Calcio

Perché il Bayern Monaco ha puntato su Kompany

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Il Bayern Monaco ha scelto Vincent Kompany come nuovo allenatore. L’ex capitano del Manchester City, reduce dalla retrocessione con il Burnley in Premier League, avrà l’occasione di farsi notare sulla panchina di un club di caratura mondiale. Non mancano gli scetticismi, a causa della poca esperienza del belga e degli scarsi risultati arrivati in quest’ultima stagione. Vi spieghiamo il perché di questa scelta, seppur azzardata, dei bavaresi.

Dopo una stagione a dir poco complicata, il Bayern Monaco era da molti mesi separato in casa con l’ormai ex allenatore Thomas Tuchel. I risultati non sono arrivati e, dopo dodici anni senza neanche un trofeo, la società bavarese ha deciso di cambiare aria. I nomi del possibile sostituto, come un club blasonato di questo genere, erano ovviamente stellati: Antonio Conte, Ralf Rangnick, Roberto De Zerbi, Xabi Alonso e addirittura un possibile ritorno di Julian Nagelsmann. Il ds Max Eberl, però, ha scelto di virare su un profilo impronosticabile come Vincent Kompany, sua preferenza sin da subito. Una decisione a dir poco rischiosa, soprattutto per un club come il Bayern abituato a vincere tutto e subito. La speranza è che si dia tempo ad un allenatore che ha idee e che ha il temperamento adatto per guidare una piazza del genere.

La carriera di Kompany da allenatore

Kompany comincia la sua carriera da allenatore in Belgio nel maggio del 2019, quando fa ritorno all’Anderlecht per firmare un contratto da giocatore-allenatore. Le cose, a suo malgrado, non vanno benissimo decidendo di farsi da parte per quanto riguarda le scelte tattiche e pensare solo al campo. Si ritirerà ufficialmente dal calcio giocato nell’agosto del 2020, assumendo il ruolo di allenatore. Il suo Anderlecht esprime delle buone idee di gioco e in due anni riesce a centrare prima un quarto e poi un terzo posto in classifica, facendo esplodere anche un certo Joshua Zirkzee. Nell’estate del 2022 passa sulla panchina del Burnley, club appena sceso dalla Premier League e da sempre abituato al tipico calcio inglese, fatto di lanci lunghi e contatti fisici. Kompany darà una nuova identità ai Clarets, stravincendo il campionato con una squadra giovane e propositiva. Nella stagione appena conclusa, non è riuscito nuovamente a sorprendere, tutt’altro. A causa di un mercato non all’altezza dei canoni della Premier e all’acerbità della squadra (seconda più giovane per età media), il Burnley non ha potuto evitare la retrocessione, classificandosi al penultimo posto a quota 24 punti.

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La visione del Bayern

Vedendo la carriera da allenatore di Vincent Kompany, si può notare come la chiamata del Bayern possa essere azzardata: come può un club super vincente come quello bavarese, permettersi di chiamare un tecnico così inesperto e senza chissà quali successi come il belga? Bisogna fare chiarezza e immedesimarsi nel pensiero di Max Eberl. Innanzitutto, Kompany è un allenatore giovane e dalla buona cultura calcistica: ha giocato, da capitano, nel Manchester City e nella Nazionale belga, vincendo tantissimo. Proprio al City ha avuto l’onore di farsi allenare da Pep Guardiola il quale ha influenzato la visione calcistica di Kompany. Quindi non è di certo l’ultimo arrivato in termini di carattere e di gestione dello spogliatoio. C’è da dire che il suo è un profilo sostenibile, dato che, a differenza di un Conte, non richiede uno stipendio faraonico. Il Bayern, poi, ha bisogno di creare un nuovo ciclo partendo dall’allenatore. Negli ultimi sei anni, i bavaresi hanno visto susseguirsi ben quattro allenatori. Manca quindi una figura stabile che possa guidare e dare un’identità ad una squadra che, a maggior ragione quest’anno, sembra averla persa. Dare solidità partendo dalla panchina è una scelta giusta.

Le aspettative

Nella conferenza stampa di presentazione, Kompany ha spiegato la sua mentalità: “Sono cresciuto per strada, a Bruxelles. Nelle giovanili dell’Anderlecht si voleva solamente vincere. Voglio che i giocatori siano davvero coraggiosi con la palla. Serve avere personalità. Aggressività e coraggio rappresentano il mio carattere”. Poi ha detto una frase che fa intendere di che pasta è fatto: “Per me non è importante che la gente sia convinta prima, ma che lo sia dopo i risultati”. Kompany ha le idee chiare. Adesso bisognerà dimostrare ai tifosi di essere all’altezza di una chiamata del genere. Fondamentale sarà tornare a vincere e riuscire a riportare il Meisterschale in Bavaria, dopo che il Leverkusen è definitivamente esploso. A proposito del Bayer, la dirigenza bavarese ha preso una decisione simile a quanto fatto dalle aspirine due anni fa, quando arrivò Xabi Alonso all’epoca allenatore della Real Sociedad B in Liga2. Vero che il Leverkusen non ha lo stesso blasone del Bayern, ma è vero anche che bisognerà ripartire e farlo con un allenatore giovane. Un uomo brillante come Kompany è un’idea illuminante più che azzardata.

 Immagine in evidenza: © Bayern Munich, X

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Michele Del Fine

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