Oggi parte l’edizione numero 139 degli US Open. Anche quest’anno, quello newyorkese si conferma il più ricco torneo del tennis, con un montepremi complessivo di 57 milioni di dollari. Da ormai oltre quarant’anni, teatro dell’ultimo Slam stagionale sono i campi di Flushing Meadows, duri e romantici come la “Grande Mela” di Woody Allen, rumorosa e caotica giungla di cemento dove si realizzano sogni, parafrasando l’inno a New York di Alicia Keys.
In effetti lo Slam americano ha una certa inclinazione a storie di vita e di sport a tinte rock. Il campo centrale, per esempio, è oggi dedicato ad Arthur Ashe, che nell’edizione del 1968 divenne il primo tennista di colore a vincere uno Slam. Quello stesso campo sarà poi scenario nel 2009 dell’incredibile ritorno alla vittoria da wild card di Kim Clijsters, dopo la gravidanza e a più di due anni dal ritiro, ma anche di uno dei più grandi upset della storia dello sport, la vittoria nella semifinale del 2015 di Roberta Vinci su una Serena Williams a un passo dal Grande Slam stagionale. L’edizione 2019 è alle porte con tanti campioni, grande tennis e nuove storie da regalarci.
Torneo maschile
In campo maschile i nomi dei principali candidati alla vittoria non possono che essere quelli dei soliti noti. Novak Djokovic è saldamente numero 1 ATP e in stagione ha già vinto Australian Open e Wimbledon. Arriva a New York, dove ha vinto tre volte, dopo aver perso in semifinale da Daniil Medvedev al Master 1000 di Cincinnati, ma resta il grande favorito. Il sorteggio non è stato dei migliori per lui, se si pensa che già nei primi quattro turni potrebbe trovarsi di fronte giocatori ostici come Querrey e Wawrinka. Il quarto di finale teorico del serbo sarebbe poi proprio con Medvedev, il grande outsider del torneo, dopo la magica campagna estiva nordamericana: finali a Washington e Montreal, vittoria a Cincinnati. Lo scontro con Roger Federer arriverebbe in semifinale. Il fuoriclasse svizzero, con cinque vittorie recordman nello Slam americano in era open insieme a Jimmy Connors e Pete Sampras, non si impone qui dal 2008 e a Cincinnati ha perso male e presto da Andrej Rublev.
Nella parte bassa del tabellone, invece, la strada del numero 2 Rafael Nadal sembra meno impervia. Lo spagnolo, tre volte nell’albo d’oro del torneo e reduce dal titolo nel recente Master 1000 di Montreal, parte contro l’australiano Millman e fino ai quarti, dove potrebbe incrociare i next gen Zverev e Khachanov, si troverà di fronte giocatori come Kokkinakis, Verdasco, Cilic o Isner. Lo spicchio di tabellone dalla quale uscirà l’altro semifinalista della parte bassa è il più indecifrabile, probabilmente. La classifica direbbe Dominic Thiem, ma l’austriaco in quanto ad alti e bassi non scherza. Le alternative più credibili sembrano Stefanos Tsitsipas, molto male nelle ultime settimane, il regolarista Bautista-Agut, o la stellina canadese Auger-Aliassime, forse non ancora pronto per spingersi tanto avanti. Discorso a parte per Nick Kyrgios. Reduce dalla vittoria di Washington, a cui ha fatto seguire l’ennesima mattana a Cincinnati, bisognerà vedere da che lato del letto si alzerà l’australiano durante la permanenza a New York.
Rammarico per le assenze forzate di Andy Murray, non ancora in condizione dopo il rientro, e Juan Martín Del Potro, che non potrà difendere la finale raggiunta l’anno scorso.
Torneo femminile
Se in campo maschile è semplice circoscrivere a una manciata di nomi il pronostico, la situazione si presenta quasi opposta nel torneo femminile. Gli undici Slam delle ultime tre stagioni sono stati vinti da ben nove tenniste differenti, e in questo stesso arco temporale si sono alternate in testa alla classifica WTA ben otto diverse atlete. Questi dati danno chiaramente l’idea dell’equilibrio che regna tra le donne da quando a dominare non è più Serena Williams.
