Road to Tokyo è il nostro viaggio di avvicinamento ai Giochi Olimpici. Di tappa in tappa scopriremo le discipline, i protagonisti, le diverse competizioni, le speranze azzurre e tutto ciò che caratterizzerà le vicine Olimpiadi. Salite a Bordo!
Da molti anni l’arrampicata sportiva gode di un successo crescente, tanto che è stato deciso di inserirla nel programma olimpico di Tokyo 2021.
Proprio a causa di questa novità, è necessario effettuare una sorta di “guida” alla disciplina, delineandone una breve storia, regole e atleti top.
Nella capitale giapponese le medaglie verranno assegnate sulla base di una classifica data dalla moltiplicazione dei piazzamenti ottenuti in tre diverse competizioni: Speed, Boulder e Lead; queste, dunque, andranno a costituire una “combinata”.
Analizziamo brevemente le tre diverse specialità:
- Speed (“Velocità”). Questa prova consiste nel percorrere una parete di 15 metri d’altezza nel minor tempo possibile. Sulla sua cima si trova un pulsante da premere per fermare il cronometro. Come protezione viene utilizzata una corda dall’alto. Si tratta di una disciplina molto spettacolare, in quanto gli atleti si sfidano in un testa a testa su due percorsi paralleli, in un torneo ad eliminazione diretta.
- Boulder. Si svolge su tracciati corti, di 5 metri d’altezza massima. In questo caso, l’atleta non è assicurato da una corda di protezione, ma viene posizionato un materasso alla base della parete per attutire un’eventuale caduta. Lo scopo è quello di raggiungere il punto più alto, chiamato top. Se l’atleta cade, può riprovare la scalata. Il punteggio finale è dato dal numero di prese effettuate e il numero di tentativi utilizzati per raggiungere la cima in un tempo massimo prestabilito: in genere, 4-5 minuti.
- Lead (“Difficoltà”). Si disputa su una parete al massimo di 12 metri di altezza. L’obiettivo è quello di raggiungere la cima (top), impugnandola con entrambe le mani. Ad ogni presa viene assegnato un punteggio e si deve seguire un percorso obbligatorio, rispettando tutti i punti di protezione, senza saltarne neanche uno. Qualora il concorrente dovesse perdere la presa e dunque l’equilibro, la sua prova risulterebbe conclusa.
La decisione di unire queste tre discipline ha suscitato diverse polemiche, tra gli addetti ai lavori, in quanto il livello tecnico raggiunto negli anni in ognuna di queste, ha portato gli atleti a specializzarsi.
Tuttavia, Shauna Coxsey, climber inglese vincitrice di due Coppe del mondo di bouldering, l’ha vista come un’occasione per apprendere nuove abilità ed ha affermato in merito che: “sarebbe un po’ come chiedere a Bolt di correre prima una maratona, poi gli ostacoli” ma poi afferma che gli specialisti del bouldering, tra cui lei, “sono più portati ad una transizione verso la velocità, in quanto esprimono più forza esplosiva”.
Stiamo parlando di atleti che ogni giorno superano limiti, naturali e artificiali, per raggiungere vette di pareti impossibili: dunque, è realistico pensare che essi affrontino positivamente questa sfida.
La promessa, da poco ufficializzata da parte del CIO, è quella di assegnare una medaglia ad ogni singola disciplina, a partire dalle Olimpiadi di Parigi 2024.
STORIA
Si tratta di uno sport abbastanza recente, nato sul finire del secolo scorso. La prima competizione di arrampicata sportiva risale, infatti, al 1985, e si svolse proprio in Italia, a Bardonecchia. Nella località piemontese si disputò la prima gara di Lead al mondo. La rassegna, ancor oggi molto ambita, è conosciuta come “SportRoccia”.
Quattro anni dopo, nel 1989, si inaugurò la Coppa del Mondo; le discipline presenti erano due: Lead e Speed. L’UIAA, The International Climbing and Mountaineering Federation, fu finalmente riconosciuta come disciplina sportiva a tutti gli effetti.
