“Una volta gli ho chiesto se la cosa più bella era vincere e passare per primo il traguardo, e lui mi rispose di no. Il più bello, disse, è quando scatti per la fuga e sai che devi farlo proprio in quel momento e che il momento giusto non ritorna”.
“Il suo nome è Fausto Coppi” è stato scritto da Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica, e pubblicato per Einaudi nel 2019 in occasione del centenario della nascita del Campionissimo. Il libro è una raccolta di testimonianze di chi ha vissuto al fianco di Coppi. Parola ai familiari, a chi pedalò con lui come i fedeli gregari o l’amico-rivale Gino Bartali, a chi ha riscaldato il suo cuore e infine ad egli stesso, l’uomo solo al comando. Crosetti quindi ha percorso un sentiero diverso per raccontare l’Airone.
Un testo non solo per gli appassionati di ciclismo, ma semplicemente per tutti coloro che amano l’epos. La vita e le gesta eroiche di Fausto Coppi non si allontanano dalle leggendarie vicende narrate nei canti epici e la sua figura trova sicuramente posto al fianco dei personaggi omerici. Ai poemi epici era affidata infatti la memoria e l’identità di una civiltà. La produzione letteraria su Coppi, la quale occupa un ruolo privilegiato all’interno della vasta letteratura ciclistica o meglio sportiva, non è da meno per contenuti ai cicli epici. Nella figura del Campionissimo, insieme a quella di Gino Bartali, si incarna infatti un pezzo della rinascita italiana nel Dopoguerra. Rinascere dopo gli orrori della guerra era possibile e gli italiani lo capirono anche grazie a quel binomio indissolubile composto da Coppi e Bartali che infiammava il ciclismo, lo sport più popolare in Italia in quel tempo. Chi nega che Fausto e Gino non hanno contribuito, non ha mai ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto quegli anni. Era quindi una rinascita fondata anche sui valori dello sport.
In questi giorni di clausura a causa del Coronavirus si sente spesso parlare di rinascita, una possibile rinascita dopo che tutto questo sarà finito. Su questo sicuramente si ascoltano opinioni contrastanti. C’è chi pensa che, al contrario di una rifioritura, ci aspetti invece un post-Coronavirus ricco di inevitabili difficoltà. L’unica cosa certa è che ciò che stiamo vivendo resterà nelle pagine di storia e in un modo o nell’altro la cambierà. In bene o in peggio, chi lo sa? Noi siamo sicuri che lo sport, come la storia recente ci insegna, occuperà ancora un ruolo centrale nel post-Coronavirus, capace di far emozionare e sognare le persone.
Chiudendo questa parentesi riferita ai giorni nostri, vi invitiamo alla lettura di “Il suo nome è Fausto Coppi” per approfondire ancora una volta la figura dell’Airone e rispondere meglio all’interrogativo “chi era Fausto Coppi?“.
A cura di Marco D’Onorio
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