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The Marvelous Circo Bianco #002 – Kryptonite, meteo e tavole imbandite

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In un battito di ciglia si sono conclusi i tre giorni di gare in giro per il mondo tra ghiaccio e neve. Gli eventi sono sempre più fugaci dovendo sottostare alle leggi delle televisioni, ma durano il giusto per incastrarsi nelle giornate frenetiche di una vita universitaria. Le manche di uno slalom gigante corrispondono a un episodio seriale di oggi, mentre una prova di short track difficilmente raggiunge i secondi di una sigla da sitcom, e questa sinceramente è una manna dal cielo per gli appassionati di sport e mondo nerd. Ma senza farfugliare troppo e prima di addentrarci nel sottosopra del Circo Bianco diamo spazio e cronaca ai podi italiani di questa settimana… Ripensandoci, tutti voi lettori sarete già a conoscenza dei risultati, direi quindi di passare oltre e metterci un punto.

Fluoro, la Kryptonite degli sciatori

Il fluoro ha numero atomico 9, appartiene al gruppo degli alogeni ed è l’elemento più elettronegativo della tavola periodica (da fonti sul campo sembra che la negatività possa spargersi per osmosi tra il morale degli staff, ma soprassediamo). Il fluoro è un componente chimico fondamentale per le scioline in commercio usate dagli agonisti e dagli appassionati. Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha portato alla luce come il fluoro e i suoi ioni fluoruro, in concentrazioni elevate, possano intaccare direttamente l’ambiente recando danni alle piante, agli animali e all’uomo.

Da anni l’IBU (International Biathlon Union) ha puntato sulla sostenibilità del suo sport e creato protocolli e progetti al fine di limitare l’impatto ambientale. Anche la FIS ha intrapreso un percorso simile, con qualche difficoltà in più, ottenendo risultati alterni. Le due federazioni hanno iniziato una stretta collaborazione su come e con quali strumenti verificare la presenza e la quantità di fluoro nelle scioline, promuovendo anno dopo anno una riduzione della concentrazione consentita. Questa primavera la FIS ha pubblicato i nuovi regolamenti lasciando dubbi e controversie sulle metodologie di controllo. Le preoccupazioni di atleti, skiman e addetti ai lavori va dalla possibilità di contaminazioni, alle unità di misura usate per determinare il limite consentito di fluoro (non citate in nessuno dei protocolli disponibili sul sito).

Le Super-atlete del circuito hanno alzato la voce prima e dopo la gara di Sölden dimostrando la confusione che aleggia negli staff tecnici. Lara Gut-Behrami ha messo in chiaro come  il fluoro aumenti notevolmente le prestazioni degli sci, anche di un secondo per discesa, ma ha evidenziato come possano facilmente esserci casi di contaminazione. Mikaela Shiffrin ha aggiunto come nel giro di pochi minuti possano esserci sullo stesso sci risultati positivi o negativi ai test, sostenendo che le attrezzature non funzionino correttamente, parere condiviso da Federica Brignone. Per ora l’unica a farne le spese è stata la povera norvegese Ragnhild Mowinckel.

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Queste Super-atlete, dai palmares stellari, si trovano davanti un nemico che può essere fatale per i loro risultati: l fluoro è la kryptonite delle sciatrici. Al pari di Superman, è dovuto arrivate qualcosa di alieno al mondo della neve per metterle a tappeto. Jerry Sighel, John Byrne e moltissimi altri fumettisti hanno disegnato a loro piacimento le vignette della storia del supereroe più famoso di tutti, facendolo incappare innumerevoli volte nel suo tallone d’Achille per antonomasia: vedremo come le Super-Woman dello sci dovranno affrontare la loro subdola kryptonite.

Il clima e i suoi Sinistri Sei

L’uomo ragno è uno dei personaggi fumettistici più conosciuti, che sin dai suoi albori nel 1962 ha combattuto contro cattivi che hanno saputo crearsi una propria identità. Molti di questi hanno avuto un seguito tale da essere sviluppati in prodotti multimediali a loro dedicati e gadget personali. Spider-Man ne ha viste di tutti i colori, dai cattivi umani come Kingpin, Felicia Hardy, Silver Sable a nemesi animalesche Lizard, Scorpion, Rhino e infine la macro-categoria dei cattivi atmosferici. Quest’ultimi si sono coalizzati in un gruppo criminale per contrastare Peter Parker e le gare outdoor invernali.

I sinistri sei della FIS: Sandman, Electro, Hydro-Man, Camaleonte, Mysterio e l’uomo comune senza poteri o magia.

Sandman, da sempre diviso tra il bene e il male ha sfidato mille volte l’Uomo Ragno creando tempeste di sabbia ovunque su New York, prosciugando la città. Svegliarsi e ritrovare senz’acqua le vallate e i laghetti glaciali forse è solo narrativa fantascientifica, ma la neve ricoperta di sabbia è un fenomeno che sarà sempre più presente sulle montagne europee. A breve, sci, castelli di neve e piste di biglie: la Valle d’Aosta qualcosa di simile l’ha già vissuto. Chissà se lo Speed Opening sarà bianco o giallo.

Hydro-Man, che non sarà il nemico più iconico ma ha dato filo da torcere a Spider-Man, vista la sua costituzione liquida e la capacità di controllare l’acqua. Gli impianti strutturali sono i più soggetti a inondazioni e alluvioni dei torrenti alpini, gli ultimi a farne le spese sono stati i trampolini in Slovenia nella località di Ljubno.