Nel 1991 Francoforte ospitò il primi Campionati del Mondo che si rivelarono un vero e proprio successo. Da allora, questa competizione avrà cadenza biennale.
Nel 1997 nacque l’ICC (International Council for Competition Climbing), organismo interno all’UIAA, dedicato esclusivamente alla disciplina sportiva.
Un anno dopo, venne aggiunto il Bouldering tra le specialità dell’arrampicata.
Nel 2007, 48 federazioni nazionali si unirono per fondare la IFSC, Federation International of Sport Climbing, una vera e propria federazione indipendente, riconosciuta dal CIO.
Il successo più importante venne ottenuto a Rio de Janeiro, il 3 agosto 2016, quando il Comitato Olimpico Internazionale decise di inserire l’arrampicata nel programma dei XXXII giochi estivi, quelli di Tokyo 2020.
ATLETI PRINCIPALI
Ai Giochi Olimpici vedremo 32 climbers, 16 uomini e 16 donne.
Tra i primi, possiamo considerare come favorito uno dei due atleti di casa, Tomoa Narasaki; si tratta del campione del mondo in carica nella Combinata Olimpica, oltre che vincitore dell’ultima Coppa del Mondo di bouldering. Altro grande protagonista sarà il trentenne austriaco Jakob Schubert, vincitore di 13 Coppe del Mondo e 3 volte campione mondiale (lead, bouldering e combinata). É vietato non considerare anche il ceco Adam Ondra, vero e proprio asso dell’arrampicata; il suo palmares vanta 7 Coppe del Mondo, 5 titoli mondiali e un titolo europeo. Nell’ultima stagione disputata interamente, quella 2019, si è aggiudicato praticamente tutto nella lead: Coppa del Mondo, titolo mondiale ed europeo.
Per quanto riguarda le donne, la principale indiziata ad un successo a cinque cerchi è la giovane slovena, classe 1999, Janja Garnbret. Se pensiamo che nel 2019 ha conquistato 3 titoli mondiali, lead, bouldering e combinata, e 2 Coppe del Mondo, bouldering e combinata, chi meglio di lei può ambire ad una medaglia d’oro? A renderle la vita difficile, ci saranno le due atlete giapponesi, Akiyo Noguchi e Miho Nonaka, le quali potranno godere dei favori del pubblico di casa – sempre ammesso che ci sia. Da tenere d’occhio anche l’esperta atleta inglese Shauna Coxsey, già citata in precedenza.
SPERANZE ITALIANE
In campo maschile, saranno due gli atleti azzurri che prenderanno parte alla competizione a cinque cerchi.
Ludovico Fossali, nato nel 1997, campione mondiale in carica nella speed. Come già detto, per un atleta specializzato nella velocità è difficile competere in tutte e tre le discipline; la speranza è quella che il trentino possa comunque cavarsela in modo egregio.
Vedremo in partenza anche il venticinquenne altoatesino Michael Piccolruaz, qualificato grazie al quattordicesimo posto ottenuto nella combinata ai Campionati Mondiali 2019, tenutisi proprio in Giappone, a Hachioji.
Le speranze azzurre, nella gara femminile, ricadono su Laura Rogora, classe 2001: nella sua breve carriera l’atleta romana vanta un argento ai Campionati Europei del 2019.
E’ importante sottolineare che l’Italia non ha partecipato all’edizione 2020 dei Campionati Europei, unica a causa della pandemia di Covid-19.
A Tokyo, le medaglie azzurre appaiono difficili ma, in uno sport come questo, dove un breve calo di concentrazione può fare la differenza, sarebbe un errore non sperare. Del resto, sognare non costa nulla.
ARRAMPICATA A TOKYO 2020, QUANDO VEDERLA
Le competizioni si svolgeranno dal 2 al 5 agosto presso l’Aomi Urban Sport Park. Le prime due giornate saranno dedicate alle qualificazioni, mentre le ultime due alle finali: femminili il 4 agosto, maschili il giorno successivo.
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