A cinque giornate dalla fine e con la vittoria dello Scudetto da parte dell’Inter, il campionato di Serie A sembra non aver nient’altro da dichiarare, se non fosse per la sfida particolarmente avvincente per la zona salvezza. Sono ben sette le squadre racchiuse in soli dieci punti a quattro giornate dal termine. Uno scenario che per numero di formazioni coinvolte e divario di punti risulta essere del tutto inedito negli ultimi dieci anni.
L’organico resosi protagonista nelle ultime quattro partite di campionato, con delle ottime prestazioni, è sicuramente il Cagliari guidato da Claudio Ranieri. Se ad inizio campionato infatti i sardi erano considerati dagli addetti ai lavori come una delle squadre sfavorite, nel girone di ritorno i rossoblù, soprattutto grazie all’innegabile centralità del tecnico romano, hanno dimostrato di essere i più in forma e i più costanti in termini di risultato rispetto ai diretti rivali.
È interessante dunque osservare il cammino del Cagliari, al fine di evidenziarne i meriti e i demeriti che l’hanno condotto ad essere tra i candidati di un’ampia contesa. Quella che sembra poter essere ricordata come la più incerta ed entusiasmante sfida retrocessione dell’ultima decade.
La storia e il presente di Sir Claudio
Il più grande innesto degli ultimi cinque anni è stato sicuramente Sir Claudio, allenatore caparbio, esperto nella gestione di momenti difficili, abile nell’ottenere sempre il massimo dai suoi calciatori. È ritornato alla guida dei sardi dopo l’esordio in Serie A su questa panchina nella stagione 1990-1991, le esperienze in giro per l’Europa e il raggiungimento del culmine della sua carriera con la vittoria del Leicester in Premier League. Ranieri ha deciso di fare ritorno nella piazza che l’ha lanciato in un momento particolarmente delicato per il Cagliari. Una squadra che al giro di boa della stagione scorsa, nel campionato di Serie B, si vedeva sprofondare nelle zone basse della classifica, con un bottino di ventidue punti in diciannove gare e con all’orizzonte l’incubo Serie C.
Fin da subito la rosa sembra cambiare rotta con Ranieri e nelle prime quattro partite infatti i sardi raccolgono ben dieci punti. Dopo la prima battuta d’arresto a Modena, continuano nella risalita raccogliendo trentotto punti in venti gare, sedici in più del girone di andata. Così il Cagliari accede ai play-off, conclusi con la vittoria grazie al goal decisivo dell’intramontabile Leonardo Pavoletti nei confronti del Bari. I sardi tornano nella massima serie a solo un anno di distanza dalla retrocessione.
I risultati mediocri e le difficoltà nella stagione attuale
Nonostante i sei punti messi a segno nelle ultime quattro giornate, contro avversari sulla carta nettamente superiori e fondamentali per infondere morale nell’ambiente, i numeri finora conseguiti confermano il pessimo andamento di questa annata. Il girone di andata chiuso con dieci sconfitte, sei pareggi e tre vittorie sembrava preludere ad una retrocessione certa. Dopo alcune voci sull’eventuale dimissione di Ranieri, intenzione confermata dallo stesso tecnico, la squadra ha reagito, invertendo immediatamente rotta. Nel girone di ritorno i risultati sono nettamente superiori alle aspettative, con i rossoblù che raccolgono diciassette punti in quattordici partite. Al di là dei punti sono le prestazioni a convincere. Infatti i pareggi come quelli ottenuti nel mese di febbraio a Udine e Napoli e le vittorie contro i diretti rivali Empoli e Salernitana, unite ai risultati utili nelle ultime quattro uscite contro Verona, Atalanta, Inter e Juventus, segnano la svolta probabilmente decisiva. Risultati che certificano le ambizioni della formazione sarda.
La duttilità della rosa e l’importanza dei singoli
Ranieri anche quest’anno ha dovuto adattarsi alla rosa cercando di ottimizzare al meglio le potenzialità dei suoi calciatori. La scarsità delle operazioni di calciomercato a inizio stagione ha costretto Ranieri a proporre differenti stili di gioco e a variare altrettanti moduli. Sintomo di un tentativo da parte del mister di trovare spesso una quadra, ancora non del tutto collaudata. Nonostante le grandi prestazioni dello scorso anno, la convinzione di poter competere facilmente per un piazzamento a metà classifica si è mostrata del tutto illusoria, con una formazione mai in grado di competere per tale obbiettivo. Lungo la stagione il Cagliari si è visto più di una volta rivoluzionato, oscillando dalla difesa a quattro a quella a cinque e passando spesso per quella a tre. Indice di una poca stabilità tecnico-tattica.
