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“Non sapete cosa vi siete persi”: Boonen vs Cancellara e la Parigi-Roubaix 2008

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“Non sapete cosa vi siete persi” recitava una scritta anonima comparsa sui muri di un cimitero di Napoli nel 1987 in occasione del primo scudetto vinto da Maradona e compagni. In attesa che i partenopei ripetano a breve l’impresa, le medesime parole potrebbero esser utilizzate nei confronti della Generazione Z, figlia sì del web e della tecnologia, ma orfana di una delle sfide che ha tenuto banco nello sport per quasi un decennio: Tom Boonen vs Fabian Cancellara.

Non me ne vogliano i numerosi appassionati che in questi giorni hanno speso le proprie lacrime di fronte alle rimonte leggendarie di Tadej Pogacar o ai duelli estasianti fra Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, ma nulla potrà esser paragonato alle emozioni trasmesse da due corridori che hanno reso incandescente le pietre del Nord e che hanno diviso in due i fan delle due ruote.

Spiegare il perché questi atleti rappresentino appieno l’essenza di gare come il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix è molto complicato eppure basterebbe osservare gli ordini d’arrivo delle classiche primaverili a cavallo fra il 2005 e il 2016 per comprendere come fosse un continuo “ping-pong” fra il “mastino” belga e la “Locomotiva di Berna”. Il tutto a fronte alla presenza di specialisti di elevato calibro come Juan Antonio Flecha, Thor Hushovd, Alessandro Ballan, Stuart O’ Grady, George Hincapie,Stijn Devolder e Leif Hoste, destinati a spartirsi soltanto le briciole in un’epoca di cannibali.

Parigi-Roubaix 2008
Stuart O’ Grady scorta Fabian Cancellara © Sirotti

Temprati da un “apprendistato” agonistico al fianco di mostri sacri come Johan Museeuw e Peter Van Petegem, il velocista prestato al fango e il cronomen svizzero hanno saputo restituire dignità che, come più volte si è ripetuto durante gli Anni 2000, sono stati preda di “carneadi” alla ricerca della gloria di un giorno oppure di semplici “mestieranti” capaci di far segnare il proprio nome al fianco di quello di grandi come Fausto Coppi, Eddy Merckx e Bernard Hinault. Per comprendere appieno letteralmente cosa vi siete persi basterebbe sfogliare i giornali dell’epoca e percepire la tensione nei giorni precedenti alla gara, l’attenzione riposta sulle ricognizioni e la distribuzione equa del tifo fra chi preferiva la grinta dell’elvetico e chi l’arroganza del fiammingo.

La Parigi-Roubaix del 2008

L’esempio cardine di questa rivalità è l’edizione 2008 della Parigi-Roubaix, una sorta di resa dei conti dopo le polemiche legate a due anni prima che aveva consegnato il primo successo in carriera al portacolori della CSC dopo il “malandrino” passaggio a livello che aveva interrotto la corsa di “Tornado Tom”, ma non la possibilità di issarsi sul secondo gradino del podio dopo la squalifica di Hoste, Van Petegem e Vladimir Gusev.

Tolti di mezzo i vari ostacoli artificiali, Boonen e Cancellara ebbero modo di affrontarsi faccia a faccia sin dalla Foresta di Arenberg, una trappola naturale pronta a inghiottire chi non è assistito dalla natura. A farne le spese in quell’occasione furono Juan Antonio Flecha e Filippo Pozzato, scivolati sul pavé dell’Inferno del Nord e costretti a inseguire un plotoncino di 35 atleti lanciati verso il Velodromo “André-Pétrieux”.

Parigi-Roubaix 2008
Tom Boonen, Fabian Cancellara e Alessandro Ballan attraversano il pavè fra due ali di folla © Sirotti

Complice le trenate di Johan Van Summeren (futuro vincitore dell’edizione 2011), il gruppo si sgretolò gradualmente aprendo la strada all’attacco di Cancellara, in grado di aprire il gas a 37 chilometri dal traguardo e deciso a far la differenza in vista del Carrefour de l’Arbre. A differenza di quanto accadrà negli anni successivi, il passista del Canton Berna non riuscì tuttavia a distanziare tutti i propri avversari portandosi con sé sia Boonen che un tenace Alessandro Ballan, in grado di stringere i denti all’inizio di una stagione che lo consacrerà definitivamente.

A decidere le sorti della kermesse francese fu quindi il cemento del velodromo, talvolta traditore per chi fa la gara e favorevole invece per coloro che risparmiano le energie sulle pietre. Escluso Ballan, costretto ad accontentarsi del terzo posto complice la mancanza di velocità in volata, la contesa per la vittoria fu quindi decisa in uno sprint ristretto fra Cancellara e Boonen con l’uomo della Quick-Step destinato a coronare una primavera particolarmente favorevole per gli uomini al servizio di Patrick Lefevre.

Questo sarà soltanto il primo di uno dei tanti duelli che vedrà i due fuoriclasse affrontarsi lungo le strette strade del Belgio e del Nord della Francia, un tandem che farà la storia del ciclismo ispirando per certi versi gli eroi che oggi tanto ammiriamo.

Marco Cangelli
Giornalista presso la testata online "Bergamonews" e direttore della web radio "Radio Statale", sono un appassionato di sport a 360 gradi. Fondatore del format radiofonico "Tribuna Sport" e conduttore del programma "Goalspeaker", spazio dal ciclismo all'atletica leggera, passando per lo sci e gli sport invernali

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