I temporali sono fenomeni prettamente estivi e i fulmini sono l’emblema della potenza della natura, il citato Electro qualcosa ne sa. Continuando a premere sull’acceleratore dell’inquinamento avremo sempre più fenomeni atmosferici di violenza non sostenibile dal nostro già martoriato territorio. I temporali di neve non sono all’ordine del giorno, ma immaginate che impatto avrebbero se si sviluppassero durante una qualsiasi gara.

Per Camaleonte, a differenza delle precedenti nemesi non ci concentriamo su qualcosa di fisico ma perlopiù sull’aspetto camaleontico del clima: sembra che le zone temperate vogliano adeguarsi ai climi subtropicali e le zone montane ai climi continentali. Siamo già a conoscenza dell’impatto drastico dell’innalzamento delle temperature che rende sempre più difficile iniziare la stagione ad ottobre, e questo ci può anche stare. Ma che sia sempre più difficile trovare la neve a quota 1400m a gennaio sembra quasi una  perfida mossa da super cattivo, vero Adelboden?

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Mysterio è la definizione di natura e clima. Noi la studiamo e lei ci sorprende coi suoi trucchi: è difficile da prevedere e impossibile da domare. Eppure, sembra essere proprio qui il fascino degli sport outdoor.

Dopo questa lista di nemici sovrumani, l’uomo comune sembrerà fuori luogo, ma nella storia dell’Uomo Ragno spesso l’opinione pubblica e la difficoltà nell’approcciarsi agli altri ha causato i problemi peggiori. Si rischia di sfociare nel filosofico, ma l’uomo comune ha un potere immenso nel preservare la sfera (di cristallo) del Circo Bianco e tutto ciò che ne consegue.

L’Arrampicamuri la spunta sempre, chissà se anche noi riusciremo a convivere in maniera salutare con la natura e goderci lo sport nella sua essenza pura. Per questo dobbiamo darci da fare per sconfiggere i Sinistri Sei e goderci per qualche anno un quieto manto nevoso sui monti.

Aggiungi un posto a tavola che c’è una voce in più

Chi più, chi meno, tutti hanno le proprie preferenze verso i telecronisti e giornalisti che seguono e raccontano quotidianamente le vicende degli sport che amiamo. Io personalmente rimango incantato dalla padronanza di linguaggio e dal turbinio di espressioni che ad ogni gara mette da anni in pista Guido Meda, per non parlare delle telecronache passate della coppia Tranquillo-Buffa, ricche di aneddoti dal mondo esterno all’NBA giocata.

Ritrovo gli stessi valori ed emozioni nelle voci dell’agguerrita compagine di cronisti “invernali”. Entrano nelle case, intrufolandosi per diversi mesi nella quotidianità dei fine settimana, e con loro si arriva a condividere un posto a tavola al “sacro” pranzo della domenica. La sintonia che si crea porta a tenersi al caldo a vicenda quando vengono trasmesse le immagini da Ruka-Kuusamo a fine novembre, e il termometro recita un impietoso -20°C. Con loro, le festività natalizie trascorrono tra un salto e uno slalom: questi personaggi diventano parte della famiglia. Ma di chi sono queste voci, a chi mi riferisco? Facciamo nomi e cognomi.

L’amico in più, Dario Puppo. Sono oramai venti e passa gli anni da quando la voce inconfondibile di Dario è associata al mondo del biathlon e del curling. Tramite il suo impegno e la sua dedizione ha portato questi sport al pubblico generalista, ancor prima delle trionfali stagioni dell’ultimo lustro. Giovedì scorso sulla homepage di YouTube, tra una recensione del nuovo Super Mario Wonders e il nuovo brano One More Time dei Blink-182, mi appare tra i consigliati una live di CurlingZone (sito afrodisiaco per gli appassionati delle stone) con commento in italiano. Rimanendo impietrito e incuriosito apro la diretta: gioca il Team Retornaz e al commento, direttamente dalla sua mansarda, l’amico in più. In un attimo riaffiorano i momenti che abbiamo condiviso con lui, le frasi più celebri, i momenti di suspence come quando Dorothea Wierer, durante l’individuale dei mondiali di Anterselva del 2020, batte per 2.2 secondi una strepitosa Vanessa Hinz, e dagli speaker risuona: “forse ce la fa, ce la può fare”.

Lancio un appello a Johnny Dorelli: se mai volesse interpretare nuovamente don Silvestro in Aggiungi un posto a tavola -commedia musicale ancora attualissima scritta dalla coppia Garinei e Giovannini– ricordati di portare un amico in più dai microfoni dello sci.

Mentre scrivo, fuori dal portone scorrazzano bambini indiavolati con l’unico fine di conquistare caramelle suonando ad ogni campanello della via. Sono tutti vestiti e truccati con abiti che vanno dallo spaventoso al grazioso, da Pennywise a Stitch. Halloween, per molti, è quanto appena descritto, ma la notte delle streghe nello sci ha un’accezione unica. Viene festeggiata il venerdì prima di Sölden, quando l’esuberante River Radamus mette in scena il reveal della capigliatura invernale, guardare suoi social per credere. Per chi fosse forte di cuore e debole di gusto, da non spaventarsi dinanzi a colori sgargianti o a trame leopardate (Halloween 2021), c’è sempre la possibilità di rivivere su YouTube la seconda manche di Giorgio Rocca a Torino 2006, un incubo per lui e per tutti noi appassionati…

Mirko Efoglia

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