Dopo il Grande Slam in terra in inglese, è giunto a termine la stagione dei grandi tornei con gli US Open 2019 che ha visto la vittoria non del tutto scontata e sofferta di Rafa Nadal che si porta ad una sola lunghezza dallo svizzero Roger Federer, chiamato a rispondere sul campo dopo un anno che non l’ha visto protagonista vincitore di un Grande Slam, ma senza dubbio da protagonista dopo il match battezzato del “secolo” contro il numero uno attuale Novak Djokovic. La vera sorpresa è stato il russo Medvedev, vicinissimo ad una epica impresa sfumata nel quinto set della finale. Tra i giganti di questa edizione americana, c’è anche un italiano, Berrettini, arrivato in semifinale, eguagliando un record che resisteva da tantissimo tempo, da fine anni 70′. Come di consueto andiamo ad analizzare i diversi atleti che si sono resi protagonisti sul cemento americano.
NADAL – Ormai pare riduttivo dire e ridire sempre le stesse cose su questo
grandissimo sportivo. Un atleta come pochi nella storia, un tennista che sarà ricordato a lungo. Chi sosteneva che vincesse solo su terra ecco prontamente smentito, quarto titolo sul cemento di New York a 33 anni. Uno Slam condotto in maniera egregia, lasciando a malapena le briciole sul suo cammino ai malcapitati Millman, Chung, Cilic e Berrettini. In finale poi abbiamo avuto conferma delle sue eccelse qualità: nel momento in cui Medvedev sembrava avvicinarsi a grandi passi verso il titolo, ecco
servito il graffio del campione. Quel che è certo è che anche lui pian piano si stia ‘umanizzando’ da un punto di vista fisico: mai visto così scarico nelle gambe come negli ultimi due parziali a Flushing Meadows. Ma a compensare ciò ha aumentato il raggio d’azione del suo gioco, incastrando alla perfezione anche un inedito serve & volley. Ah, per l’appunto, gli Slam sono ora 19: il primato all time di Federer è sempre più nel mirino. INARRIVABILE. VOTO 10+
MEDVEDEV– La vera sorpresa di questo Grande Slam. Sorpresa a tutti gli effetti alla fine non lo era fin dagli inizi, visto lo stato di forma che aveva dimostrato nell’ultimo Masters1000 prima del torneo. Entra da vera insidia per tutti i tennisti, cresce partita dopo partita ma nonostante ciò le sue prestazioni non sono gradite dal pubblico. Nervoso e dispettoso, prende anche lui di mira la gente, con piccoli teatrini che fan divertire chi vuole lo spettacolo durante i match. Come ne esce? Idolo dell’Arthur Ashe. Un vero ed autentico fenomeno. Lo dimostra proprio nell’ultimo atto: sotto di due set contro il campione maiorchino, non abbassa la china e non perde concentrazione, diventa pian piano un muro da abbattere. Come se il passare delle ore lo rendesse sempre più forte e insuperabile. Le sensazioni sono ottime e non meravigliamoci se diventerà un giorno l’erede dei “fantastici tre”del tennis attuale e sopratutto non escludiamo una sua vittoria proprio nei tentativi ultimi dei grandi Nadal, Federer e Djokovic a guadagnare i trofei finali delle rispettive carriere. FENOMENALE 9,5
NOVAK DJOKOVIC – Oltre alla maledizione finali che affligge Serena Williams, a New York è stata avvertita anche quella del campione in carica. Solo che nel caso del serbo a perseguitarlo è stata la sfortuna. La spalla destra non aveva granché intenzione di soggiornare nella Grande Mela a lungo. Alcuni avversari si battono anche non al 100% per uno come lui, ma Wawrinka proprio no. Il ritiro è quindi la più naturale delle conclusioni. Per completare al meglio la sua breve permanenza negli States è stato addirittura fischiato dal poco comprensivo pubblico a stelle e strisce. NON GIUDICABILE
STAN WAWRINKA– I numeri parlano da soli. Stan è da sempre il predestinato, colui che regna alle spalle dei tre extraterrestri del tennis. Infatti, in terra americana ha già vinto e nella sua carriera ha già dimostrato tanto. Ma in questa edizione ha dimostrato il suo grande limite e la sua grande forza. Discontinuo e a tratti fenomenale. In alcune circostanze diventa Stanimal, in altre semplicemente Stan Wawrinka. Il match che ha dimostrato le sue due facce è stato proprio contro il russo, dove ha buttato una partita in pugno contro un Medvedev morto e stremato che ha ribaltato tutto mettendo a tappeto lo svizzero con un netto e senza storia 6 a 1 l’ultimo set. ALTALENANTE. VOTO 7
