metà buono e per metà deludente. Da Fognini ci si aspettava di più, mentre Berrettini e Fabbiano sono state le autentiche sorprese. A vincere è stato Nole Djokovic, il meno considerato dei tre fenomeni del tennis, ma il più costante e apprezzato per come ha raggiunto i grandi risultati. Lui, rispetto al maiorchino e allo svizzero ha dovuto lavorare tanto e i risultati lo premiano. Tuttavia, anche Nole mostra di essere una leggenda grazie al 16esimo Slam e al raggiungimento di numero di Wimbledon vinti da Borg. Andiamo adesso a leggere il pagellone dei maggiori atleti che si sono distinti in questa edizione.
NOVAK DJOKOVIC L’erba del giardino di casa Djokovic è sempre più verde. I media spesso tendono a idolatrare unicamente quegli altri due marziani di Roger e Rafa, ma il serbo c’è sempre e comunque. A molti potrà anche non piacere, ma intanto questo signore qui zitto zitto si è portato a casa il 16° Slam e il quinto titolo a Church Road. Il tutto senza andare quasi mai in apnea durante il torneo – finale esclusa ovviamente – mantenendo un’asticella alta di qualità di gioco e concentrazione. I due match point annullati sono poi la ciliegina sulla torta, nel quale ha dimostrato di crederci sempre fin quando sente l’odore del sangue. FANTASTICO. VOTO 10 +
FEDERER Elegante, affascinante, determinato, freddo ed emozionante. Ormai non ci sono più aggettivi per descrivere il monumento Roger Federer. Dopo la rivincita nel 40esimo capitolo contro Nadal, arriva in finale contro il campione in carica Djokovic, per conquistare il nono Wimbledon della sua carriera inimitabile. Arriva sul centrale, accolto come uno di casa e dà vita ad un tennis spettacolare. Lui e Djokovic sono stati protagonisti della finale più lunga ed emozionante della storia di Wimbledon. Entrare nella storia senza vincere quella edizione del 2019, vi lasciamo solo pensare che match abbia giocato il Re che all’età di 38 anni ha ancora tanto da dire. IMMORTALE. VOTO 10
NADAL Sicuramente il suo Wimbledon non è iniziato nel migliore dei modi: non sarà stato facile per un tennista del suo calibro restare con i nervi saldi dopo lo ‘scippo’ della seconda testa di serie. Alla fine dei conti, la semifinale con Roger sarebbe stata comunque inevitabile. Mettici poi la balorda sorte del tabellone che lo ha posto dinanzi al tanto odiato Kyrgios. Tuttavia Rafa si è dimostrato di gran lunga superiore, d’altronde può mai un pivello mettere a terra mentalmente un cannibale come il maiorchino? Ovvio che no. Il penultimo atto con Federer è stato poi goduria per gli occhi, con lo spagnolo che ha giocato quasi alla pari nonostante i suoi limiti sulla superficie. La tenacia sui cinque match point annullati dimostra poi che professionista esemplare sia. SEMPRE PRESENTE. VOTO 8+
ROBERTO BAUTISTA AGUT Non può far nulla contro i “magnifici tre” ma lui c’è e come nel quartetto delle semifinali di Wimbledon e strappa anche un set al campione uscente Djokovic. Un torneo svolto in maniera perfetta per un veterano ormai nel pieno della sua carriera e che aveva bisogno dopo tanto lavoro di un traguardo storico nel suo percorso nei tornei del Grande Slam. Dopo il torneo di Halle, perso ai quarti contro Roger in tre set, Roberto Bautista Agut ha compreso che poteva essere protagonista nel successivo torneo, il più prestigioso. Chacanov e Pella tra le vittime illustri. Letteralmente da apprezzare. CERTEZZA VOTO 8
NEXT GENERATION Gira e rigira al culmine degli Slam ci arrivano solo e soltanto i soliti ‘vecchietti’. Due domande è quindi logico farsele: il ricambio generazionale è all’altezza in questo sport? A giudicare dall’incostanza della bella gioventù del panorama tennistico direi che c’è ancora molto da attendere. Premettendo che le basi ci sono eccome, non ci vuole solo un buon servizio e un bel dritto per essere ricordati. Questo Wimbledon è stato un fallimento assoluto per le nuove leve, basti pensare che agli ottavi di finale gli unici under 25 erano il nostro Berrettini e il francese Ugo Humbert. Sotto la lente d’ingrandimento ci vanno soprattutto Tsitsipas e Zverev, ma anche Thiem – nonostante qualche annata in più sulla carta d’identità – al di fuori del mattone tritato pare un Top 100 qualunque. IL FUTURO ATTENDE. VOTO 3
