Ormai ci siamo! Oltreoceano si inizia già a respirare aria di Slam, con lo US Open in partenza lunedì. Nel frattempo, in attesa di impostare la sveglia notturna, vediamo chi sono i favoriti, cosa aspettarci dalla spedizione azzurra e capire chi è in cerca di riscatto.
I favoriti: Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e Daniil Medvedev
Nel teatro di Cincinnati, il serbo e lo spagnolo hanno regalato uno show al mondo intero. La spettacolare finale tra i due campioni ha certificato, ancora una volta, il loro dominio incontrastato: sono loro gli uomini da battere. Per Nole, ormai, credo siano finiti gli aggettivi. È sempre lui l’uomo da battere. Il robot serbo ha dimostrato, nonostante l’assenza americana di 2 anni, di essere sempre in lizza per il titolo finale, qualunque sia il torneo cui prende parte. In Ohio ha trionfato dopo 4 ore di battaglia pura, in stile leonidiano, fronteggiando il caldo torrido e un avversario instancabile: “Carlitos” Alcaraz. Proprio quest’ultimo è l’altro grande favorito. Si presenta a Flushing Meadowls da campione in carica, consapevole di essere il futuro del tennis per i prossimi 15 anni e di essere competitivo su ogni superficie. Che fosse un fenomeno non ci sono mai stati dubbi, ma la vittoria a Wimbledon ha definitivamente certificato il suo status di fuoriclasse. Apprende facilmente e gioca un tennis aggressivo, indomabile, da veterano. Ricordiamoci che ha pur sempre 20 anni. Seppure defilato, ma sempre temibile quando si parla di US Open e di cemento, c’è Daniil Medvedev. Il russo si presenta oltreoceano con una stagione divisa a metà: una prima parte ottima, frutto di 5 titoli e finale a Indian Wells, mentre la seconda abbastanza sottotono, con unica nota positiva la semifinale a Wimbledon. Avvicinandosi allo US Open, però, è sempre doveroso inserirlo nella prima fila dei favoriti. D’altronde, dalla sua parte c’è un precedente non banale: la vittoria conquistata nel 2021.
La spedizione azzurra: cosa aspettarsi da Sinner, Musetti e Berrettini allo US Open?
La sconfitta rimediata al primo turno a Cincinnati da Dusan Lajovic ha tarpato le ali dell’entusiasmo all’altoatesino, ma non certo sgretolato le sue certezze. Jannik Sinner è migliorato nettamente nell’ultimo anno solare, come testimonia il primo 1000 vinto a Toronto. La tecnica del servizio foot up, una maggiore sicurezza nelle esecuzioni volanti e una grande rapidità di palla da ogni zona del campo sono armi che impensieriscono gli avversari su qualunque superficie. Il sorteggio, purtroppo, non ha dato una mano: possibile ottavo con Alexander Zverev, eventuale super sfida contro Alcaraz ai quarti, con vista Medvedev in semi. L’altoatesino non parte come favorito, ma occhio, perché, adesso come non mai, serve mantenere una concentrazione altissima. Sky is the limit.
Se ci spostiamo esattamente di 512 km, approdiamo a Carrara, città natale di Lorenzo Musetti. Il discorso qui è ben diverso; Lorenzo non ha mai dimostrato feeling con il cemento americano, distante dall’amata terra rossa. Quest’anno dovrà affrontare un’insidia ulteriore: il tabellone. Già, perché se i primi due turni sembrano abbordabili, dal terzo in poi la strada diventa sempre più un’agonia: prima Taylor Fritz, poi un eventuale ottavo contro Stefanos Tsitsipas. Un misto tra Everest e K2.
Berrettini, invece, esordirà contro Ugo Humbert e si potrebbe trovare Andrey Rublev in un eventuale terzo turno. Il romano ha sempre raggiunto almeno gli ottavi dal 2019 e, chissà, che non possa essere proprio lui un outsider.
Tra delusioni e riscatto: per chi può essere un American Dream?
Tanti giocatori si presentano all’ultimo appuntamento slam, nella cornice dei sogni, con un bagaglio ricco di delusioni, lacrime ed un’annata piuttosto amara. All’appello alzano la mano Casper Ruud, finalista la passata edizione, reduce da una stagione malconcia, il cui sorriso più grande è stata la finale raggiunta a Parigi. In scia troviamo il greco Tsitsipas, eterno incompiuto negli Slam e mai brillante sul cemento americano. A seguire il russo Rublev, il quale non ha mai conquistato una semifinale Major ed ha un precedente di 0-8 ai quarti di uno Slam. Infine, gli ultimi a rispondere presente sono Zverev e Rune. Il tedesco è carico a mille dopo la semifinale di Cincinnati, dove ha messo in difficoltà il tellurico Djokovic. L’infortunio alla caviglia è ormai un lontano ricordo e la condizione atletica sembra migliorare giorno dopo giorno. Sarà una tappa cruciale per qualunque avversario lo incontri. Chiamato al riscatto è senza dubbio Holger Rune. Il talentuoso ventenne danese proviene da una stagione opaca sul cemento americano. Le due eliminazioni ai sedicesimi di finale a Toronto e Cincinnati hanno il dovere di scuoterlo. Il numero 4 del seeding alloggia nella parte bassa del tabellone, la stessa di Djokovic, Tsitsipas, Ruud ed il nostro Musetti.
Panorama WTA: c’è una vera favorita per lo US Open?
Aryna Sabalenka a Melbourne , Iga Swiatek a Parigi , Marketa Vondrousova a Londra . Tre tornei dello Slam disputati, tre regine diverse. A questo punto sorge spontanea una domanda: c’è una vera favorita? Sembrerebbe proprio di no. Il panorama femminile si è dimostrato mutevole questa stagione, perciò nella Grande Mela ci si attende un torneo apertissimo. Le padrone di casa Jessica Pegula e Coco Gauff si presentano ai nastri di partenza con una dose di carica in più: la prima ha trionfato nell’ultimo 1000 e nel 500 di Washington, mentre la seconda, con il cambio allenatore, pare aver raggiunto la definitiva maturità. Occhio alla ceca Karolina Muchova, finalista a Cincinnati, la quale, con il suo gioco morbido come la seta, potrebbe essere il jolly del tabellone. Agguerrita più che mai è Ons Jabeur. L’ex finalista, nonché numero 5 del mondo, non ha ancora ricucito la ferita per la sconfitta in finale a Wimbledon. Chissà che non possa farlo proprio nella città dei sogni. Ma le azzurre? Le nostre ragazze non rientrano tra le favorite per la vittoria finale, ma crediamo in buon torneo. In particolare, occhi puntati su Elisabetta Cocciaretto, grande rivelazione della stagione e testa di serie numero 29, e Jasmine Paolini, spintasi fino alla 35° posizione mondiale e reduce da una incoraggiante estate sul cemento americano.
Ora spazio agli atleti, al clima infuocato di New York, alle sfide fino all’ultima stilla di sudore. Ora spazio ai sogni!
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