Nessuna sorpresa, trionfa van Gerwen su Smith; terzo mondiale per il fenomeno olandese
Un passato – ormai lontano – da piastrellista, un presente ed un futuro da dominatore della disciplina. Ve l’avevamo fatto conoscere in estate Michael van Gerwen, il giocatore più forte del mondo, il N°1 del ranking PDC dal 2014, l’uomo da oltre 6 milioni di euro guadagnati in carriera. L’olandese – che compirà 30 anni quest’anno – è consapevole di aver riscritto il concetto di storia, compito che era toccato solo ad una leggenda che sino a poco tempo fa sembrava destinata a rimanere in solitaria nell’olimpo delle Darts, quel Phil Taylor che ha in cascina, tra gli altri, ben 16 “World Darts Championship” – 2 BDO, 14 PDC. “The Power” è inavvicinabile sotto la postilla “trofei mondiali” – altri tempi, altro livello di gioco – ma a van Gerwen pesava – e pesa ancora probabilmente, conoscendo il personaggio – sostare nel gruppone. Lo ha detto apertamente ad inizio 2018, esprimendo la volontà di spendere meno energia nei vari tornei stagionali pur di sbaragliare la concorrenza durante il mondiale. E così è stato; calendario diluito, palmares contenuto – Mighty Mike ha vinto il World Gran Prix, la Premier League e la World Cup of Darts in coppia con Raymond van Barneveld – tutto per sprigionare talento e compattezza mentale durante l’appuntamento più importante dell’anno. Missione compiuta, con il nativo di Boxtel che a Capodanno ha alzato al cielo il suo terzo “Sid Waddel Trophy”, diventando il secondo giocatore della storia con più mondiali PDC, ed il quarto tra PDC e BDO, con Raymond van Barneveld ed il compianto Eric Bristow, 5 titoli, già nel mirino.
Pur curando la programmazione, ad Ally Pally ha indossato la tuta da alieno solo contro due mostri sacri come Adrian Lewis e Gary Anderson, ben sapendo che contro di loro è inutile giocare al gatto ed alla volpe, alzando ed abbassando il ritmo a piacimento. Puoi batterli solo surclassandoli con powerscoring e doppie, come accaduto. Nel corso delle altre sfide, quando ne aveva bisogno, ha compensato la mancanza di frecce con una forza psicologica fuori dal normale. Ne sa qualcosa Micheal Smith, guidato in finale dal suo talento sconfinato, che aveva provato a scombussolare i piani trovando 4 leg fantascientifici per rimontare dal 4-0 al 4-2– due 124 out, un 127, ed un 70 –restando con il cerino in mano dopo che MvG si era portato sul 5-2 chiudendo due leg in 13 frecce, ed il decisivo con un 112 out. Urlo al proprio angolo ed un “qui decido io”. KO tecnico ufficiale, e partita finita, con BullyBoy incapace di rientrare anche dopo alcuni errori in doppia dell’avversario, schiacciato dalla consapevolezza di trovarsi davanti al numero uno, e stordito dalla pressione di giocare la prima finale mondiale della carriera. Ciò non toglie ovviamente nulla al torneo di livello giocato dall’inglese. Ora può guardare con speranza al futuro prossimo, il suo momento arriverà presto. Sarà – con tutta probabilità – uno dei più difficili – se non il più difficile – avversari che van Gerwen dovrà affrontare negli anni a venire. Preparate gli elmetti, insomma.
Da menzionare il torneo incredibile di Nathan Aspinall, bravo ad intrufolarsi in uno spicchio di tabellone orfano di tante TDS ed a raggiungere la semifinale nel suo primo mondiale giocato. Partito da N°91, ora è N°33, ed il 2019 può regalargli gioie. Grandi performance per Luke Humpries – arrivato ai quarti dopo aver eliminato Rob Cross con una rimonta da veterano – e Brendan Dolan, mentre Raymond van Barneveld e Peter Wright sono a capo di una folta schiera di bocciati; da Darly Gurney a Gerwin Price passando per James Wade e Rob Cross. Menzione per Adrian Lewis – fermato solo da una prestazione fuori dall’ordinario di MvG – e per i giovani più o meno esperti del circuito, con la certezza che saranno protagonisti già dal prossimo anno.
Buone Darts a tutti!
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