Nahitan Nandez durante Hellas Verona-Cagliari dello scorso dicembre
Per colmare questa incertezza però Ranieri ha potuto ancorarsi ai suoi imprescindibili. Il protagonismo di Antoine Makoumbou n’è la prova: stabilmente titolare nella zona mediana del campo da inizio stagione. Altro punto fermo poi è sicuramente il centrocampista, quest’anno adattato ad esterno, Nahitan Nandez, fondamentale negli schemi dei rossoblù per forza e instancabile corsa. Caratteristiche che sono valse all’uruguaiano l’attenzione da parte di importanti club, intenzionati a sottrarlo all’undici titolare sardo. L’ultimo ma non per importanza, anzi considerabile la rivelazione di questi ultimi anni, è il giovane Zito Luvumbo, chiamato dalla primavera cagliaritana e da due anni in forza alla prima squadra. Saldamente al centro del progetto di Ranieri, grazie alla sua velocità e all’agilità che lo contraddistingue, assicura al Cagliari un po’ di spregiudicatezza e pericolosità in attacco, derivate dai frequenti contropiedi, particolarmente veloci e insidiosi. È questa dunque la spina dorsale del club sardo, con la quale proverà a centrare l’obbiettivo stagionale in queste ultime gare, cercando di archiviare definitivamente il discorso salvezza.
La decisività del calciomercato
L’arrivo di forze fresche nella sessione di calciomercato invernale era facilmente preventivabile, ma la buona risposta della rosa tutt’altro. Il Cagliari è stato capace da subito di macinare punti, recuperando terreno sulle avversarie e assottigliandone il divario.
Nel calcio è certo risaputo il valore dei colpi di mercato e l’impatto di questi sui risultati di un gruppo. L’acquisto di singoli nel corso della stagione si rivela spesso essere decisivo, soprattutto ai fini di ripristinare una condizione di crisi forte. È questo il caso del Cagliari e dei suoi neoacquisti, a partire dal difensore colombiano Yerry Mina, dimostratosi fondamentale ai fini di un miglioramento del reparto difensivo. Quest’anno i sardi hanno subito finora cinquantasei reti, certificandosi come la quarta peggior difesa del campionato.
La scelta di prendere il centrale colombiano nasce proprio da qui, dall’esigenza di avere un interprete dallo spessore decisivo nella retrovia sarda. Un difensore capace di imporsi per temperamento, personalità e sufficiente esperienza del ruolo. Un altro acquisto di grande incisività è stato poi quello di Gianluca Gaetano, ad oggi capocannoniere della squadra a parità con il compagno di reparto Nicolas Viola, entrambi fermi a cinque reti. Dato che chiarisce l’intenzione di Ranieri di rendere il reparto offensivo più efficace, fino ad oggi dimostratosi sterile con sole 36 reti all’attivo. Le premesse a inizio campionato sembravano le migliori con un Gianluca Lapadula in forma smagliante, capocannoniere della Serie B l’anno precedente con 21 goal, e l’arrivo di un calciatore fisico ed esperto come Andrea Petagna, grande finalizzatore in serie A con 49 goal all’attivo in 240 partite. Convinzioni presto infrante in seguito ai ripetuti problemi fisici che hanno costretto il primo a mezzo servizio per tutta la stagione e il secondo che, dopo 18 presenze, ha dovuto fermarsi per un infortunio al polpaccio, il quale lo vede ancora relegato ai box ma in recupero in vista delle ultime gare. Assenze che alla lunga sicuramente hanno avuto un certo peso specifico per la prolificità della squadra in termini di goal, non a caso cercata di colmare proprio con l’innesto dell’attaccante napoletano, volto a dare maggiore vitalità, genialità, tecnica e un pizzico di fantasia all’attacco sardo.
Un popolo, un’isola per l’impresa
Il momento dunque per il Cagliari sembra propizio. La direzione intrapresa in questo slancio finale particolarmente difficoltoso, con tre gare lontano dalle proprie mura, sembra poter essere deleterio per i sardi. Privati del sostegno dell’Unipol Domus proveranno a chiudere il discorso in proprio favore, presumibilmente negli scontri decisivi. Il primo già contro il Lecce nella 35° giornata, ma soprattutto contro il Sassuolo nella penultima di campionato, dove con ogni probabilità si decreteranno le sorti della stagione per entrambe. Sarà fondamentale la gestione dei calciatori dunque, aspetto fondamentale per assestare gli ultimi colpi, tipici della formazione sarda nello strappo finale della competizione.
Gigi Riva in azione durante il campionato di Serie A 1969
Riuscire nella salvezza significherebbe molto, sia in termini di obbiettivi che come reputazione per il club. Un’altra impresa verrebbe inanellata e contribuirebbe inevitabilmente all’ascesa momentanea della società, rinvigorita dalla promozione esaltante ed eroica dell’anno scorso e desiderosa di un’affermazione in massima serie. Una sfida che arriva in anno sentimentalmente complesso a seguito della scomparsa del mito sardo, Rombo di Tuono, Gigi Riva. Quel capitano che al Cagliari ha regalato il culmine della sua storia con la vittoria scudetto nella stagione 1969-70. I rossoblù hanno dunque l’onore di provare ad omaggiare questo eterno campione nel miglior modo possibile: la salvezza di una città, di una terra, di un popolo.
Immagine in evidenza: ©Cagliari Calcio, X
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