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Odette Giuffrida – Un sogno che continua a crescere

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Salire sul tatami vuol dire entrare in un altro mondo. Si potrebbe definire un multiverso, in cui ci si ritrova da soli e divisi tra un “prima”, costellato di errori da non commettere, e un “adesso”, incerto ma nuovo. Nel momento in cui Odette Giuffrida ha conquistato, il 19 maggio di quest’anno, il titolo di campionessa mondiale di judo (nei -52kg) si è ritrovata nel suo “adesso” che ha plasmato da sola, con fatica e lacrime, ferite visibili e invisibili.

Il suo urlo, dopo aver usato un okuri ashi barai sull’uzbeca Keldiyorova, numero due del mondo, non era semplicemente un’espressione di felicità ma di liberazione. Ha liberato un sogno, un sogno che si trovava in un cassetto e che a volte veniva aperto, guardato e poi richiuso. Ma ciò che stupisce di quest’atleta, nata nel 1994 a Roma, è il suo senso di gratitudine che volge, in primis, verso se stessa e poi per chi la supporta costantemente. «Le lacrime continuano a scendere ogni volta che ci penso e io ho deciso di prendere un po’ di tempo per godermi quello che è appena accaduto». Inizia così il post sulla sua pagina Instagram, pubblicato il 22 maggio, tre giorni dopo la vittoria. Aveva bisogno di riassestarsi, di recuperare i momenti e le emozioni sfociate in quell’urlo liberatorio. Tre giorni. «Al mio ultimo mondiale, alla mia ultima opportunità di realizzare il mio sogno più grande, dopo anni e anni e molte sconfitte, nelle peggiori condizioni fisiche…ce l’ho fatta» continua il post.

Non è possibile sapere quanto fossero state scritte di getto queste parole cariche di forza e riconoscenza nei confronti di un traguardo completamente suo. È lei che ce l’ha fatta. Essere fieri di sé e dirlo a viso aperto, finalmente, non è più un tabù. Il dover dimostrare di essere costantemente considerati invincibili, innestando una malsana pressione, si sta allontanando dal mondo sportivo. A rimanere è la forma di rispetto per chi sale, come nel caso di Giuffrida, sul tatami e per chi sta a guardare. «Con questa medaglia vorrei che tutti possano capire che davvero tutto è possibile. Che non c’è bisogno di essere dei super campioni prestabiliti. Che non importa da dove vieni, se non sei perfetto, se a volte perdi, se non arriva tutto subito…ce la potete fare». Ed è qui che lo sport rilascia il suo insegnamento più importante, passando dall’azione alla trasmissione «lavorando duramente e credendoci anche quando siete i soli a farlo, potete farcela. Abbiate il coraggio e date a voi stessi l’opportunità di diventare tutto ciò che volete. Con le vostre fragilità, con le vostre paure, con le vostre debolezze, siate sempre voi stessi e create la vostra propria storia speciale. Ognuno di noi ne ha una. Questa è per tuti quelli che ci mettono il cuore sempre». Coraggio e lavoro, fragilità e paura, possedere una storia personale così simile eppure, allo stesso tempo, così diversa.

Giuffrida ringrazia se stessa e, attraverso ciò che lei vive e ha vissuto, comunica la sua di storia. Una storia incredibile, fatta di podi e medaglie oltre che di rammarico, delusione e rabbia, ma con la consapevolezza che, senza queste ultime, non sarebbe arrivato niente. «Ce l’ho fatta. Avevi ragione nonna. Tu lo sapevi dal 2011, io non ho mai smesso di credere a quelle tue parole e adesso…adesso lo sa tutto il Mondo. Sono campionessa del mondo». Il post termina così, con un brivido per chi legge, con il sorriso di chi, anche solo per un attimo, si è sentito vicino alle sue parole e a lei. Lei, Odette Giuffrida, che ha incorniciato un discorso di consapevolezza con quattro foto, le prime tre relative alla sua vittoria e l’ultima, forse la più bella, da bambina. Una bambina che, assieme ad altre, sorride felice, sdraiata su quel tatami in attesa di crescere, di continuare ad andare avanti da sola verso traguardi sempre più grandi.

«Mi sembra passato così poco tempo da quando partivo per Rio e sembra ieri che stavo per arrivare a Tokyo. Gli anni passano, cambiano ma le mie emozioni no. Mi sembra sempre come se fosse la prima volta. Mi sento come una bambina che finalmente, e aggiungerei meritatamente, sta per realizzare il suo sogno». Nel 2016, a Rio, Giuffrida conquista la sua prima medaglia olimpica: l’argento. Un sogno che si realizza, anche questo pieno di gratitudine e fiducia. Un sogno che, però, non rimane da solo perché si alimenta, diventando più grande fino ad arrivare al 2021, a Tokyo, con un’altra medaglia olimpica: il bronzo. Un bronzo che non è un semplice terzo posto. È un bronzo che si tramuta in un record: prima atleta europea nella categoria a vincere due medaglie in due diverse edizioni delle Olimpiadi. Per la seconda volta, il sogno c’è e viene realizzato.  Ma cresce, non si ferma perché Giuffrida sa che non può essere fermato. «È quello che voglio. È il momento di dare tutto, fino all’ultimo respiro. Di concentrarmi, staccare ogni tipo di distrazione e godermi tutto. Godermi ogni singolo giorno, sensazione, profumo di questa tanto voluta e combattuta terza Olimpiade». Un altro post, del 15 luglio, carico di gratitudine, coraggio e fierezza di sé. In foto c’è solo lei, che rege e guarda la bandiera italiana su cui è scritto «Mum, dad. I did it again and again».

A prescindere da come andranno questi Giochi Olimpici, dal 26 luglio all’11 agosto a Parigi, Odette Giuffrida andrà avanti per la sua strada ottenendo, grazie a se stessa, la soddisfazione di potersi dire, ancora una volta, «ce l’ho fatta».

Immagine in evidenza: © MinisteroDifesa, X

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Caterina Caparello

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