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United Basketball of Manchester

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Nel corso del suo mandato da Ceo di Euroleague Basketball, Jordi Bartomeu ha sempre spinto per l’inserimento di un club di Londra all’interno della galassia Eca, per sfruttare il potenziale di un mercato enorme e con margine di crescita. A partire dal prossimo anno infatti i London Lions prenderanno parte all‘Eurocup, con l’obiettivo di arrivare in Eurolega nel minor tempo possibile.

Un esperimento azzardato in una nazione che di pallacanestro ne mastica ben poca, tanto che le apparizioni degne di nota di formazioni britanniche in competizioni europee si contano sulle dita di una mano. Alcune di queste riguardano un’insospettabile costola di una franchigia molto più celebre per altri sport, con vita breve ma tante storie da raccontare: il Manchester United Basketball.

È il 1984 quando la dirigenza dei Red Devils decide di investire per rendere il club una polisportiva, seguendo le orme di Barcelona e Real Madrid. All’epoca Alex Ferguson allenava ancora l’Aberdeen e probabilmente mai avrebbe pensato di diventare Sir Alex, mentre ad Old Trafford il titolo della First Division mancava da ben 17 anni. La pallacanestro diventa quindi un modo per mettere qualcosa in bacheca e provare a tenere vivo l’interesse dei tifosi. 

La pallacanestro a Manchester

Fino all’inizio degli anni 80′ esistevano due squadre nell’area della Greater Manchester: i Manchester Giants, la squadra di maggiore tradizione, e gli Stockport Belgrade. In quel momento, nelle file dei Giants militava Craig Robinson, che sarà poi head coach a livello universitario a Oregon State, ma soprattutto cognato di un presidente degli Stati Uniti, essendo il fratello di Michelle Robinson Obama.

Craig Robinson Obama

Craig Robinson, leggenda dei Manchester Giants, insieme al cognato, inspiegabilmente più famoso di lui (© NY Daily News Sports, Twitter)

Il coach di Stockport invece era Bill Beswick, futuro ct della nazionale britannica e assistente di diversi allenatori in altri sport, tra cui Steve McClaren nel calcio e Stuart Lancaster nel rugby. Beswick guida una squadra fondata nel 1975 alla promozione e al consolidamento nella massima serie nel giro di pochi anni. Nel 1981 i Belgrade diventano Warrington Vikings, trasferendosi in un’arena più capiente. Dopo appena tre stagioni, il club viene acquistato ufficialmente dal Manchester United, che inizia così la sua breve parentesi da società polisportiva.

Manchester United Basketball

Anche la formazione di pallacanestro veste di rosso, ha lo stesso logo e lo stesso sponsor Sharp, ma non certo lo stesso interesse popolare. I Giants, che erano sopravvissuti ai continui cambi di scenario nel basket cittadino, rimanevano la squadra con più tifosi al seguito. Ciononostante, il Manchester United Basketball riesce subito nell’intento per cui era stato creato, proclamandosi vincendo la finale playoff nel 1985, al primo tentativo. Il trascinatore nella finale contro i Kingston Kings è Colin Irish, autore di 47 punti. Ala di 198 cm, scelto dai Washington Bullets al sesto giro (ancora c’erano otto turni di chiamata invece dei due attuali) di un draft NBA storico come quello del 1984, lo stesso di Hakeem Olajuwon, Michael Jordan e Charles Barkley.

 

Per il Manchester United si aprono quindi le porte dell’Europa, non una novità assoluta per i club inglesi. La prima partecipazione assoluta risale al 1964-65, quando la formazione universitaria londinese del Central YMCA (si, è tutto vero) viene eliminata dall’Asvel nel primo turno preliminare della Coppa dei Campioni. La prima apparizione della Greater Manchester nel basket continentale invece è nella Coppa Korac 1978-79, quando proprio gli Stockport Belgrade eliminano nel derby britannico il Murray Edimburgo, prima di essere obliterati dal Cibona Zagabria al secondo turno.

Nel 1985-86 è il turno dei Red Devils, che dopo i primi successi domestici si misurano con la Coppa delle Coppe. Nel primo turno si sbarazzano facilmente dei neerlandesi del Permalens Haaksbergen, ma non possono nulla negli ottavi di finale contro la Joventut Badalona, che vince di 29 a Manchester e addirittura di 51 in Catalogna. Al termine di quella stagione il Manchester United chiude la National Basketball League al primo posto, garantendosi l’accesso al turno preliminare di Coppa dei Campioni.

Un biennio d’oro

A questo punto, con i mezzi economici, l’ambizione e I risultati sportivi per giocare con regolarità la massima competizione europea, mancavano solo i tifosi. Aver trapiantato una squadra di Stockport a due passi da Old Trafford non aveva incentivato a riempire il palazzetto, per cui la dirigenza dello United decide di unificare le due realtà della pallacanestro mancuniana con la promessa di dare anche ai Giants la Coppa dei Campioni che mai avevano disputato. Arriva così la fusione nell’estate precedente al debutto sul massimo palcoscenico europeo.