FABIO FOGNINI Il suo miglior risultato di sempre a Londra, su un’erba mai digerita, non è un risultato del tutto da buttare. Ok, ma un tennista non di primo ordine come Sandrgen poteva e doveva essere battuto. La cosa che più ci rattrista però, è vedere il ligure ripiombare nelle sue storiche e seccanti crisi isteriche. La vittoria a Montecarlo sembrava aver definitivamente chiuso il capitolo del Fognini nervoso con il mondo. Invece qui è ricaduto in tentazione: cosa avrà mai fatto di male il povero campo 14? Poi in un momento storico dove spesso abbiamo assistito a tristi avvenimenti, scherzare – a sua detta – su bombe e sciocchezze varie non è assolutamente accettabile. In uno sport nobile come il tennis sono cose che non dovrebbero neanche essere pensate, figurati dette in mondovisione. Che figuraccia Fabio. ISTERICO. VOTO 2
BERRETTINI Classe, sorpresa e umiltà. Un torneo disputato talmente in maniera lineare tanto da regalarsi gli ottavi di finale contro Roger Federer. Perde brutalmente in tre set, vincendo appena 5 game. A fine match stringe la mano al suo idolo e ringrazia per la lezione di tennis offerta dallo svizzero. L’emozione e la freschezza di Roger hanno buttato via Marco ma il suo torneo disputato a grandi livelli non è passato inosservato. Merita un 7,5 pieno per il grande match e la grande forza mentale dimostrata contro Schwartzman nel terzo turno, vincendo al quinto terzo dopo una vera e propria battaglia. FANTASTICA CONFERMA NOSTRANA. VOTO 7,5
SONEGO Il suo nome ormai circola sulla bocca di tutti da un po ed ora ci si aspetta il salto di qualità per il tennista torinese. Dopo il torneo di Antalya vinto, le certezze italiane ricadono anche su di lui in vista di Wimbledon. La sua apparizione in terra inglese dura poco e si ferma al primo turno sia in singolo che in doppio per mano dello spagnolo Marcel Granolles in tre set senza alcuna fatica. INCOSTANTE. VOTO 5
CECCHINATO Il siciliano è da un po di tempo che è in crisi di risultato e di gioco. Tutti sappiamo il suo valore ma dopo il successo nell’essere il primo italiano nel tennis, subito dopo la vittoria a Montecarlo di Fognini, sceso in seconda posizione, in quanto Fabio è storico con il suo nono posto Atp, Marco è sprofondato nel baratro uscendo anche recentemente dal torneo Croato in terra ai sedicesimi contro un avversario nettamente più inferiore di lui. Lui che una semifinale di Roland Garros nello scorso anno aveva fatto sognare tutti. A Wimbledon Cecchinato esce al primo turno per mano di Alex De Minur, non un avversario facile di certo ma battibile visto che in passato match del genere gli archiviava con tranquillità. TURBATO. VOTO 3,5
NICK KYRGIOS Giuste le critiche a Fognini, ma almeno il tennista azzurro in campo ci va per vincere. Invece per l’australiano il senso del perché scenda in campo non si è ancora capito. Distratto, sbruffone, per nulla voglioso, sono atteggiamenti che non sono ben accetti in questo sport. Uscire a far serata prima di un match di Wimbledon è una propria scelta, ma poi non puoi piagnucolare una volta in campo. In più schernire in campo e fuori un certo Rafael Nadal – Rafael Nadal lo ripeto – è un lusso che onestamente non è permesso a nessuno. Ormai ci siamo abituati, un vero peccato però, perché questo qui potrebbe prendere a pallate chiunque. Ha sminuito Parigi preferendo l’erba dell’All England Club, ma anche qui hai fatto cilecca. Che la terra dei canguri non abbia un buon feeling con il tennis nell’ultimo periodo – nel circuito maschile – lo si denota anche dal comportamento di Bernard Tomic. ‘Vado a fare una gita a Londra e ci guadagno anche 45.000 sterline’. Il board tennistico non è poi così scemo Bernard, mettici almeno un po’ di impegno quando fai il furbo. INCOMMENTABILI. VOTO 1
