Non credo che sia mai successo che un campionato di Serie A fosse chiuso dopo sole sette giornate. La Juventus, nel big match dell’Allianz Stadium, si è dimostrata di un livello superiore al Napoli, che è un livello sopra le altre, vincendo per 3-1 e portandosi già a +6. Partita superba di Cristiano Ronaldo e Mandzukic, mentre la squadra di Ancelotti può recriminare per aver, sul risultato di 2-1 e in inferiorità numerica, sprecato l’occasione del pari con Calejon. Sei punti dopo un mese di campionato suonano come una sentenza: quest’anno si corre per il secondo posto.
Per la corsa si è rifatta sotto l’Inter, che, con la vittoria contro il Cagliari, ha centrato il terzo successo di fila, portandosi a quota 13 punti, a sole due lunghezze dal Napoli. Grande prova, coronata dal primo gol in Italia, per Lautaro Martinez, attaccante moderno, capace di fare reparto da solo. Ottimi anche De Vrji e il redivivo Borja Valero, la cui esperienza potrà essere utile in futuro. Appaiata ai nerazzurri c’è la Fiorentina, reduce dal successo casalingo contro l’Atalanta. Prova non convincente della viola, che sblocca il risultato solo grazie a un rigore inventato in seguito a simulazione di Chiesa (il ragazzo ha talento, faccia attenzione alle etichette).
Milan e Roma escono dalla crisi. I giallorossi, nel derby, hanno surclassato la Lazio nel gioco, nell’intensità e sotto l’aspetto psicologico. La squadra di Inzaghi è entrata in campo intimorita, mentre quella di Di Francesco ha iniziato la partita con la convinzione di portarla a casa. Ce l’ha fatta grazie alle magie di Pellegrini (terzo gol di tacco per la Roma) e Kolarov. In casa bianconceleste non può passare inosservata la forma imbarazzante degli uomini chiave: Luis Alberto e Mlinkovic-Savic. Urge un rimedio per recuperare i due talenti. Molto bene i rossoneri, che si impongono per 4-1 in casa del Sassuolo, riuscendo, finalmente, a non farsi rimontare una volta andati in vantaggio. Suso e Kessié straripanti. Bene anche Abate, decisivo sullo 0-0 con un salvataggio su Di Francesco.
Dulcis in fundo non si può non parlare di Piatek e della Genova calcistica. Il bomber polacco, con la doppietta contro il Frosinone, ha trovato la settima e l’ottava rete in sole sei partite. Ogni pallone che tocca si trasforma in oro e chissà se, di questo passo, non possa battere il record di Higuain di 36 gol. Intanto i suoi centri trascinano il Genoa a 12 punti, che, vincendo il recupero a San Siro con il Milan, potrebbero diventare 15, come il Napoli. Bene la Sampdoria, che torna a vincere dopo tre turni, grazie al leader Quagliarella, sempre più formato nazionale. Il bomber di Castellammare ringiovanisce con gli anni e, al momento, è l’attaccante italiano più in forma. Una sua chiamata potrebbe far bene a una nazionale che ha bisogno di leader per rifondarsi.
Non ci sono più parole per descrivere le nefandezze del Var, né per la pochezza di Frosinone e Chievo. I clivensi, senza contare il -3 in classifica, ha due punti, frutto di cinque sconfitte e due pareggi, mentre i ciociari hanno un solo punto e non hanno mai dato l’impressione di poter vincere. La retrocessione, per entrambe, sembra inevitabile dato che il quart’ultimo posto, occupato dal Cagliari dista sette punti dal Chievo e cinque dal Frosinone.
Ps. L’addio di Marotta, nei tempi e nei modi, resta avvolto nel mistero. Quel che è certo è che, ora, su piazza c’è il miglior dirigente degli ultimi 10 anni del calcio italiano
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