La maglia nera è diventata un simbolo curioso al Giro d’Italia. Pensando a quel riconoscimento dedicato all’ultimo in classifica vengono in mente gli storici duelli fra Sante Garollo e Luigi Malabrocca che inventavano ogni stratagemma pur di conquistarla. I tempi sono cambiati e Nicolas Dalla Valle non ha fatto nulla di tutto ciò per conquistarla, anche soltanto metaforicamente.
Il 25enne di Nove ha faticato sulle salite della Corsa Rosa ed è riuscito a portare a casa il proprio obiettivo: concludere una competizione di tre settimane alla prima partecipazione in carriera. Un traguardo raggiungibile soltanto con grande spirito di sacrificio che ha accompagnato il portacolori del Team Corratec-Selle Italia in centoventicinquesima posizione, distante 5h26’45” dal vincitore Primoz Roglic.
Dietro questi numeri si nasconde la determinazione di un giovane velocista che ha saputo distinguersi nella tappa di Salerno dove, sotto una pioggia intensa, ha colto il quinto posto assoluto. Un risultato che l’ha avvicinato a quel successo che manca dal Tour of Szeklerland 2022.
Nicolas Dalla Valle, ci racconti com’è stato il tuo Giro d’Italia?
E’ stata un’esperienza nuova essendo il mio primo Giro. Conoscevo le storie di alcuni amici e compagni di allenamento che l’avevano affrontato, ma non sapevo cosa aspettarmi. E’ stato un Giro duro sia per l’altimetria che per il meteo visto che le prime due settimane sono state ancora più dure a causa della pioggia e del freddo.
La Corsa Rosa si è conclusa con la conquista della “maglia nera”. Questo risultato può essere uno stimolo per fare meglio il prossimo anno oppure è mancata l’esperienza per raggiungere un risultato migliore?
L’ultima posizione non è stato un fallimento o una delusione. Nella mia opinione arrivare centesimo o centoventicinquesimo non cambiava nulla. Ciò che cambiava è cercare di salvare più energie possibili nelle tappe di montagna. Innanzitutto per cercare di non affaticarmi eccessivamente, poi per salvarmi il giorno dopo in caso di tappa particolarmente dura e infine soprattutto perché essendo una corsa di tre settimane, le energie andavano centellinate. L’esperienza era nuova per cui dovevo gestirmi in questa maniera. Se avessi voluto spingere di più, sarei arrivato qualche posizione più avanti, ma per me non sarebbe cambiato molto, per cui la soddisfazione più grande è aver concluso il Giro.
Come hai trovato il percorso della competizione da velocista?
Il percorso è stato uno dei più duri degli ultimi anni, reso più difficile anche dal clima. Ovviamente, vivendolo dall’esterno, si è visto con meno spettacolarità in quanto sono mancati gli scatti, ma al tempo stesso è stato molto controllato e più gestito sul lato tattico. Ogni anno, a seconda dei corridori e del tempo, può variare anche perché con il freddo è più complicato pensare di fare qualche attacco. Quest’anno è andata così, però dal punto di vista dei velocisti è stato un Giro duro.
Nella tappa di Salerno sei riuscito a conquistare il quinto posto sotto una pioggia intensa. Ti aspettavi di ottenere una prestazione così importante?
La volata è sempre differente rispetto a un arrivo in salita. Conosco le mie caratteristiche e in queste tappe ci ho sempre provato. In quella di Salerno sono riuscito ad ottenere il quinto posto grazie anche alla pioggia che non mi hai mai infastidito, visto che sul bagnato sono sempre a guidare bene la bici e questo mi ha probabilmente avvantaggiato.
Su quale aspetto vorrebbe migliorarsi Nicolas Dalla Valle per i prossimi anni?
Partecipare a una corsa del genere ti fa vedere su quali aspetti migliorare. Certamente in salita, che è il primo obiettivo. Su una corsa di tre settimane anche, quindi sul fondo perché, non avendo mai fatto una corsa di più di 6/7 giorni, su 21 le cose cambiano. Sono sicuro che aver portato a termine il Giro mi darà qualcosa in più in vista delle gare che mi accompagneranno al finale di stagione e nel prossimo anno.
Ciò che stupisce è che, nonostante si tratti della quarta stagione nel mondo dei professionisti, ti abbiamo visto gareggiare anche fra gli Under 23 cogliendo la terza piazza al Circuito del Ponte. Come ci spieghi questa scelta?
Il calendario viene gestito dalla squadra. Al giorno d’oggi correre penso sia una delle cose più importanti. Ci sono alcuni atleti che preferiscono allenarsi in altura, tuttavia ho sempre visto che più gare riuscivo a correre seguendo un determinato programma, più riuscivo a ottenere buoni risultati. Con la squadra ci siamo accordati così e prima del Giro abbiamo fatto più corse possibili per arrivare pronti.
Purtroppo nel mondo del ciclismo italiano c’è sempre meno spazio per i più giovani che fanno fatica a raggiungere il mondo del professionismo. Vivendo in questo settore da qualche anno quale pensi sia il trucco per accedere a questo mondo?
Ormai, anche se sono passati pochi anni da quando sono passato io, questo mondo è in continua evoluzione. Anche perché le squadre cercano sempre corridori più giovani e l’età media continua a calare. Una volta si facevano 4/5 anni da dilettante, oggi molti passano addirittura da juniores. Anno dopo anno bisogna star al passo con il ciclismo per cui non posso dar un consiglio su come ho fatto io. L’unica cosa che posso dire è non bruciare le tappe e correre troppo quando si è ancora in fase di crescita per riuscire a passare prima.
Quanto aiuta poter crescere all’interno di una squadra Professional rispetto a far il salto diretto nel World Tour?
Dipende da molti punti di vista perché magari un corridore ha bisogno di un ambiente più famigliare, più piccolo per poter crescere come può esser una Professional dove viene tenuto più tranquillo. Per altri invece una World Tour è meglio perché si viene inseriti subito in grandi gare.
Quali sono gli obiettivi di Nicolas Dalla Valle per il proseguo della stagione?
Da qua a fine stagione ci saranno molte gare. Il mio obiettivo è centrare una vittoria e ottenere i migliori risultati sia per me che per la squadra.
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