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Wimbledon 2018, ci siamo: il torneo dei sogni prende il via

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Ci siamo ormai addentrati nella breve ma intensa stagione ‘su erba’ e, dopo le due parentesi (si fa per dire) di Halle e del Queen’s, sta per avere inizio uno degli Slam più prestigiosi e affascinanti del circuito, nonché il più antico: stiamo chiaramente parlando di Wimbledon, il terzo Grande Slam (dopo l’Australian Open e il Roland Garros, prima degli US Open) che dal 1877 appassiona e richiama i più grandi atleti a sfidarsi negli splendidi campi, o meglio prati, situati nell’omonimo quartiere a Sud-Ovest del centro di Londra.

Lunedì 2 luglio quindi, completate le giornate di qualificazione, si partirà col primo turno, per poi continuare di giorno in giorno fino alle finali, previste per il week-end del 14 (femminile) e 15 (maschile).

Il favorito naturale rimane Roger Federer, campione in carica nonché primatista assoluto del torneo con i suoi 8 trionfi. Lo svizzero, sebbene reduce da una settimana difficoltosa ad Halle (dove comunque è arrivato in finale, battuto da Coric), è da sempre considerato un Maestro nei campi in erba e si presenta ai nastri di partenza come l’uomo da battere: chissà che il suo novantanovesimo titolo in carriera non arrivi proprio nel “giardino di casa” di Wimbledon.

Trai pretendenti al trono, in parecchi sgomitano. Il primo di questi è Marin Cilic, autore fin qui di un’ottima stagione (come dimostrato dal trionfo al Queen’s ai danni di Djokovic) e reduce, nella passata edizione, dalla sconfitta in finale contro l’elvetico: l’impressione è che in quell’occasione il croato si sia smarrito più a livello mentale che fisico (comunque provato dalle vesciche). Quest’anno però avrà la possibilità di rifarsi, magari imparando dai suoi errori e riuscendo, chissà, ad avere la meglio facendo fruttare anche la sua importante esperienza (avendo vinto uno Slam e raggiunto due finali).

 

A seguire, Rafa Nadal è uno dei rivali più insidiosi per King Roger. Dopo le ‘consuete’ vittorie sulla terra rossa (a Montecarlo, Roma, Barcellona e soprattutto al Grande Slam di Parigi), l’attuale numero uno del mondo si appresta ad affrontare una superficie da sempre a lui ostile. Ma, potendo anche contare su un tabellone tutt’altro che complicato, non è da escludere che possa prendere forma e fiducia riuscendo magari a sfatare questo tabù e raggiungere quella finale che manca da ben 7 anni.

Discorso diverso per un altro campione come Novak Djokovic: il serbo dopo un periodo di difficoltà vissuto in seguito alla fine della collaborazione, poi ripresa, con coach Vajda, sembra aver ritrovato fiducia e certezze che lo hanno portato a un netto miglioramento fisico e mentale oltre che di risultati (semifinale a Roma, quarti a Parigi e finale al Queen’s). Può essere lui la ‘sorpresa’ (si fa per dire, con un tennista del suo calibro) dei Championshipscon la speranza che possa tornare ad assaporare la vittoria in quel Centre Court già ricco di soddisfazioni per lui (con 3 successi).

Attenzione anche a Milos Raonic e alla sua voglia di stupire in una superficie che conosce benissimo e in cui sa esprimersi al meglio. Il canadese infatti, è migliorato molto negli ultimi anni e sa come far male ai ‘grandi’, tra cui lo stesso Federer (battuto nel circuito londinese nel 2016, in una gara che gli permise di accedere alla finale poi persa con Murray); è reduce inoltre da una finale raggiunta a Stoccarda, dove ha rilanciato le sue ambizioni.

Passiamo adesso a parlare, invece, di una possibile mina vagante, collocata, ad oggi, un gradino sotto il resto del gruppo principale. Parliamo dunque di Nick Kyrgios: l’australiano, tornato dopo una lunga assenza giusto in tempo per disputare la stagione sull’erba (conquistando, tra l’altro, due semifinali prima a Stoccarda poi al Queen’s), è un atleta imprevedibile che sa alternare colpi di estrema bravura a comportamenti inadatti o quantomeno discutibili che lo portano spesso a ‘perdere la bussola’. Per questo motivo è sempre difficile prevedere il suo andamento; di certo c’è che, in condizioni di massima stabilità e concentrazione, è uno dei più capaci su erba e perciò può insidiare qualunque avversario.

Ci sono poi però alcune incognite, riguardanti atleti se vogliamo ancor più incostanti di Kyrgios. E’ il caso di Alex Zverev e Grigor Dimitrov, entrambi ancora in cerca di affermazione in uno Slam: se in giornata, possono essere protagonisti e giocarsela con chiunque.

Da considerare improbabili le candidature dei vari Dominic Thiem, insofferente (come più volte dimostrato) alle superfici veloci, e J.M. Del Potro, quest’ultimo attuale numero 4 del mondo e in attesa ancora di ripetere la cavalcata del 2013 (semifinale per lui).

Da citare, infine, Andy Murray (con i suoi 2 successi): lo scozzese, che a Wimbledon ‘gioca in casa’, seppur reduce da un anno di assenza per i continui dolori all’anca (operata a gennaio), può essere una felice sorpresa e sa come affrontare le teste di serie, sebbene il rientro ancora lo possa condizionare in modo determinante.

Leonardo Parigi
Nella mia vita ho praticato e seguito svariati sport e tutti mi hanno lasciato qualcosa, in cima alla lista il tennis e il calcio. Per passione ne scrivo.

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