Il calcio è uno sport di squadra, i campioni servono a migliorare i risultati, ma se non vengono assecondati da un gruppo coeso, competitivo e omogeneo ben poco possono fare. I mondiali di Russia 2018 proprio questo elemento hanno messo in risalto. Messi e Cristiano Ronaldo, i due migliori giocatori del Mondo sono usciti ben presto dai mondiali. Entrambi con le rispettive nazionali sono usciti agli ottavi di finale, ad opera dell’Uruguay per il Portogallo e dalla Francia per l’Argentina. Discorso diverso per la Svezia, che una volta qualificata ha continuato con un gruppo ben rodato, lasciando a casa il fenomeno svedese Ibrahimovic, che aveva dato l’addio alla nazionale nel 2016. Decisione del c.t svedese Jan Andersson, che con questa decisione si è accollato un bel po’ di rischi, anche in base a come sarebbero andati i mondiali.
La Svezia ai mondiali vanta come miglior risultato un secondo posto nella competizione calcistica del 1958, in cui venne sconfitto in finale dal Brasile, risultato mai più eguagliato. Ogni partecipazione ad un mondiale dal 1958 in poi, diventa per la Svezia una competizione nella competizione, alla ricerca di migliorare quel secondo posto.
E nel 1994 va molto vicino al raggiungimento dell’obbiettivo. Ai mondiali di U.S.A 1994 infatti, la Svezia arriva con un buon gruppo di giocatori, non ce n’è uno che sovrasta tutti per caratteristiche tecniche. E infatti questo gruppo ben omogeneo farcito di giocatori come Martin Dahlin, Henrik Larsson, Tomas Brolin, Kennet Andersson, Jonas Thern e Thomas Ravelli arriva terzo. Dopo un girone con Brasile, Camerun e Russia, la Svezia passa agli ottavi come seconda e trova un’impensabile Arabia Saudita. Ai quarti ha di fronte la Romania di Raducioiu che viene superata ai calci di rigore, dopo una gara al cardiopalma ed essendo stati in svantaggio fino a cinque minuti dal termine dei tempi supplementari. In semifinale trova il Brasile, già incontrato nei gironi e viene sconfitta da un gol di Romario, partecipando alla finale per il terzo e quarto posto. Qui trovano la Bulgaria e la sconfiggono con un buon 4-0. Terzo posto conquistato con ottimi giocatori e un grande gruppo che ha portato a casa il secondo miglior risultato della storia ai mondiali.
Fallita la qualificazione ai mondiali del 1998 giocati in Francia, la Svezia si ripresenta nel 2002 in Giappone e Sud Corea. Qui trova un girone impossibile, con Inghilterra, Argentina e Nigeria. Al contrario delle aspettative negative, vista la caratura degli avversari, la Svezia passa i gironi come prima in classifica salvo poi essere eliminata dal Senegal agli ottavi di finale con un golden gol di Camara. Tra le fila di questa nazionale troviamo anche un giovane Ibrahimovic.
Nel 2006 il mondiale si svolge in Germania, la Svezia è nel gruppo con Inghilterra, Paraguay e Trinidad e Tobago. La qualificazione agli ottavi è fattibile e infatti avviene ma arrivando seconda in classifica. Altra uscita agli ottavi di finale contro la Germania padrona di casa. E anche qui il talento svedese Ibrahimovic era convocato e si era messo in luce nella stagione con le prestazioni da campione fornite in Serie A alla Juventus. Ma in nazionale non sembra andare nella stessa maniera.
La Svezia non si qualificò neppure per i mondiali in Sud Africa del 2010 e per quelli del Brasile nel 2014. E in questo lasso di tempo Ibrahimovic splendeva con il suo talento e la personalità tra le varie squadre più importanti del pianeta calcio, Barcellona, Milan e Paris Saint Germain. Ma la sinfonia degli anni precedenti non cambia e il talento svedese con la nazionale raccoglie grandi delusioni.
Delusioni che Ibrahimovic non vuole più avere e nel 2016 dopo gli europei di Francia decide di dare l’addio alla nazionale, dopo 116 partite e 62 gol. Delle sue prestazioni in nazionale ricorderemo purtroppo il gol in colpo di tacco volante proprio all’Italia nel 2004 agli europei e il gol in rovesciata da quaranta metri nell’amichevole contro l’Inghilterra nel 2012.
Il più grande calciatore della storia della Svezia, che tanto ha dato alle squadre di club, con la nazionale ha sempre raccolto poche emozioni. Questo perché seppur grande giocatore, non ha mai trovato una squadra competitiva e il suo talento restava fine a se stesso se non ben coadiuvato.
E infatti dopo il suo ritiro la nazionale svedese si riorganizza dopo aver perso il suo talento più grande e trova la qualificazione ai mondiali del 2018 in Russia, questa volta con una squadra senza un campione della caratura di Ibrahimovic ma assemblando ottimi giocatori che facendo gruppo raggiungono discreti risultati. Dopo la qualificazione al mondiale, Ibrahimovic inizia a parlare di rientro in nazionale. Il gruppo dei calciatori non vede di buon occhio questa cosa, anche perché la qualificazione se la sono sudata loro e non lui, proprio buttando fuori l’Italia ai play-off. E quindi andrebbe a togliere visibilità a chi si è conquistato questo traguardo. E infatti la federazione svedese emette un comunicato in cui annuncia che Ibrahimovic non parteciperà alla competizione mondiale. Il tutto è avvenuto dopo che Ibra e il c.t Andresson si sono parlati.
Fa onore questa decisione perché in un calcio che cerca sempre il risultato migliore, il c.t svedese mette in primo piano il suo gruppo di giocatori e lascia fuori la stella svedese, che ora milita in MLS ai Los Angeles Galaxy. Questione di rispetto e coerenza con la scelta di Ibrahimovic del 2016.
E sembrerà un caso ma dal 1994 la Svezia raggiunge il miglior risultato in un mondiale, con il raggiungimento dei quarti di finale, cosa che con Ibra non era mai avvenuta. Nei quarti è stata sconfitta dalla forte Inghilterra, una delle possibili favorite a vincere in mondiale russo.
Tutto questo perché il calcio è uno sport di squadra e non è detto che il più forte giocatore della nazione possa portare risultati eccellenti. Conta sempre di più il gruppo, magari meno forte e talentuoso ma più coeso e unito verso lo stesso obbiettivo. Sicuramente anche la fortuna ha fatto il suo, ma nello sport come nella vita, anche di quella c’è sempre bisogno. E serve ricordarsi che il gruppo viene prima di tutto, e la Svezia lo sa.
Comments