Anomalia, singolarità, atipicità. Sostantivi inseriti in quadro piuttosto delineato, sostantivi i quali procedono di pari passo con la competizione tanto agognata dai calciatori, ma non approvata da numerosi club del mondo. Tra scandali ed indecenze, seguiti da scorie di turpitudine, il Qatar ha già aperto le porte alla 22esima edizione della Coppa del Mondo. Trentadue nazionali suddivise in otto gironi si sfideranno per arrivare a vincer il trofeo calcistico più ambito del mondo. The last dance of Messi and Ronaldo, la “Garra Charrúa” delle nazionali del Sud America, il desiderio di riscatto dei Tre Leoni, il talento sopraffino dei Blues di Deschamps. Il calcio, tuttavia, ha insegnato a non dar nulla per scontato, soprattutto se si considerano le outsider delle svariate edizioni di ciascun Mondiale nel corso della storia calcistica. Si preannuncia un Qatar 2022 ricco di colpi di scena.
GALLES
Incluso in girone denso di fascino e di intrecci noti nella realtà storica del passato, i Dragoni approdano in terra qatariota a caccia di lustro e di nuovi successi in una dimensione quasi ignara alla popolazione gallese. Questa nazionale vanta soltanto un’adesione ai campionati del mondo. Il Galles partecipò per la prima volta ai Mondiali nel lontano 1958, quando il torneo era ospitato dalla Svezia. Il cammino per la qualificazione fu comunque alquanto complesso ed atipico. La nazionale gallese sfruttò le difficoltà politiche dell’Egitto e del Sudan per proseguire il proprio percorso e raggiungere i quarti di finale, poiché inizialmente non strappò il pass per la fase finale. Fu il Brasile, alla fine incoronato campione, ad intralciare i progetti dei Dragoni, desiderosi di successo nel segno di un Mondiale memorabile. A Qatar 2022 Gareth Bale, stella della formazione allenata da Page, insegue l’ultima chance in un campionato del mondo. Il Galles, invece, vuole vivere nuovamente le sensazioni positive della sua aurea aetas e tornare ai vertice del calcio internazionale.
MESSICO
Spavento, timore e perché no anche terrore. Paura per non essere mai andato oltre gli ottavi di finale dei Mondiali, nonostante le 16 partecipazioni alle Coppe del Mondo. I migliori piazzamenti del Messico in questa competizione nel corso della storia furono i quarti di finale, raggiunti nelle edizioni casalinghe del 1970 e del 1986. E la stessa paura, suscitata dal Chucky Lozano, uno dei migliori calciatori della rosa degli aztechi, e dal resto della nazionale messicana, potrebbe essere la risorsa consona a sognare un traguardo importante. Anche perché la squadra allenata da Martino ha disputato il maggior numero di competizioni ufficiali nella storia dalla sua fondazione: ben nove tornei. Insomma, i presupposti per incutere preoccupazione agli avversari non mancano, come anche le possibilità di andare lontano per le qualità tecniche di alcune individualità. Numerose sono, tuttavia, le difficoltà nel passare un girone alquanto complicato, nel quale sono presenti Argentina, Polonia ed Arabia Saudita.
COSTA RICA
Messi e Ronaldo saranno pure i protagonisti principali del Mondiale, ma non si concretizzerà soltanto la loro ultima last dance. In Qatar sarà l’ultima volta anche per la generazione di Keylor Navas, cardine della Costa Rica ed artefice preminente della recente rinascita di questa nazionale. Già perché il passato de La Tricolor sembra essere glorioso: le cinque partecipazioni ai campionati del mondo non possono passare inosservate per la qualità straordinaria delle diverse generazioni costaricane, emersa in determinati momenti della storia. In particolare nell’ultimo decennio, quando la squadra centrò i quarti di finale del Mondiale giocato nel 2014 in Brasile, il miglior piazzamento mai raggiunti prima d’ora dai sudamericani. Non è una cenerentola, men che meno una squadra esordiente. La Costa Rica si approccia a vivere il suo terzo Mondiale consecutivo e chissà se proprio in Qatar dirà la sua per risollevare le sorti di un paese “felice”, ma avaro di successi emblematici.
SENEGAL
Orfana dell’assenza della stella Mané, operato in Austria e dunque non disponibile per il Mondiale, la nazionale senegalese resta una delle possibili mine vaganti della competizione. Reduce dal successo in Coppa d’Africa contro l’Egitto di Salah, la rosa è imbottita di calciatori di spessore: da Gueye a Mendy, passando attraverso Koulibaly e Diallo, per non parlare dei talentuosi Sarr e Dia. Insomma, il Senegal può contare su giocatori fantastici, alcuni di fama internazionale, nonostante il forfait di Sadio, trascinatore indiscusso degli africani. Quest’ultimi, tuttavia, hanno aderito a due fasi finali del campionato mondiale di calcio, tra le tre partecipazioni nel corso della loro storia. Il piazzamento più distante nel torneo dei Leoni della Teranga sono stati i quarti di finale raggiunti nel 2002, miglior risultato di sempre per una nazionale africana. Superare le insidie del proprio girone, non sarà una passeggiata, ma la nazionale senegalese ha tutti gli ingredienti per elaborare una ricetta piuttosto intrigante.
MAROCCO
Se sarà una cenerentola o meno, soltanto il tempo lo rivelerà. Sta di fatto che il Marocco possiede una rosa di altissimo livello, costituita da calciatori dalle abilità sorprendenti. La nazionale si augura di essere la sorpresa del Gruppo F dei Mondiali in Qatar 2022. L’obiettivo è la qualificazione agli ottavi di finale, anche il miglior piazzamento nella storia dei campionati del mondo. I leoni dell’Atlante, inoltre, sono stati i primi africani arabi ad aver raggiunto gli ottavi di finale dei Mondiali, in una delle sei edizioni a cui hanno preso parte. Hakim Ziyech è il giocatore più significativo, oltre ad Hakimi e Mazraoui. Fari puntati poi su Cheddira, bomber e trascinatore del Bari, il quale sta facendo faville in Serie B. Regragui, ct della nazionale marocchina, dovrà privarsi di Harit, 25enne talentuoso del Marsiglia, infortunatosi a pochi giorni dall’avvio della competizione.
COREA DEL SUD
Com’è che si dice? “Beato tra le grandi“? Ah no, forse era “beato tra le donne“, ma vale la prima espressione per la Corea del Sud. Già perché è stata inserita in un girone di ferro, date le presenze di Portogallo, Uruguay e Ghana. Ma non avendo nulla da perdere, possibili sorprese potrebbero essere dietro l’angolo. Da circa sessant’anni, questa nazionale è tra le migliori dell’Oriente sia all’interno dei confini del proprio continente sia al loro esterno. Le tigri asiatiche contano dieci partecipazioni alle Coppe del Mondo e potrebbero essere le outsider non soltanto del proprio girone, ma dell’intera competizione. Storica l’edizione del 2002, nella quale la nazionale asiatica, guidata all’epoca da Hiddink raggiunse le semifinali. Kim Min-jae e Heung-min Son naturalmente sono gli uomini chiave della formazione allenata da Bento, , ma occhio anche a Hee-chan dei Wolves e Ui-Jo dell’Olympiacos.
Comments