Triathlon

Un anno di emozioni e rivoluzioni per il Triathlon

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Il week-end scorso ha visto la fine del calendario internazionale del 2024 per il triathlon. Sono andati in scena a Taupo, in Nuova Zelanda, i mondiali di 70.3 del circuito Ironman. Mondiali che sono arrivati al culmine di una stagione lunghissima e piena di grosse novità e cambiamenti. L’Oceania ha rappresentato l’alfa e l’omega del calendario del 2024, infatti il primo grande evento dell’anno si è tenuto in Australia.

Un nuovo inizio

Anno di grande novità soprattutto per i due circuiti indipendenti del triathlon mondiale, il T100 e il circuito Ironman. Il primo, un circuito indipendente appena nato, ha aperto una collaborazione con la World Triathlon Series per l’istaurazione del mondiale della “100km”. Viene chiamata 100km perché è il chilometraggio totale che si ricopre in gara: 2 di nuoto, 80 di bici e 18 di corsa. Questo mondiale prevede un tour di 7 tappe sparse per il mondo dove i migliori 20 atleti su questa distanza competono per una classifica finale. Il e la triatleta che nelle proprie migliori 3 gare ottiene il punteggio più alto viene incoronato campione del mondo. Queste tappe sono state scelte per mettere in risalto gli atleti nei palcoscenici migliori possibili: Miami, Singapore, San Francisco, Londra, Ibiza, Las Vegas e Dubai.

La risposta della concorrenza

Il “rivale” ha risposto con l’inaugurazione dell’Ironman Series, una sorta di classifica analoga a quella del T100 dove si premiano i triatleti più partecipativi e vincenti del circuito. Essendo una classifica che prende in considerazione tutte le gare del calendario ufficiale, è un’opportunità anche per i triatleti di non altissimo livello di poter competere con i più forti. Per noi italiani questo circuito è stato motivo di grande orgoglio, a trionfare a livello maschile è stato infatti Gregory Barnaby L’italiano è stato autore di un secondo semestre dell’anno da migliori al mondo. Nel mondiale di Kona è finito al sesto posto, miglior risultato di sempre per un italiano, con annesso record nazionale sulla distanza. Nell’ultima finestra dell’anno ha vinto il 70.3 in Australia, primo italiano di sempre a vincere una gara del circuito.

©Endurance Sportwire

Ma l’anno non si è limitato solamente a questi due grandi eventi. Il 2024 da anno olimpico ci ha regalato mille emozioni anche sulla distanza minore.

Un anno olimpico stellare

L’assoluto protagonista al maschile è stato l’inglese Alex Yee, che come fece Kristian Blummenfelt nel 2021, ha vinto l’oro olimpico e il titolo mondiale nello stesso anno. L’inglese è stato l’autentico dominatore della distanza e le sue sfide con il neozelandese Hayden Wilde sono state da leggenda. Hanno dato vita a delle gare al cardiopalma, sia a Parigi che al mondiale in terra spagnola. Da ricordare gli ultimi km della prova olimpica dove l’inglese è riuscito a rientrare sul neozelandese negli ultimi 300 metri dopo una rincorsa durata ben 4 km. Sfida andata in scena anche negli eventi del SuperTri dove però ha avuto la meglio il neozelandese.

In campo femminile, la dominatrice è stata la francese Cassandre Beaugrand. La francese, come Yee, ha portato a casa l’accoppiata olimpiade mondiale, diventando la seconda donna nella storia a farlo dopo la bermudiana Flora Duffy. Cassandre durante tutto l’anno ha dimostrato una forza nettamente superiore alle rivali, al punto che le sue vittorie non siano mai state messe in discussione. Nella prova olimpica ha avuto parecchio filo da torcere dalla svizzera Julie Derron che fino agli ultimi momenti di gara è riuscita a stare con la francese prima di staccarsi e portare a casa l’argento.

Un dominio anglofono

Allungando le distanze, cambiano i nomi dei dominatori e delle dominatrici del triathlon. A livello femminile l’americana Taylor Knibb è stata fautrice di un anno stellare, chiudendo da imbattuta. Lei è la prima campionessa del mondo del circuito T100. A tale risultato si aggiunge il mondiale di 70.3, già agguantato nel 2022 e nel 2023. La cosa più sorprendente dell’americana è come abbia vinto tutte le gare. Sempre nel primo gruppo nell’acqua e sempre pronta a creare in bici un distacco tale da rendere vano ogni tentativo di recupero nella terza frazione.

Taylor Knibb che vince la finale a Dubai ©Triathlon news

Per quanto riguarda il circuito Ironman la dominatrice è stata l’inglese Kat Matthews, l’unica triatleta a incastrare alla perfezione i due calendari distinti.

Il Belgio fa la voce grossa

La controparte maschile di Knibb è stato sicuramente il belga Marten Van Riel. Marten, come l’americana, ha vinto in maniera quasi schiacciante il titolo iridato sulla distanza. Frutto quest’ultimo di tre vittorie complessive e un secondo posto su quattro partecipazioni. Le vittorie, oltre alla finale di Dubai, le ha ottenute a San Francisco e Ibiza. La vittoria di San Francisco viene considerata la gara più bella del 2024 e una delle più belle di sempre. Questo perché una gara di poco più di 3 ore si è risolta con una volata a 3 al fotofinish per decimi di secondo.

Volata finale con annesso racconto da parte di Marten Van Riel

Ma non è stato l’unico belga a prendersi le luci del palcoscenico mondiale. Il connazionale Jelle Geens ha avuto un anno in crescendo culminato con la vittoria più importante nella sua carriera. Come primo grande scalpo ottenuto, è stato colui che ha posto fine l’imbattibilità di Van Riel nelle gare distance dopo 5 vittorie su 5 partecipazioni. Poi settimana scorsa a Taupo è stato autore di una incredibile rimonta su Wilde che gli è valsa il mondiale 70.3

Dolorosi saluti, piccole delusioni e grandi assenze

Ci si è emozionati non solo per le gare in questo 2024. Perché la leggenda inglese Alistair Brownlee finita la gara del T100 a Dubai ha annunciato che quella sarebbe stata la sua ultima da professionista. Quasi poetico è stato il fatto che abbia annunciato il suo ritiro dopo essere riuscito a ottenere il suo primo e quindi unico podio nella distanza. Alistair chiude la sua gloriosa carriera con due ori olimpici e una enorme quantità di titoli europei che lo lanciano nella leggenda dello sport. Chi esce un po sconfitto dal 2024 è il norvegese Blummenfelt che nel tentativo di difendere il titolo olimpico e di vincere il mondiale Ironman, si è dovuto arrendere in entrambe le gare a chi andava più forte di lui. Chi è mancata quasi per tutto l’anno dalle competizioni è l’inglese Lucy Charles Barclay che a causa di un infortunio serio è stata costretta ai box per oltre metà anno, dovendo rinunciare a parecchie gare e difese titolate

Immagine in evidenza ©Trek Race Shop

Matteo Salina

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