Lo sguardo è incredulo, quasi come non riuscisse a metter a fuoco quanto appena osservato. Le lacrime si trattengono a stento e il viso appare sconvolto non tanto dalla fatica, ma piuttosto da quanto apparso sul tabellone. E’ una medaglia d’argento agli Europei di nuoto in vasca lunga, un risultato che probabilmente Lisa Angiolini sognava da anni.
Il racconto di quei pochi centesimi che hanno separato la 27enne di Poggibonsi dal tocco della piastra alla consapevolezza di aver chiuso quei 100 metri rana alle spalle soltanto di Benedetta Pilato racchiude tuttavia anni di fatica e sofferenza, accompagnati anche dal pensiero di “appendere la cuffia al chiodo”. La determinazione dell’atleta della Virtus Buonconvento ha permesso all’Italia di scrivere una delle favole che hanno caratterizzato questa rassegna continentale, da raccontare a tutti coloro che vogliano intraprendere la strada dello sport agonistico.
Lisa, ci racconti com’è arrivato questo argento europeo nei 100 metri rana ?
“Non sono molto abituata a questi contesti per cui, a differenza della semifinale dove mi sono fatta un po’ prendere, ho cercato di ripetere l’1’06” fatto la mattina consapevole di poter centrare questo traguardo. Nonostante nuotassi da sola in corsia esterna, sono comunque riuscita a realizzare ciò in cui credevo”.
Cosa hai provato quando hai visto sul tabellone il risultato della finale ?
“Non ho visto il risultato dal tabellone perché non ero in linea per osservarlo al meglio. Quando ho messo a fuoco, ho visto che ero arrivata veramente seconda vivendo un mix di emozioni che ancora adesso faccio fatica a descrivere. Forse ora sto iniziando a comprendere quanto ho fatto”.
Gareggiare in casa è stato senza dubbio uno stimolo in più, anche se per certi versi è anche una responsabilità. Quanto ti ha aiutato il tifo del pubblico presente al Foro Italico ?
“Mi aiutato veramente molto, perché erano tutti lì a tifare sia per me che per Benedetta Pilato. Sono entrata in acqua che ero la quarta italiana per tempi d’accesso, mi sono ritrovata ad esser la seconda e diciamo che non volevo deludere. Con chiunque mi sarei trovata a gareggiare, non avrei voluto esser da meno e ciò sicuramente è stato uno stimolo importante”.
La competizione interna si è senza dubbio fatta sentire, con l’eliminazione in batteria di Martina Carraro e Arianna Castiglioni. Questa abbondanza di atlete in questo settore favorisce la vostra crescita personale ?
“Nel loro caso non lo so, ma nel mio caso particolarmente. Mi sono sempre sentita un gradino sotto di loro in quanto la differenza di tempo era abbondante. Ora invece mi sento al loro pari per cui farò di tutto per rimanere in questo quartetto e togliermi magari qualche altra soddisfazione”.
Il video della gara che ha coronato Benedetta Pilato campionessa europea e regalato l’argento a Lisa Angiolini
A tal proposito il regolamento degli Europei impone che soltanto due atleti della stessa nazione possano accedere alle fasi finali, penalizzando le prestazioni individuali. Non andrebbe modificato a tuo parere il regolamento ?
“Sarebbe giusto perché se noi italiane siamo più forte delle raniste di qualsiasi altra nazione, è corretto che si possa esser lì, tuttavia preferisco non entrar troppo nel merito essendo una novità”.
Gli Europei fanno ormai parte della sua storia agonistica, a partire dal bronzo ottenuto lo scorso anno nella 4×200 metri stile libero ottenuto in compagnia di Stefania Pirozzi, Sara Gailli, Simona Quadarella e Federica Pellegrini. Nonostante non abbia disputato la finale, questo podio ha cambiato la tua carriera ?
“Sinceramente no, anche se ho iniziato a pensare di iniziare a disputare quei 200 metri stile libero perché mi ero qualificata tramite la rana e, mancando una staffettista, ero quella che aveva un tempo discreto e senza dover affrontare altre gare. D’altra parte, non avendo disputato la finale e non essendo la disciplina che alleno, diciamo che non la sento così mia quella medaglia”.
Budapest 2021 è coinciso anche il suo debutto in Nazionale a ventisei anni, un’età dove molte nuotatrici abbandonano questo sport. Prima che Cesare Butini ti chiamasse, speravi ancora di poter indossare il costume “azzurro” ?
“Sì, perché avevo centrato il minimo e mi sarebbe parso strano non esser convocata. Diciamo che io ho ventisei anni sulla carta, ma ancora diciotto dentro e magari uno dei motivi per cui non ho mollato è anche quello. Fortunatamente ho continuato ad allenarmi in questi anni e realizzare quell’obiettivo perché, se probabilmente non fossi stata convocata, avrei pensato al ritiro”.
A proposito di ritiro, questa è un’opzione che hai valutato più volte nella sua vita. Cosa ti ha spinto a continuare ?
“Gli arrivi delle prime finali agli Assoluti. L’anno che volevo smettere era il 2016 e in quel periodo ho iniziato a qualificarmi per le prime volte alle finali A. Tutto ciò mi ha stimolato a non arrendermi e a continuare il mio percorso di crescita”.
A proposito di ritiri, gli Europei di Roma 2022 sono stati i primi senza Federica Pellegrini in vasca. Cosa è cambiato all’interno della squadra dopo il suo addio ?
“Purtroppo ho avuto modo di affrontare insieme a lei soltanto l’Europeo dello scorso anno e ho avuto l’onore che mi facesse la matricola. Sicuramente non aver una persona del suo calibro in acqua si sente, anche a livello di visibilità. Fortunatamente aver avuto gli Europei in casa con lei presente sugli spalti ha un po’ mitigato questa situazione”.
Terminata questa lunga stagione agonistica, è tempo di vacanze, ma anche di guardare al futuro e in particolare a Parigi 2024, ormai sempre più vicina. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi ?
“Io preferisco compiere un passo alla volta. Ci saranno i Mondiali in vasca corta, tuttavia la situazione appare più complicata perché per me la vasca da 25 è una sofferenza per me. Vediamo come andrà la preparazione, tuttavia con ogni probabilità il mio primo obiettivo saranno i Mondiali in vasca lunga nel 2023”.
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