Il nostro campionato di Serie A sta, al pari di tutti i campionati principali, effettuando la pausa per le partite della nazionale. Normalmente le pause settembrine non riscuotono simpatia, visto che ogni appassionato che si rispetti passa i mesi di luglio (salvo Mondiali o Europei) e agosto a bramare l’inizio del campionato, e, una volta iniziato, non fa in tempo a abituarsi che già deve affrontare una sosta di cui farebbe volentieri a meno, anche per il livello di forma che la nostra nazionale storicamente palesa in questo periodo. Ma non è questo il tema da affrontare. Cerchiamo invece di sfruttare questa pausa come una sorta di pausa di riflessione e interpretare i messaggi che le prime tre giornate ci hanno consegnato. L’uso del verbo “interpretare” è d’obbligo, in quanto sappiamo come possano essere distorti i messaggi consegnati dalle prime giornate e come i valori espressi da quest’ultimo possano essere quantomeno mutati in seguito se non addirittura ribaltati.
Abbiamo lasciato il nostro campionato con la Juve campione e dominatrice per la settima volta consecutiva; in realtà stavolta quelli che avrebbero gradito un appassionante arrivo in volata, erano stati illusi il 22 aprile dal gol di Koulibaly nello scontro diretto dell’Allianz Stadium, per poi essere disillusi la settimana dopo dalla sciagurata disfatta degli uomini di Sarri a Firenze, sommata al rocambolesco colpaccio dei bianconeri in casa dell’Inter. Insomma, anche stavolta possiamo dire che la Juventus ha vinto senza problemi, rispettando una differenza di valori che con il passare degli anni tende sempre più a aumentare, anche perché ogni estate esce rafforzata dal mercato in misura maggiore delle dirette avversarie. Questo ultimo mercato (forse il più appassionante degli ultimi 10 anni) non ha certo invertito la tendenza consegnando alla Juve semplicemente Cristiano Ronaldo, e togliendo Jorginho al Napoli e Nainggolan alla Roma senza che siano stati, almeno sulla carta, adeguatamente rimpiazzati; solo l’Inter si è rinforzata ma non sembra aver colmato il Gap di 23 punti che la separava dagli odiati bianconeri, al massimo sembra aver colmato i 5 dalla Roma e ridotto sensibilmente i 19 dal Napoli.
Quindi siamo partiti il 18 agosto con una griglia pressoché invariata: Juventus da sola in prima fila, con Napoli, Inter e Roma in seconda, decisamente staccate.
Come abbiamo anticipato, le prime partite della stagione tendono a non dire il vero, ma vediamo cosa è successo nelle prime tre giornate: la Juventus fa filotto soffrendo con due cosiddette “piccole” (Chievo e Parma) e praticamente passeggiando con una delle grandi (Lazio); il Napoli si toglie brillantemente in rimonta due ostacoli niente male chiamati Lazio e Milan, ma inciampa rovinosamente a Genova con la Samp e soprattutto prende sei gol in tre partite (a questa media chiuderebbe con 76 gol subiti a differenza dei 29 dello scorso campionato); la Roma fa solo quattro punti palesando problemi difensivi stranissimi, considerato che la difesa è praticamente la stessa dello scorso anno, quando in campionato era risultata la seconda meno violata; e infine anche l’Inter fa solo quattro punti vincendo una sola volta e nell’unica partita in cui mancava Icardi.
Insomma, di stranezze, come di consueto, ne abbiamo viste, ma tra le stranezze abbiamo riscontrato qualche costante: la Juventus ha barcollato ma non ha ancora lasciato punti per strada, mentre le dirette avversarie non solo hanno già lasciato qualcosa, ma hanno sbandato nel reparto dal quale si parte per creare i successi, ovvero la difesa. Quindi, pur prendendo tutto con il beneficio di inventario, siamo partiti con la Juve in prima fila e la partenza non ha sovvertito la griglia. Dimenticavo: e CR7? Non ha ancora segnato e già si sta aprendo un caso, ma ricordandoci che anche la scorsa stagione aveva stentato all’inizio (e abbiamo visto come l’ha chiusa) e visto quanto la sua astinenza ha inciso sui risultati della sua nuova squadra, il fatto che alla Juve manchi ancora il suo contributo realizzativo dovrebbe preoccupare ancora di più chi ha tutt’altro che a cuore le sorti della Vecchia Signora.
Possiamo quindi concludere che siamo ripartiti da dove eravamo rimasti, ma vediamo se le “ultime” trentacinque partite porteranno novità.
Ora dopo questa riflessione in pausa, o pausa di riflessione riposiamo il cervello, che dalla prossima settimana tra campionato e coppe europee di tempo per riflettere ce ne sarà molto poco, ma nessuno ne avrà poi gran voglia.
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