“Penna all’Atleta” è una rubrica in cui l’atleta diviene il protagonista completo dell’articolo e si racconta senza veli. I pezzi saranno tradotti dal rinomato sito americano The Players’ Tribune. Buona lettura!
Donovan Mitchell, Point Guard da Louisville scelto con la 13^ chiamata dai Jazz nel Draft 2017, è stato protagonista di una stagione da assoluto trascinatore nel suo anno da rookie in quel di Salt Lake City. Il classe ’96 ha infatti guidato la squadra allenata da Quin Snyder al 5^ posto in Regular Season al termine di una favolosa rimonta ( i Jazz erano decimi a metà annata ), uscendo poi al 2^ turno dei Playoff per mano dei Rockets di James Harden e Chris Paul, dopo aver battuto nel 1^ Round i ben più quotati Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook e Paul George.
Le cifre di Mitchell al suo 1^ anno nella Lega: 20.5 punti, 3.7 rimbalzi, 3.7 assist di media in 79 gare giocate.
Di seguito riportiamo il suo pezzo per The Players’ Tribune tradotto per voi, dove il ragazzo tira le somme della sua stagione:
“Non volevo scendere dall’aereo.
Una sensazione che non dimenticherò mai ( il non voler scendere dall’aereo ). È stata dura, amico. La partita era finita. La serie era finita. La stagione era finita. Davvero tante cose buone erano successe in questa stagione. Tante cose buone. Ma poi in quelle partite contro Houston, tutto di un tratto era, bene, OK…eccolo. L’intera faccenda è andata sprecata.
E adesso era tardi, avevamo perso e dovevamo volare a casa.
Penso che molte persone, osservando la nostra squadra dall’esterno…hanno probabilmente pensato: “Oh, questa stagione dei Jazz? Questa stagione dei Jazz è stata una vittoria”. Cioè, solo perchè avevamo battuto le aspettative e tutto il resto, bene o male era una vittoria.
Una vittoria morale.
Ma ciò che dovete capire è che non abbiamo battuto le nostre aspettative dal fatto di essere quel tipo di squadra soddisfatta con le vittorie morali. Abbiamo battuto le nostre aspettative dal fatto di essere soddisfatti con le vittorie.
Battiamo le nostre aspettative dal fatto di essere “killers”.
Se fossimo stati un tipo di team che si accontenta, probabilmente non saremmo andati da nessuna parte. È pazzesco se penso a quante scuse questa squadra avrebbe potuto ripiegare. Persa una grande stella nella Free-Agency. Avuto quel tipo di infortuni. Avuto questo backcourt composto da un nuovo ragazzo e da un rookie. Ma amico…in nessun momento qualcuno della nostra squadra ha pensato a queste scuse. Non abbiamo pensato alle nostre scuse, alle nostre aspettative, o cose di questo genere. Non abbiamo nemmeno avuto le “patatine sulle nostre spalle”! Sai come senti quello tutto il tempo, riguardo a come i ragazzi vengono snobbati, e quindi hanno le “patatine sulle loro spalle”? Con questa squadra, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di preoccuparci per quello. Non abbiamo nemmeno avuto l’ego per infastidirci per quello. Non ci stavamo a trastullare sulle preoccupazioni, o dove le persone si aspettavano, prevedevano o volevano che noi arrivassimo.
Tutto ciò che ci importava era diventare i migliori.
Tutto ciò che abbiamo sempre avuto nelle nostre menti come obiettivo era il titolo.
Ecco perchè è stata così dura scendere dall’aereo a Salt Lake City. Avevamo un obiettivo…e siamo andati vicini a riuscirci. Quindi per quanto ci riguardava, avevamo deluso questa città.
Ma poi qualcosa di fantastico è successo.
Scendemmo dall’aereo…
E tutti erano là a tifare per noi.
“I’ve never…had fans do that, so that was pretty big for us.” pic.twitter.com/D0e05FtvlO
— Utah Jazz (@utahjazz) May 16, 2018
E non era nemmeno solo il fatto che stavate tifando. Perchè come ho detto: quella non era una situazione in cui stavamo cercando delle vittorie morali. Nessuno in questa squadra voleva scendere dall’aereo, ed essere acclamati alla maniera di una vittoria morale, quel tipo di partecipazione come a voler dire “avete fatto il meglio che potevate”. Ciò che è pazzesco tuttavia è che i tifosi qui…tutti sapevano questo. Loro in qualche modo lo sapevano. È difficile da descrivere. Come puoi raccontare ciò che un gruppo di persone vuole trasmettere semplicemente dal modo in cui ti stanno acclamando. Non puoi davvero mettere il dito fino a quando non lo senti. Ma è come quando scendemmo da quell’aereo…e sentimmo quel tifo…ed eravamo in sincronia, amico.
È stato come: “Oh, l’hanno capito. Questa non è una vittoria morale. Questa è una sconfitta“.
Ma è solo una sconfitta temporanea, perchè l’anno prossimo torneremo, e l’anno dopo, e l’anno dopo ancora. È temporaneo, perchè questa non è la fine.
Questo è l’inizio di qualcosa di speciale.
Tutti i fan erano lì a mettere in evidenza ciò che avevi fatto, è difficile trovare le parole per dire quanto ha significato per me, in quel momento. Quanto ne avevo bisogno. E quanto avrò intenzione di sfruttarlo in questa off-season, usarlo come carburante per migliorare.
Per vincere la Western Conference.
Per portare un titolo a Utah.
E questo è solo vero. Il cielo è il limite qui. Abbiamo Rudy ( Gobert ), il sindaco di Swat Lake City. Abbiamo un trio di giovani guardie tra i più pericolosi nella lega composta da me stesso, Ricky ( Rubio ) e Dante ( Exum ). Abbiamo questo gruppo che fa di tutto, sia in campo che nello spogliatoio, composto da ragazzi come Jae ( Crowder ) e Joe ( Ingles ). Abbiamo uno dei migliori ( il più sottovalutato, se me lo chiedi ) allenatori della Lega, Quin Snyder. E amico, tu già lo sai:
Abbiamo i migliori tifosi del mondo.
Mi sembra pazzesco che soltanto un anno fa, stavo ancora decidendo se essere a pieno nella NBA, restare a scuola o entrare nel Draft. E ho preso la miglior decisione nella mia vita, nessun dubbio. In primo luogo, ho disputato un anno da Rookie di cui posso essere orgoglioso. Secondo, perchè amico…adoro questa lega. Ma forse più di tutto, so di aver preso la decisione giusta perchè sono finito nel posto dove mi sento di appartenere.
Giocare per questa squadra, per questa città.
Tifosi dei Jazz: ci si vedrà quest’estate, e vi vedrò tutti ad Ottobre sicuramente.
Se tutto va bene, la prossima volta che usciamo dall’aereoporto, porteremo il trofeo.
Donovan Mitchell
Link articolo versione originale: https://www.theplayerstribune.com/en-us/articles/donovan-mitchell-utah-jazz
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