THOMAS FABBIANO Il tennista pugliese, non molto popolare agli onori di cronaca, si è presentato a Londra con un biglietto da visita niente male: subito fatto fuori il n.6 Tsitsipas. Già questo bastava per un voto alto in pagella, ma Thomas ha voluto raggiungere per il secondo anno consecutivo il terzo turno. Grande vittoria contro Karlovic in un titanico scontro tra Davide e Golia, per poi capitolare senza pretese contro un ottimo Verdasco (Voto 8 ). Un gran bel tennista, da sempre umile, che sull’erba sa farsi rispettare da tutti. Peccato averlo scoperto così tardi. TENACE. VOTO 8
SIMONA HALEP Amata da tutti, chissà perché. Simona è una figura genuina di questo sport che nonostante un fisico gracile si è costruita con umiltà fino ad arrivare a questi livelli. A dire il vero, inizialmente era stata un po’ snobbata per questo Wimbledon, d’altronde l’erba è la superficie meno congeniale al suo dispendioso tennis. Ma la romena si è dimostrata una combattente nata, e questo suo successo è una manna dal cielo per un tennis femminile sempre più in cerca di certezze. Secondo Slam in carriera – primo Wimbledon – e finalmente fine della maledizione finali Slam che la avviliva. Ora il testimone l’ha passato alla collega Serena – tre sconfitte di fila in finale – solo che lei può permettersi questo non invidiabile riconoscimento dall’alto dei suoi 23 Slam. REGINA. VOTO 10 E LODE
BARTY Più di dieci match senza perdere consecutivamente e primato nella classifica Atp. Si presenta così Ashleigh Barty al torneo più prestigioso nel circuito. L’Australiana dopo il Roland Garros vinto si presenta con un record di quarto turno come obiettivo raggiunto nella sua carriera al torneo inglese. Peccato che la sua avventura che tutti si aspettavano diversamente termina agli ottavi di finale per mano della bella sorpresa Riske. Tre set che potevano esserne due se la giornata fosse andata diversamente. Primo set vinto con un secco 6-3 dopodiché un po di presunzione ha giocato brutti scherzi. Questo perché nei tre precedenti turni aveva vinto con facilità. Tuttavia non deve essere una sconfitta anche perché è numero uno al mondo ed ha l’età per sorprendere e dominare ancora a lungo, in fondo la finale è stato giocata da due veterane di questo sport. Per altre sorprese e vittorie tutto rimandato al prossimo Slam. RITORNO SULLA TERRA. VOTO 6
WILLIAMS E’ tornata finalmente Serena Williams. Arriva in finale dopo un percorso fantastico e ricco di emozioni, infiammando come una volta tutta Wimbledon a colpi di voleè e colpi da maestra, sfida un avversaria molto forte su terra ma che su erba è battibile, poi per lei che è la regina di questa superficie il problema non dovrebbe sussistere. Invece, la Halep infligge forse la lezione più pesante della carriera dell’americana. Non ricordiamo una sconfitta così netta della Williams. La Halep che annienta la Williams sembra quasi un passaggio di consegna delle chiavi del grande tennis femminile. Tuttavia Serena ha dimostrato ancora una volta come Roger di essere immortale e di regalare ancora ultime perle, prossimamente. REGINA ETERNA. VOTO 9
Gli altri:
Kevin Anderson 4
Kei Nishikori 7.5
David Goffin 7.5
Sam Querrey 7
Tennys Sandrgen 7.5
Johanna Konta 6.5
Naomi Osaka 3
Karolina Pliskova 6
Garbine Muguruza 3
Angelique Kerber 2
Petra Kvitova 6
Elina Svitolina 7+
Marin Cilic 3.5
Barbora Strycova 9
Karolina Muchova 8
Cabal/Farah 10
Cori Gauff 8.5
Andreas Seppi 5.5
Marcos Baghdatis 10
Concluso il torneo più prestigioso i grandi atleti dovranno prepararsi a due mesi intensi per giocare il prossimo Grande Slam in terra americana. Prima però ci sarà il torneo di Cincinnati, in cui Nole dovrà difendere il proprio trono, confermandosi dopo Wimbledon. Anche Federer farà parte del torneo, lui che ama tanto quanto l’erba quella superficie.
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