Tennis

Storico Lorenzo Musetti agli Australian Open

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Rod Laver Arena di Melbourne, si gioca la finale degli Australian Open 2019 under 18. Sai
benissimo che sei giunto all’ultimo atto del torneo, nella testa ripensi al percorso che ti ha
portato fino alla finale e cerchi di mantenere ben saldi i nervi, magari aspettando il primo
servizio o la prima risposta per lasciar scivolare la tensione di dosso.

Vivere queste emozioni forti è per tutti un banco di prova, serve di certo tanto carattere. Un
grande tennista si allena costantemente tutti i giorni affinché possa affrontare tutti gli attimi
di tensione ed emozioni durante una sfida. Tutto ciò è ancora più difficile e delicato se
affrontato da un ragazzino non ancora maggiorenne. Tenere tutto dentro, giocare una
sfida di alto livello, cedendo poco all’avversario e credere sempre in sé stessi anche in
momenti di difficoltà, cercando magari anche lo sguardo del proprio allenatore dall’angolo
dell’arena quando serve.

Lorenzo Musetti alla fine non è riuscito a trattenere l’entusiasmo lasciandosi cadere sul
cemento della Rod Laver Arena, con lacrime di gioia che si mescolavano al sudore di una
sfida combattuta. Il 16enne carrarese si è aggiudicato il primo trofeo degli Australian
Open battendo lo statunitense Nava in tre set (4-6, 6-2, 7-6).

Lorenzo ha riscritto la storia del tennis italiano, diventando il primo italiano della storia a
trionfare nel torneo Junior di Melbourne. Trionfando in Australia, il 16enne carrarese ha
cancellato definitivamente la sconfitta della finale persa agli US Open dello scorso anno.
L’astro nascente del tennis italiano ha dimostrato per tutto il torneo il suo valore, giocando
in modo ordinato e al tempo stesso vivace. Contro Nava, non inizia nei migliori dei modi:
perde il primo set, ma riesce con forza a rimanere ancorato alla sfida e al primo segno di
cedimento dell’avversario gli strappa la battuta. Il secondo set è tutta di un’altra storia, in
cui il giovane carrarese non lascia praticamente nulla a Nava, rimandando al terzo set il
decreto finale.

In quel momento in cui era disteso per terra, stanco ma felice per la vittoria, cosa avrà
pensato Lorenzo?. Una risposta non credo ci sia, perché sono momenti in cui si strizza
felicità da tutti i pori non lasciando spazio ai pensieri. Un’emozione sicuramente liberatoria
di un giovane che all’età di quattro anni ha iniziato a giocare a tennis per puro divertimento
nel garage della nonna, sognando ad occhi aperti di poter giocare un Grande Slam,
avendo dentro di sé come unico modello Roger Federer. Il primo atto del suo sogno è
diventato realtà, ora non resta che continuare su questa strada per diventare lui stesso un
modello per gli altri raggiungendo un domani l’élite di questo sport. Chissà.

A cura di Agostino D’Angelo

La Redazione
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