In pole position potremmo mettere la giovane numero 1 giapponese Naomi Osaka, campionessa US Open in carica, se dovesse ritrovare la strada smarrita dopo l’Australian Open vinto e il cambio di allenatore. Al primo turno avrà la giovane russa Blinkova. Nella sua parte di tabellone potrebbe incrociare outsider come Belinda Bencic e Kiki Bertens, fino alla semifinale in cui dovrebbe esserci una tra Simona Halep, campionessa a Wimbledon ma mai brillante agli US Open, e Petra Kvitova, rientrata solo settimana scorsa dopo un lungo stop. Ma potrebbe continuare a fare la voce grossa la giovane canadese Bianca Andreescu, fresca di titolo a Toronto.
Favorita della parte bassa del tabellone sembra la numero 2 Ashleigh Barty, vincitrice a Roland Garros, anche lei altalenante nelle ultime settimane. L’australiana dovrà fare i conti con l’eterna Serena Williams. Sei volte campionessa a Flushing Meadows, finalista a Wimbledon, chissà che non sia questa l’occasione di tornare alla vittoria nello Slam di casa, dopo cinque anni, collezionando finalmente il tanto agognato Major numero 24, che la porrebbe in testa alla classifica accanto a Margaret Court. Intanto sarà subito protagonista del match più atteso del primo turno contro la grande rivale Maria Sharapova. Altre giocatrici che sembrano potersi candidare alla finale sono la ceca Karolina Pliskova e l’ucraina Elina Svitolina, sempre a caccia del primo titolo Slam, e la statunitense Madison Keys, finalista 2017 e reduce dalla vittoria a Cincinnati.
Poi c’è un plotone di tenniste che sembrano non essere in condizione, ma che in questo contesto di generale incertezza restano comunque potenzialmente pericolose: Kerber, Stephens, Wozniacki, Muguruza. Curiosità per rivedere nello Slam di casa la quindicenne Cori Gauff, dopo l’exploit di Wimbledon, ma occhio pure alla ventenne Sofia Kenin, semifinalista nelle ultime settimane sia a Montreal che a Cincinnati. E non sorprendetevi nemmeno se la vincitrice alla fine non dovesse uscire da questa selva di nomi.
Gli italiani
Per quanto riguarda gli italiani, probabilmente non c’è da aspettarsi troppo. Nel tabellone maschile abbiamo una corposa presenza, ma i nostri due uomini di punta sono entrambi alle prese con noie fisiche da ormai qualche settimana.
Fabio Fognini ha pescato il big server americano Opelka al primo turno, e potrebbe incrociare Medvedev agli ottavi. Matteo Berrettini, invece, esordirà contro Richard Gasquet, resuscitato settimana scorsa a Cincinnati, dove ha perso soltanto in semifinale. Se stesse bene, il romano potrebbe inserirsi in quello spicchio di tabellone che sembra più incerto. Momento tutt’altro che positivo per Andreas Seppi e Marco Cecchinato, che affronteranno rispettivamente il bulgaro Dimitrov, grande talento in crisi di risultati, e lo svizzero Laaksonen. Buone chance per Lorenzo Sonego contro Granollers, ha pescato male Thomas Fabbiano, invece, che giocherà con Thiem. Il forfait di Kevin Anderson ha permesso di entrare in tabellone da lucky loser a Paolo Lorenzi, che troverà la wild card statunitense Zachary Svajda, non ancora diciassettenne. Discorso a parte merita Jannik Sinner. A 18 anni farà il suo esordio in un main draw dello Slam, primo tennista classe 2001 del circuito a qualificarsi per un Major. Si troverà di fronte Stan Wawrinka.
Ridotta all’osso la rappresentanza italiana nel tabellone femminile, l’unica nostra portacolori sarà Camila Giorgi. La tennista di Macerata ha gli ottavi di finale del 2013 come miglior risultato agli US Open, ma nelle ultime settimane ha mostrato segnali incoraggianti raggiungendo la finale a Washington e al torneo del Bronx. Al primo turno se la vedrà con la temibile greca Maria Sakkari, che proprio settimana scorsa l’ha eliminata a Cincinnati. Nel caos della giungla di cemento che è New York, chissà che non sia l’unica azzurra presente a regalarci la storia rock di questa edizione.
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