Il primo turno preliminare suona molto familiare ai tifosi della compagine calcistica: di fronte c’è il Benfica, altra società storicamente polisportiva, in una riedizione leggermente ridimensionata della finale di Coppa dei Campioni di calcio del 1968. Non ci saranno George Best, Brian Kidd e Bobby Charlton, ma il Manchester United riesce comunque a passare il turno. Al secondo turno c’è un altro avversario dal sapore calcistico, ma decisamente più proibitivo sul parquet: il Real Madrid. Lo United oppone comunque una buona resistenza, perdendo solo 78-86 l’andata in casa, e nonostante l’87-65 di Madrid conferma la propria crescita a livello continentale.

Nella stagione successiva i Red Devils eliminano i greci del Panionios al primo turno di Coppa Korac, arrivando a giocarsi l’accesso ai gironi con il TDK Manresa. Dopo aver vinto l’andata di 14, gli inglesi si trovano sotto di 26 all’intervallo, ma riescono in un’insperata rimonta e perdono di 13, grazie soprattutto al Alton Byrd, playmaker e stella della squadra. Piccolo dettaglio: prima di trasformarsi da Alton a Larry e guidare la squadra nel parziale decisivo, Byrd aveva teoricamente commesso il suo quinto fallo, ma uno di questi non era stato segnalato dagli arbitri. I Red Devils accedono in questo modo alla fase a gironi, dove chiudono al terzo posto dietro al Cibona di Dražen Petrović e al Racing Club Paris, ma togliendosi di battere sia a Manchester che a Caserta la Snaidero di Oscar Schmidt.

Manchester United-TDK Manresa, Coppa Korac 1987-88

TDK Manresa-Manchester United, ritorno del secondo turno di Coppa Korac 87-88 (© English Basketball History, Facebook)

La fine, l’inizio e di nuovo la fine

Sembra solo l’inizio di un percorso importante, ma presto diventerà la fine di una parentesi brevissima. Nel 1986 era arrivato a Manchester Alex Ferguson, che ai tempi non era ancora Sir, ma aveva già una grande influenza nelle stanze dei bottoni. Nel 1988 l’avventura del Manchester United Basketball giunge al capolinea. Pare che Ferguson non vedesse di buon occhio il fatto che uno sport diverso dal calcio togliesse fondi alla sua missione di riportare la First Division ad Old Trafford, specialmente vedendo il progetto di costruzione di un’arena da 8000 posti. Il tempo gli darà ragione per quanto riguarda il football, ma nonostante questa decisione drastica la pallacanestro a Manchester è ancora viva.

La squadra viene venduta a degli imprenditori locali, diventando Manchester Eagles. Dopo un solo anno il nome cambia di nuovo e torna ad essere Manchester Giants, che proveranno a tornare ai vertici a metà degli anni ‘90. Nel 1995 viene inaugurata la Manchester Arena, una delle primissime arene europee costruite sul modello di quelle americane, con capacità per 14000 spettatori.

Manchester Thunder v Hertfordshire Mavericks at Manchester Arena - Manchester Evening News

La Manchester Arena (©Chris Midgely, da Manchester Evening News)

I risultati sportivi non accompagnano però la grandezza delle strutture, così nel 1998 arriva un importante investimento. Sbarcano a Manchester alcuni dei migliori giocatori della BBL e un giovane allenatore statunitense, con un passato da assistente in diversi college ed esperienze europee a Birmingham e Oostende. 19 anni dopo aver vinto il titolo con i Giants, Nick Nurse sarà campione NBA con i Toronto Raptors.

Dopo il campionato vinto però, il club si trova in grosse difficoltà economiche. Nurse se ne era andato, così come diversi giocatori importanti, e dopo una stagione complicata, i Manchester Giants, che meno di 15 anni prima stavano giocando nelle competizioni europee come Manchester United, dichiarano la bancarotta. 

Former BBL play-caller Nick Nurse appointed Toronto Raptors head coach - British Basketball League

Timeout di Nick Nurse ai tempi dei Manchester Giants ( ©British Basketball League)

Cosa è rimasto

La ricostruzione viene affidata a Jeff Jones, uno dei giocatori più importanti dell’epoca United, che trova il sostegno di John Amaechi, stella britannica in NBA, con un passato anche alla Virtus Bologna. La squadra viene ribattezzata Manchester Magic, perché in quel momento Amaechi, probabilmente alla ricerca di un buon rinnovo di contratto, militava negli Orlando Magic. Dopo un decennio di girovagare nelle serie inferiori, Manchester torna in BBL nel 2012, ancora grazie a Jeff Jones, stavolta nel ruolo di head coach, e di nuovo come Manchester Giants, da dove tutto era iniziato. Nell’ultima stagione i Giants hanno raggiunto il punto più alto della loro storia recente, perdendo la finale di BBL Cup contro i Leicester Riders. La stella della squadra attualmente è Daniel Clark, centro britannico con una lunga carriera in Spagna alle spalle.

 

Niente a che vedere con quello che sarebbe potuto essere se le alte sfere dirigenziali avessero creduto di più nel progetto United, cancellato con un colpo di spugna dopo appena quattro anni di grandi promesse e di sfide a Dražen Petrović e Oscar Schmidt a due passi da Old Trafford. Senza quella riunione con Sir Alex Ferguson del 1988, forse la bacheca dei trofei della squadra di calcio sarebbe un po’ più vuota, ma nella prossima stagione di Eurocup si sarebbero presentati a Trento non i London Lions, ma il Manchester United Basketball. 

 

 

Giovanni Valenzasca

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