La storia ci ha insegnato come – nella stragrande maggioranza dei casi – la squadra che subisce meno gol nell’arco del campionato finisca per sollevare la Coppa a fine maggio. Tra nuovi arrivi e vecchie certezze, lo scenario difensivo delle tre principali candidate alla vittoria della Serie A 2019/20 sembra voler continuare a seguire la rotta tracciata da questa regola non scritta.
JUVENTUS, aria di cambiamento
L’attenzione maniacale che Maurizio Sarri concede alla fase difensiva sembra aver trovato (almeno in teoria) l’interprete ideale in Matthijs De Ligt. Il nuovo acquisto bianconero – da ora verosimilmente in coppia con Chiellini – nella sua esperienza all’Ajax ha ampiamente dimostrato di avere tutte le qualità giuste per mantenere la linea difensiva alta, con il compito di accorciare il campo in avanti per favorire un pressing intenso e continuo, tipico delle squadre di stampo sarrista. Un’idea diversa dalla quale Bonucci e compagni erano abituati, con Allegri che pretendeva una formazione più bassa e compatta a ridosso della propria area in fase di non possesso. Vedremo se un reparto storicamente solido come la difesa della Juventus – rafforzatosi ulteriormente con Demiral e prossimo allo scambio Danilo-Cancelo con il City – saprà registrare una così differente linea di pensiero.
INTER, usato sicuro
Pochi, anzi pochissimi dubbi sull’efficacia difensiva delle squadre di Antonio Conte. La difesa a 3 è il marchio di fabbrica del tecnico leccese e la presenza di Skriniar e De Vrij può notevolmente facilitargli il compito. Ai due si è unito a parametro zero Diego Godìn, perno di due delle difese che sono state tra le meno battute in assoluto negli ultimi anni, quella dell’Atletico Madrid e quella dell’Uruguay. L’unica incognita è legata condizione fisica dell’uruguagio, la cui assenza è aggirabile da un cambio di modulo o dall’inserimento di Bastoni e Ranocchia, ma soprattutto di D’Ambrosio, spesso sottovalutato ma fondamentale nell’ultimo biennio nerazzurro. Scarsamente trattata è invece la conferma di Asamoah e ciò può rappresentare un errore: il ghanese ha già lavorato con Conte in passato e le sue capacità come esterno a tutta fascia in fase difensiva possono risultare determinanti. In linea generale, nonostante il cambio di allenatore, l’Inter presenta certezze a livello difensivo e di struttura tattica che poche in Europa possono vantare – perlomeno al 5 di agosto.
NAPOLI, un mix vincente
Forse se ne è parlato meno del dovuto, ma uno dei più grandi colpi dell’estate è stato affiancare la rapidità nel breve di Kostas Manolas alla potenza e al senso dell’anticipo di Koulibaly. Presa singolarmente, la coppia azzurra è quella che meglio di tutte si amalgama e si completa per caratteristiche, e con un allenatore come Carlo Ancelotti l’intesa non può far altro che migliorare. Con dei terzini che in alcune fasi della scorsa stagione hanno faticato non poco, era fondamentale ripartire da delle certezze, come nel caso dei due centrali appena menzionati e dell’instancabile lavoro in fase di copertura di Allan, parte integrante di meccanismi difensivi rodati e che collocano il Napoli immediatamente alle spalle della Juventus alla vigilia di questa stagione, pur essendosi quasi del tutto livellata la differenza con l’Inter.
Impossibile dire ad oggi chi abbia la difesa più forte: troppe incognite presenti e troppe variabili in gioco.
Ciò che rappresenta una certezza è che queste formazioni hanno in rosa elementi che lasciano pensare che la lotta Scudetto sarà senza dubbio affar loro, ma i numerosi cambiamenti in panchina, uniti alla presenza di formazioni ben più solide dello scorso anno, renderanno questa stagione di calcio nostrano una delle più imprevedibili di sempre.
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