BERRETTINI– Entra con tutta la timidezza del caso, esce con la testa altissima e tra gli applausi di tutti. Per quattro- cinque giorni era sulla bocca di tutti, anche di quelli che il tennis non ne masticano abbastanza, perchè vedere un proprio connazionale in semifinale di un grande torneo è sempre motivo di orgoglio. Eliminato dal vincitore Rafa Nadal, il suo cammino almeno sulla carta non è stato facile, tuttavia il classe 96′ di Roma è stato capace di renderlo agevole, vincendo contro l’esperto Monfils in un derby sentito tra Italia e Francia. Matteo, mette in campo tutta la rabbia e la sua eleganza. Mai una parola fuori posto e sempre riservato. Al momento rappresenta in tutto il tennis italiano, anche se è sotto Fognini nel ranking Atp. Berretto però ha dimostrato una regola sacra nella vita: solo imparando dagli errori si può crescere. Infatti, dopo la lezione di Federer a Wimbledon ha pedalato tantissimo, perchè ha sentito la necessità di poter crescere e questo è stato il meritato premio per un ragazzo che in futuro ci stupirà ancora e magari potrà regalarsi il sogno di vincere un Grande Slam. BELLO E PRAGMATICO.VOTO 9
FEDERER- Il re svizzero non ha mai smesso di stupire, solamente che questa volta l’ha fatto nel modo in cui non è abituato: negativamente. Dopo un inizio molto a rilento contro Dzumhur, vincendo in quattro set, ha saputo riorganizzarsi ma qualcosa contro Dimitrov si è inceppato. Vince il primo set ma subito dopo il Grigor sente che è la sua grande occasione e si regala una storica semifinale. Per il grande tennista svizzero non resta che guardare il suo maggior nemico sportivo di sempre Nadal alzare al cielo la coppa degli US Open, mettendolo all’angolo. Una cosa è certa, re Roger giocherà fino a 40 anni e per questo avrà due anni di tempo per mettere qualche altro trofeo in bacheca per poter finalmente dire: Sono il migliore! Questa al momento è pura fantasia, niente di concreto. Come detto all’inzio però, Federer ama stupire ed è per questo che ci dobbiamo aspettare di tutto. UMANO VOTO 5
FABIO FOGNINI – Ci sentiamo subito in dovere di fare una premessa: il 2019 di Fabio Fognini è stato a dir poco grandioso. Però ammettiamo anche che da un ragazzo ormai perennemente nei pressi della Top 10 mondiale, in uno Slam ci aspettiamo sicuramente di meglio. Le sue parole gli si sono ritorte contro: a Londra augurava un bombardamento – meglio dimenticare questa figuraccia – mentre a New York è stato lui stesso a cadere sotto i colpi del bazooka Opelka. I problemi fisici accusati da tempo possono essere una grossa attenuante, ma in questo caso non sarebbe meglio un’operazione per tornare al meglio nel 2020? APPANNATO. VOTO 4.5
DIMITROV -Il suo è stato un torneo disputato dignitosamente e ad alti livelli. Ti è tolto la soddisfazione di battere Federer e successivamente si è dovuto arrendere a Medvedev, quando sentiva già nell’aria l’odore della finale. Rafa Nadal era lì che l’aspettava ma evidentemente era destino, il russo è un predestinato. Per il bulgaro non resta che inchinarsi e tenersi stretta la grande vittoria contro Federer e il grande applauso per l’altrettanto torneo svolto. ESEMPLARE VOTO 7,5
CASA ITALIA – Detto già del super Berrettini e del deludente Fognini, a
prescindere dall’exploit di Matteo possiamo tuttavia ritenerci soddisfatti dello US Open degli azzurri. Un plauso speciale lo merita PAOLO LORENZI (VOTO 8), arrivato nel main draw da LL dopo che aveva già rifatto la valigia. Con una voglia fuori dal comune ha saputo sopperire alle evidenti lacune tecniche. Un combattente che dovrebbe ispirare le generazioni future. A proposito di nuove leve, sicuramente proverà ammirazione per il buon Paolino il giovane JACK SINNER (VOTO 7.5) che non ha tremato all’esordio tra i grandi rendendo un pochino complicata la vita a Wawrinka. Il piccolo pugliese THOMAS FABBIANO (VOTO 7+) continua a stupire: dopo l’ottimo Wimbledon si ripete anche a Flushing Meadows. Anche sul
cemento americano fa il colpo grosso, battendo con apparente disinvoltura in n.4 Dominic Thiem (VOTO 3). Peccato per il prosieguo del torneo, perché dopo aver battuto un colosso come l’austriaco, ci aspettavamo qualcosina di più contro il modesto Bublik. Ma va bene così. Oltre i confini americani va invece il voto a LORENZO SONEGO (VOTO 7+): il torinese gioca così e così a New York, dove si ferma solo al secondo turno nonostante la vendetta di Wimbledon nei confronti di Granollers. Ma il ragazzo ha voglia di emergere, infatti invece di restare in pantofole sul divano di casa, torna nella nostra amata penisola e vince il Challenger di Genova. Non si poteva pretendere di più da ANDREAS SEPPI (VOTO 6.5) che è riuscito almeno a portar via un set al futuro semifinalista Dimitrov. Una tristezza assurda provoca invece in noi MARCO CECCHINATO (VOTO 3). La semifinale al Roland Garros pare assai lontana, ma invece è passato un anno scarso. Da quel momento in poi Marco pare aver perso completamente la bussola, precipitando a picco. Nonostante il tentativo di rimonta, il suo US Open è finito troppo presto contro il non insormontabile Laaksonen. Per giunta poi è volato anche egli in direzione Genova, ma con i medesimi risultati. In campo femminile è invece finita già al Day 1 l’esperienza Slam della nostra portabandiera CAMILA GIORGI. Le impressioni dopo il Bronx Open erano buone, ma il 6-0, 6-1 contro Sakkari ci ha presto smentiti.
