Il Sei Nazioni maschile è appena terminato, ma l’appuntamento con il rugby internazionale continua. Sabato 3 Aprile parte il Women’s Six Nations, la versione femminile della competizione
A causa della situazione sanitaria il torneo ha rischiato perfino di non essere giocato, ma fortunatamente è stato soltanto rinviato di un mese.
In questo articolo vi presentiamo quindi quattro buoni motivi per guardare il Women’s Six Nations 2021.
1️⃣ Un nuovo format
Quest’anno il Sei Nazioni femminile vedrà alcune novità, su tutte un format rivoluzionato a causa della pandemia. Le sei squadre europee non si sfideranno più nella formula del round robin, con partite tutti contro tutti di sola andata, ma vi saranno due pool da tre squadre ciascuno.
Ogni squadra disputerà quindi due partite nella fase a gironi, una in casa e una in trasferta, per poi giocare le finali contro la corrispettiva del girone opposto nel Super Saturday il prossimo 24 Aprile.
Pool A: Inghilterra, Italia, Scozia. Pool B: Francia, Irlanda, Galles.
— Women’s Six Nations (@Womens6Nations) March 23, 2021
2️⃣ Chi spodesterà la regina?
L’Inghilterra è la vera favorita al titolo. Sarah Hunter e compagne hanno realizzato il Grande Slam nelle ultime due edizioni del torneo e di sicuro quest’anno vorranno confermarsi come la squadra da battere, con un sguardo al Mondiale 2022.
Chi scalzerà le inglesi dal trono? A metter i bastoni tra le ruote alle Red Roses potrebbero esserci la Francia, l’Irlanda e, perchè no, anche la stessa Italia.
Les Bleus hanno vinto l’ultima volta nel 2018, ma sono senza dubbio le favorite nel Pool B; mentre le irlandesi sono forse l’incognita della competizione, viste le ultime stagioni altalenanti. Restano ugualmente una squadra di livello, oltre che l’unica insieme a Francia ed Inghilterra a laurearsi campione.
Anche l’Italia, nel Sei Nazioni dal 2007, avrebbe qualche possibilità di dire la sua, ma il calendario non le sorride troppo, considerando l’esordio con le campionesse in carica dell’Inghilterra.
Pertanto, la lotta al titolo potrebbe essere più accesa del solito, un altro valido motivo per seguire questo torneo.
Fuori dalla corsa sembrano invece Scozia e Galles, due squadre che non hanno mai vinto questa competizione e che, molto probabilmente, si troveranno nuovamente a lottare per non ottenere il Cucchiaio di legno.
3️⃣ L’Italia può fare bene?
Le azzurre di coach Andrea Di Giandomenico si sono dimostrate in più occasioni in grado di competere con le grandi. Come avvenne nel 2019 quando arrivarono seconde dietro solo all’Inghilterra, anche grazie ad una storica vittoria sulla Francia.
Il gruppo presenta il giusto mix tra giovanissime di belle speranze, come le classe 2001 Francesca Sgorbini (ASM Romagnat) e Vittoria Ostuni Minuzzi (Valsugana Rugby Padova), e diverse giocatrici già affermate ad alto livello, tra cui Giada Franco (Colorno), Melissa Bettoni (Stade Rennais) e Sara Barattin (Arredissima Villorba, 95 caps con la nazionale).
Per quanto riguarda la fase a gironi, le azzurre, guidate dalla capitana Manuela Furlan, tenteranno dunque l’impresa con le inglesi al Lanfranchi di Parma, poi affronteranno la compagine scozzese allo Scotstoun di Glasgow. Tutte le partite dell’Italia saranno disponibili in diretta su Eurosport.
L’obbiettivo primario per la nostra nazionale deve essere almeno il quarto posto. Un risultato già raggiunto l’anno scorso, in modo tale da salire ulteriormente nel ranking mondiale, dove l’Italia ricopre al momento la settima posizione.
4️⃣ Lo strano spettacolo degli stadi vuoti
Nell’ultimo anno la situazione sanitaria non ha permesso l’accesso al pubblico a moltissimi sport, compreso il rugby (perlomeno in Europa). Tuttavia, le varie squadre, maschili e femminili, di club e non, sono riuscite comunque a regalarci tante emozioni.
Questo Women’s Six Nations non sarà sicuramente da meno, con alcuni stadi iconici a fare da cornice alle mete, ai placcaggi e alle mischie – anche se l’assenza dei tifosi sugli spalti si farà sentire.
Tra i sei stadi designati per il torneo spiccano due in particolare: l’Energia Park di Dublino, storica casa delle formazioni del Leinster (l’unico del torneo col campo interamente sintetico); e ovviamente il Cardiff Arms Park, nel pieno cuore della capitale gallese, con le sue suggestive tribune all’ombra del leggendario Principality Stadium.
Il Sei Nazioni femminile è finalmente tornato a far compagnia agli amanti della palla ovale e non solo, con un format inedito e partite tutte da vivere: ci aspettano venti giorni di puro divertimento.
Immagine in evidenza: © Six Nations Rugby/Inpho Photography
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