Da quel 23 aprile 2017, Anna van der Breggen ha visto cambiare radicalmente il mondo intorno a sé, con un ruolo da protagonista consapevole nella crescita dello sport che stava dominando in quel momento. Se oggi il ciclismo femminile ha una sua Paris-Roubaix, il Tour de France Femmes, e in generale cattura l’attenzione di un pubblico sempre maggiore, gran parte del merito va alle atlete che nel corso degli anni si sono elevate sulle altre per i loro straordinari risultati.
Il punto più alto della carriera di AVDB è stata sicuramente la tripletta delle Ardenne, completata in quel giorno di 6 anni fa, vincendo la prima edizione della Liège-Bastogne-Liège Femmes, dopo aver già conquistato Amstel Gold Race e Freccia Vallone (la terza delle sue sette consecutive). Un’impresa riuscita fino a quel momento solo due volte in 50 anni in campo maschile, a Davide Rebellin (2004) e Philippe Gilbert (2011), un club esclusivo per pochissimi e pochissime nella storia del ciclismo. Per questo, forse, Anna Van Der Breggen non avrebbe mai immaginato di dover aspettare solo sei anni da quel 23 aprile 2017 per avere un’erede al trono delle Ardenne, e di esserne in qualche modo protagonista dietro le quinte. E non lo avrebbe mai immaginato nemmeno Demi Vollering, l’autrice di questo capolavoro, che sei anni fa non aveva ancora deciso se essere una ciclista o una pattinatrice sul ghiaccio. Ma nel ciclismo e nella vita le cose cambiano molto in fretta.
La nascita di una superstar: Demi Vollering alla conquista del grande ciclismo
“Avevo avuto una brutta stagione sul ghiaccio nell’inverno 2017-18, non riuscivo più a raggiungere i miei record personali. Normalmente continuavo a pattinare fino a fine marzo, ma decisi di iniziare ad andare in bici prima del solito. Per la prima volta andai anche in Spagna per un training camp”. Molte ragazze arrivano tardi ad essere cicliste a tempo pieno, ad allenarsi con metodologie professionali e ad avere buoni materiali, ma i numeri non mentono, e quando si presentano le opportunità il talento emerge. È quello che è successo a Vollering, che nel 2018 decide di lasciare il lavoro in fioreria per scommettere sulle proprie abilità in bicicletta. Dopo qualche buon risultato in gare minori, ottiene il suo primo contratto con la Parkhotel Valkenburg, squadra neerlandese che ha lanciato anche Lorena Wiebes e per ultima Mischa Bredewold.
I lampi di talento mostrati nelle poche corse disputate si traducono in risultati di prestigio in tempi insensatamente brevi per una giovane debuttante di una squadra continental. La storia di Demi Vollering nel grande ciclismo comincia proprio dalle Ardenne, sulle côte brevi ed esplosive in cui si trova a proprio agio come nel giardino di casa sua a Pijnacker, Zuid Holland, dove si prendeva cura dei fiori insieme ai genitori. Aveva esultato sul traguardo del Mur de Huy per un quinto posto alla Freccia Vallone (non serve dire il nome della vincitrice), non sapendo che quattro giorni dopo sarebbe salita sul podio di Liegi. Ed era solo l’inizio.
Dopo due anni in maglia Parkhotel, le prime vittorie e tanti piazzamenti subito dietro le migliori del mondo, arriva inevitabile la grande chiamata. Non poteva non essere il Team Boels-Dolmans, che proprio dal 2021 si chiamerà Sd-Worx. Il 2021 è anche l’anno dell’ultima stagione da professionista di Anna van der Breggen, che fa giusto in tempo a passare il testimone al suo Delfino. L’avvicendamento avviene simbolicamente proprio alla Liegi, la prima grande vittoria della carriera di Vollering, in cui van der Breggen si mette a disposizione della giovane compagna per tirarle la volata, come farà anche nella Course by Le Tour de France.
Dopo il ritiro, AVDB sale in ammiraglia nel ruolo di direttrice sportiva, cercando di guidare Demi nei suoi primi passi da leader unica, con l’esigenza non solo di vincere, ma di essere anche il volto della new gen del ciclismo femminile, mentre l’epoca d’oro di Vos, van der Breggen e van Vleuten sta giungendo al termine. Un compito non semplice, anche perché il 2022 è la stagione leggendaria di Annemiek van Vleuten, che si prende Liegi, Giro d’Italia, Tour de France, Challenge by La Vuelta e mondiale in linea. Alle altre rimangono le briciole, a cominciare da Vollering, best of the rest ma comunque a distanze abissali nelle tappe di montagna del Tour. Nulla di cui preoccuparsi: con quel motore, questa squadra alle spalle e quella presenza in ammiraglia, era solo questione di tempo.
Storia di una tripletta
Il 16 aprile, Demi Vollering si presenta al via dell’Amstel Gold Race con due vittorie (Strade Bianche e Dwars Door Vlaanderen) e due secondi posti in cinque giorni di corsa. Nella corsa del Limburgo si impone con una stoccata negli ultimi due chilometri, sfruttando la presenza nel gruppo di testa della compagna Lotte Kopecky, nettamente la più forte allo sprint e in generale la miglior classicomane del mondo. Un’immagine vista e rivista nella primavera dominante della Sd Worx, una corazzata a cui è difficile anche solo cercare di opporre la resistenza. Alla Freccia Vallone però la squadra conta poco, ma servono delle gambe speciali per domare il Mur de Huy: Vollering si impone con una dimostrazione di superiorità netta, prendendo il muro in testa e lasciando tutte lì di passo sulle pendenze più dure, proprio come faceva Van Der Breggen. A questo punto, come se fosse scritto nel copione, non poteva non arrivare il sigillo sulla Doyenne: la vittoria più sofferta delle tre, battendo allo sprint Elisa Longo Borghini, per chiudere il cerchio a sei anni esatti di distanza dall’ultima tripletta delle Ardenne.
Ora la attende il test con le grandi corse a tappe, in cui dovrà cercare di spodestare van Vleuten, perché a un prodigio simile non si possono porre limiti. Dopo essere passata in cinque anni da ciclista nei ritagli di tempo a dominatrice della scena, dopo aver superato se stessa per raggiungere l’irraggiungibile, dopo una tripletta perfetta, Demi vuole continuare a prendersi tutto. E lo farà scrivendo la sua personalissima storia, ma ogni tanto ci farà il venire il dubbio che forse, parafrasando la celebre frase di Larry Bird su Jordan, stiamo vedendo Anna van der Breggen travestita da Demi Vollering.
(Immagine in evidenza: © Getty Images)
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