“E’ un solitario. Condannato a guardare la partita da lontano. Senza muoversi dalla porta, attende in solitudine, fra i tre pali, la sua fucilazione. Prima vestiva di nero come l’arbitro. Ora l’arbitro non è più mascherato da corvo e il portiere consola la sua solitudine con la fantasia dei colori” (Eduardo Galeano)
Il portiere è un elemento fondamentale nel calcio, attraverso le sue indicazioni comanda la difesa, grazie ad uno spiccato senso della posizione riesce spesso a prevedere le mosse degli avversari e, per mezzo delle sue parate, determina il risultato finale.
Tuttavia, a differenza di quanto si possa credere, c’è molto di più oltre alla singola presa aerea o al tuffo in diagonale: sin dalla giovane età, infatti, i numeri uno devono essere preparati non solo fisicamente, ma anche psicologicamente, compresi, accompagnati in un percorso di crescita che li dovrà portare a diventare veri uomini e condottieri della loro “truppa”.
La preparazione dei portieri, quindi, non è un gioco da ragazzi, ma troppo spesso, e sfortunatamente, i nostri bambini sono affidati a preparatori, sportivamente e caratterialmente, incompetenti; a tale proposito, noi di Vita-sportiva avremmo il piacere di consigliarvi il seguente manuale:
- La tecnica del portiere, didattica allenamento e consigli pratici – Claudio Filippi, Daniele Borri, Edizione Corriere, 2016-17
Gli autori del suddetto manuale sono una garanzia, professionisti di grande livello nel settore:
- Claudio Filippi, preparatore dei portieri della prima squadra della Juventus, diplomato ISEF e ideatore dell’innovativo strumento “Filippi Shield”.
- Daniele Borri, allenatore dei portieri del settore giovanile della Juventus, Dottore in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport, autore di diverse pubblicazioni.
Filippi e Borri hanno svolto un ottimo lavoro. In poco più di 100 pagine, infatti, hanno sintetizzato il minimo indispensabile per la preparazione di un giovane portiere: la presa, la parata in tuffo, le respinte, i rilanci e molto altro ancora; attraverso delle immagini chiare e molto dettagliate hanno, poi, reso ancora più comprensibili i movimenti e le singole prestazioni.
Gli autori svolgono, altresì, un’analisi accurata del ruolo del portiere e delle novità degli ultimi decenni.
Se dovessimo mettere a confronto due icone del panorama mondiale dei portieri come Zoff e Buffon, infatti, le differenze sono notevoli: quello del mitico Dino, campione del Mondo a 40 anni, era un calcio molto diverso, più fisico, meno tecnico e nel quale al portiere erano chieste cose diverse. I numeri uno non si allenavano molto sul gioco con i piedi, prediligevano i passaggi al vicino difensore per scrollarsi di dosso la responsabilità della costruzione del gioco e tendevano a rimanere sulla linea di porta; nel giro di poco più di 30 anni, invece, vi è stata una vera rivoluzione,: al giorno d’oggi, infatti, qualsiasi allenatore pretende nel proprio 11 titolare un portiere capace di svolgere il ruolo di “libero aggiunto” (Neuer ne è l’esempio più concreto), capace di dare sicurezza ad un intero reparto, abile con i piedi e sempre pronto a prevenire gli attacchi degli avversari, appostandosi sulla linea dell’area di rigore e, in taluni casi, anche al di là della stessa.
Come dimenticare, poi, le trasformazioni dei palloni? I nuovi materiali di cui si compongono hanno reso, senza ombra di dubbio, più veloce e spettacolare il gioco, ma hanno , altresì, aumentato le difficoltà per l’estremo difensore: i tiri sono diventati sempre più potenti e imprevedibili, in certi casi imprendibili, ed è per questo motivo che gli allenatori di oggi si soffermano sulla presa ed i movimenti dei propri allievi, esercizi ormai indispensabili affinché possano essere svolte corrette parate.
Ultima, ma non per importanza, la questione psicologica: come ripetono più volte gli esperti Filippi e Borri, quello del portiere è un ruolo molto particolare, per il quale gli stessi protagonisti devono essere educati e formati in modo tale che possano gravare sulle loro spalle non solo grandi responsabilità, ma anche la (momentanea) sofferenza dell’intera squadra durante le fasi concitate di gioco e, purtroppo, lo stesso peso della rabbia e del dolore in seguito ad un errore che può compromettere l’esito della partita stessa.
Ciascun preparatore che si rispetti, infatti, non deve solo preoccuparsi di studiare le tecniche più innovative per i riflessi e l’agilità dei propri allievi, ma, soprattutto tra gli adolescenti, deve anche indossare i panni dell’educatore, dell’amico e del confidente, comprendere l’Io di chi ha di fronte: deve crearsi un legame forte, capace di lasciare allo stesso giovane calciatore la consapevolezza di poter contare, sempre, su una persona che può capire davvero che cosa significhi trovarsi, da soli, all’interno di quel rettangolo a cui si danno le spalle e che, con tutte le forze, si difende.
Cari lettori, se pensate che quella del preparatore dei portieri sia la strada giusta per voi, vi consigliamo caldamente di procuravi il manuale di Filippi e Borri.
Non ne sarete delusi!
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