VOTO 4.
NEXT GEN – Da questo involucro di talenti ci sentiamo di escludere il finalista
Medvedev. Tuttavia ne concerne che – e il russo è compreso in ciò – che questi ragazzi terribili del futuro, oltre a non poter ancora competere con i Big3 sono un tantino capricciosi. NICK KYRGIOS (VOTO 5) ormai lo si conosce e non fa più notizia, SHAPOLAVOV (VOTO 5,5) sta seguendo il dictat dell’australiano fatto di lamentele e accuse random. Da ciò non è ovviamente escluso STEFANOS TSITSIPAS (VOTO 4) ormai lontano parente di quello ammirato nella prima metà del 2019. ALEXANDER ZVEREV (VOTO3) è pacato dal punto di vista comportamentale, ma ha perso completamente di vista il suo tennis. Urge un ritrovamento il prima possibile. Il tennis ha bisogno di un futuro roseo.
ANDREESCU– In una intervista una volta disse che fino a qualche tempo fa, si deprimeva perchè non gli riuscivano i colpi da lei provati, rompeva racchette e cadeva in pianti ininterrotti. Adesso, finalmente e quasi inaspettatamente i pianti sono di gioia e le racchette vengono mandare in alto, come gesto di trionfo. Un torneo dominato dall’inizio alla fine, in corrispondenza dell’altro dominio, quella della padrona di casa a caccia di record, Serena Williams. La prima giovane con il futuro del tennis dalla sua, l’altra è il tennis e deve ancora una volta ribadirlo. Alla fine vince il futuro, nettamente e senza storie. Bianca è inarrestabile e incontrastabile. Ci piace pensare che Serena non abbia fatto una brutta finale ma sia stata Bianca a giocare in modo perfetto. Il futuro è tutto suo, in questo incertezza chiamata tennis femminile. REGINA INATTESA. VOTO 10.
SERENA WILLIAMS – Per quello che sta passando suscita tenerezza. Vedere una leonessa come lei ruggire in maniera così soave pare assai strano. Certo poi che ammirare una donna tornare dopo una gravidanza con un così grandioso vigore fisico provoca invidia anche in alcuni uomini. Ma qua si parla di tennis e – purtroppo –Serena ha fallito nuovamente. 4 finali perse consecutivamente non sono numeri che lei può sopportare. Se a ciò aggiungiamo anche che il record dei 24 Slam di Margaret Court è sempre lì stampato negli almanacchi, la rabbia è doppia. Ma questa volta il mea culpa dovrebbe farlo la più giovane delle sorelle Williams: ottimo torneo, buonacondizione fisica e il pubblico di casa a sostenerla. In più per quanto forte sia, sicuramente Andreescu avrà avvertito la tensione da prima volta. Anche una campionissima come Serena può avvertire la tensione? TESA . VOTO 7+
Le altre: Bencic 7,5. Osaka 4,5. Barty 4,5. Halep 4
Concludiamo in questo modo il pagellone ultimo della stagione del grande tennis. Cosa ci resta? Il 2019 è stato di estremo dominio da parte di Djokovic e Nadal che si sono divisi i quattro Slam in modo equo. Forse il maiorchino è stato il più in forma di tutti, perdendo però qualche torneo prestigioso come Montecarlo, consegnando il trono proprio al fantastico Fogna di aprile. Per noi italiani quel mese è stato il mese in cui abbiamo gioito e pianto di felicità per il nostro amato e odiato connazionale. A cinque mesi di distanza, Fabio è tornato sotto gli occhi della critica e il nuovo re a quanto pare sembrerebbe Matteo Berrettini. Federer anche lui ha regalato emozioni, con la fantastica finale di luglio contro Djokovic e la vittoria proprio su Nadal in semifinale. Nel tennis femminile invece regna l’incertezza, dopo la suddivisione dei quattro Slam. La Barty è regina della terra, Halep regina dell’erba, Andreescu regina del cemento e Osaka regina d’Australia. Sembrerebbe un poker di ragazze scelte per combattere contro il male; un elenco di supereroi pronti a sprigionare il loro potere ed invece sono le vincitrici dei quattro slam che confermano l’incertezza totale. Serena e Roger per adesso hanno solamente osservato dall’alto delle loro carriere,questo 2019 un pò particolare. Cosa possiamo aspettarci dal 2020? Altre rivelazioni, conferme dell’anno passato o la rivalsa dei veterani e sempre verdi Serena e Roger. Il tempo dirà la sua e noi possiamo solamente raccontare gli avvenimenti e le gesta di questi atleti.
A cura di Agostino D’Angelo e Michele Di Vincenzo
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