“Mi ritorni in mente, bella come sei” cantava Lucio Battisti in un suo noto successo. Un brano che si poteva tranquillamente dedicare all’Abruzzo e alla sua splendida costa adriatica, protagonista della prima tappa del Giro d’Italia 2023.
Una novità per i più giovani, ma per chi è più attempato da ricordarsi i successi del cantautore di Poggio Bustone si tratta di un “deja-vu” che ci accompagna direttamente al 2001, l’anno della celebre “Odissea nello spazio”.
Invece di trasferirsi verso Giove, la Terra deve fare i conti con un “marziano” che si abbatte lungo le strade della provincia di Pescara, sede del prologo nonché della “Grande Partenza” della Corsa Rosa. Il clima è particolarmente frizzante complice la presenza ai nastri di partenza dell’idolo di casa Danilo Di Luca, anche se il tifo è tutto per Marco Pantani, al ritorno sulle strade tricolori dopo un’edizione 2000 affrontata nei panni di gregario per Stefano Garzelli.
Prima di concentrarsi sulla lotta per il “Trofeo Senza Fine”, particolarmente accesa complice la presenza al via di specialisti come Gilberto Simoni, Francesco Casagrande, Dario Frigo, Paolo Savoldelli, Jan Ullrich e Andrea Noè; gli occhi sono tutti puntati sui velocisti. Il percorso della prima frazione è infatti particolarmente semplice: 7,6 chilometri attraverso il lungomare che separa Montesilvano Marina a Pescara.
Un’occasione imperdibile per gli sprinter che, in vista della prima tappa con arrivo a Francavilla al Mare, possono puntare al simbolo del primato, in particolare Mario Cipollini, Enrico Leoni, Ivan Quaranta e Danilo Hondo. Eppure il vento proveniente da nord cambia le carte in tavola e accompagna leggero uno “sparviero” venuto dal Belgio, Rik Verbrugghe, reduce dal successo nella Freccia Vallone.
Specialista delle prove contro il tempo, il portacolori delle Lotto Adecco scompiglia i piani delle ruote veloci fermando il cronometro in 7’44” distanziando di nove secondi Dario Frigo e di undici il ceco René Andrle. A sorprendere gli addetti ai lavori non è tanto il tempo, quanto piuttosto la media oraria, 58,874 km\h, un vero e proprio record che ancora oggi resiste e che corona quella frazione come la più veloce di sempre. Chi non sembra esser per nulla meravigliato della prestazione è lo stesso Verbrugghe che nel dopo-tappa userà le seguenti parole: “Sono venuto per vincere una tappa, ed ho trovato anche il primato… Ma non credo di mantenere la maglia fino alle montagne”.
A livello di classifica generale l’unico che può veramente sorridere è proprio Frigo, in grado di distanziare tutti i principali avversari con Noè e Abraham Olano gli unici capaci di tenere il ritmo dell’uomo della Fassa-Bortolo, mentre i distacchi degli altri big superano il mezzo secondo dal vincitore.
Le prospettive avanzate da Verbrugghe troveranno conferma nella quarta tappa con arrivo in salita a Montevergine di Mercogliano con il passista belga costretto a cedere la maglia rosa a un sempre più solido Dario Frigo. Di quel Giro si ricorderà purtroppo molto altro, ma prima di volare con i pensieri è necessario far un salto a Fossacesia per la partenza della terza frazione vinta da Danilo Hondo e cogliere al volo quel varco-spazio temporale che ci riporta al 2023, al via del Giro 2023.
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