Si dice che “buon sangue non mente”. Un proverbio spesso considerato superato, ma non in casa Sighel dove il DNA del buon pattinatore si trasmette di generazione in generazione.
La dinastia, iniziata con Mario (pioniere del pattinaggio velocità italiano), e proseguita con Roberto (cinque partecipazioni ai Giochi Olimpici nella pista lunga e quattro medaglie mondiali in bacheca), ha ritrovato nuovamente linfa con il giovane Pietro. Cresciuto sulle sponde del Lago di Serraia, il 22enne di Baselga di Pinè ha seguito irrimediabilmente le orme dei famigliari prima di prediligere il più scoppiettante short track, dove si sta confermando l’astro nascente tricolore della specialità. Salito agli onori delle cronache nel corso della stagione 2020/2021, dopo essersi guadagnato la fiducia del commissario tecnico Assen Pandov a suon di risultati nella categoria junior, il portacolori delle Fiamme Gialle era atteso al varco da esperti e tifosi.
I tre bronzi conquistati ai Mondiali nei 500, nei 1000 metri e nella staffetta, a cui si sono aggiunti tre argenti agli Europei, non sono bastati per renderne immediatamente una star della disciplina, complice l’assenza di numerosi esponenti del mondo asiatico, fermati dalla pandemia. La Coppa del Mondo 2021/2022 risultava quindi essere il primo banco di prova per Sighel, in vista delle tanto attese Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. Un ostacolo non semplice da superare, considerata la necessità di doversi confrontare con avversari nuovi e il conseguente rischio di perdere immediatamente la fiducia in caso di sconfitta.
L’umiltà che lo contraddistingue gli ha consentito di rimanere sempre con i piedi per terra e di proseguire sulla propria strada, smentendo così anche le prospettive più funeste e migliorando i propri personali su tutte le distanze, a partire dai 500 metri, nei quali a Pechino ha firmato il nuovo primato nazionale. Un ottimo viatico per chi vuol puntare ad esser protagonista sin dalle Olimpiadi Invernali in programma nella capitale cinese e che pare aver già preso le misure con il ghiaccio del Capital Indoor Stadium, dove Sighel ha conquistato il gradino più basso del podio nella staffetta maschile – tornata a qualificarsi alla rassegna a cinque cerchi dopo l’assenza di Pyeongchang 2018.
Nonostante l’esplosività e la scaltrezza non manchino, il punto di forza di Pietro è la resistenza e il recupero fra una gara e l’altra, aspetto non indifferente per una specialità che si suddivide su una serie di turni e che vede trionfare chi sa gestire meglio le proprie energie. I numerosi anni trascorsi nella pista lunga hanno consentito al finanziere trentino di affinare queste doti e di poter competere così alla pari con talenti del calibro dell’ungherese Shaoang Liu e del russo Semen Elistratov, come dimostrato in occasione dell’ultima tappa del massimo circuito mondiale svoltasi a Dordrecht dove ha colto la terza piazza nei 1000 metri.
Accompagnato dalla sorella Arianna, Pietro Sighel avrà modo di vivere la prima partecipazione ai Giochi Olimpici con serenità e con la consapevolezza di poter dire la propria, nonostante gli ampi margini di crescita che dovranno esser colmati nei prossimi anni. La speranza di vederlo salire sul podio cinese accompagnato dal tricolore sventolante è chiaramente viva, tuttavia il giovane azzurro non dovrà farsi prendere dalla “smania” di voler esagerare, guardando piuttosto con maggior attenzione all’edizione di Milano-Cortina d’Ampezzo 2026, dove l’età e l’inesperienza non potranno più esser una scusante.
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