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Russia 2018: l’Inghilterra e quella autentica voglia di stupire

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Da tempo ormai, ben prima che la competizione prendesse il via, ci interroghiamo su quali possano essere le squadre accreditate alla vittoria finale: dal Brasile alla Spagna passando per i campioni del mondo in carica della Germania e le outsider Belgio e Croazia, i pronostici si sprecano.

Chi viene solitamente lasciata al di fuori di questi discorsi è l’Inghilterra, una nazionale che nonostante possa contare su una rosa di primo livello, riuscendo a sfruttare al meglio le potenzialità e l’appeal della Premier League, non riesce mai inspiegabilmente a fare quel salto di qualità che le permetterebbe di elevarsi a ‘potenza calcistica’ mondiale. Ciò può essere dovuto a una carenza di energie, fisiche ma soprattutto mentali, derivante dalla durata e soprattutto dall’intensità del campionato inglese, ma anche da una sfiducia, che oramai si respira in suolo britannico, dettata dall’incapacità di risalire la china e ‘rinascere’ dopo oltre 50 anni di delusioni (ultima vittoria mondiale nel 1966). Quello che viene maggiormente contestato infatti è il carattere remissivo e la mancanza di un’identità di squadra, con giocatori importanti e fuoriclasse (almeno nei rispettivi club) che non riescono ad emergere e ad esprimere al meglio le proprie abilità.

Eppure, a Russia 2018, pare sia cambiato qualcosa: la compagine d’oltremanica infatti, inserita nel gruppo G assieme a Belgio, Panama e Tunisia, dopo le prime due partite pare essere finalmente riuscita a trovare la giusta quadra, guidata dal mattatore Harry Kane (già a quota 5 reti dopo la prolifica stagione col Tottenham chiusa con ben 30 marcature in campionato). La squadra di Southgate, sebbene agevolata dall’aver sfidato avversari indubbiamente inferiori almeno a livello tecnico, è riuscita ad esprimere un buon calcio fatto di ragionamento e studio della partita che le ha permesso di avere la meglio e, allo stesso tempo, di prendere coscienza della propria forza.

A questo punto, non ci rimane che aspettare e vedere se saprà mantenere questo livello di concentrazione e gioco contro una squadra impetuosa e affamata come il Belgio, che certamente rappresenterà per la nazionale dei Tre Leoni uno snodo fondamentale per capire non solo quello che sarà il suo cammino al Mondiale ma anche per definirne il futuro e il margine di crescita dei prossimi anni.

Leonardo Parigi
Nella mia vita ho praticato e seguito svariati sport e tutti mi hanno lasciato qualcosa, in cima alla lista il tennis e il calcio. Per passione ne scrivo.

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