I Playoff NBA 2019 potrebbero regalarci già dalla semifinale, a Ovest, il rematch tra Warriors e Rockets che, dovranno però prima superare rispettivamente Clippers e Jazz, non esattamente due vittime sacrificali!
GOLDEN STATE WARRIORS-LOS ANGELES CLIPPERS
Al termine di una Regular Season ricca di colpi di scena da ambo le parti Warriors e Clippers tornano a sfidarsi ai playoff dopo ben 5 stagioni!
Da quando i Dubs sono tornati ai playoff, nel 2013, le due franchigie si sono sfidate solamente una volta, nel 2014, con la squadra di Doc Rivers che si è imposta per 4-3 sul giovanissimo gruppo allora allenato da Mark Jackson che vedeva uno Steph Curry in rampa di lancio.
Quella fu anche l’ultima serie persa da Steph e compagni escludendo le NBA Finals 2016, da quel momento in poi, i Clippers sono stati sempre eliminati un turno prima di sfidare gli Warriors con il disappunto da parte di questi ultimi che non hanno più potuto “vendicare” quell’occasione.
Da quel lontano 2014 però molte cose sono cambiate: Golden State ha ben 3 titoli in bacheca con Curry bi-MVP mentre sponda Clippers il roster è stato totalmente rivoluzionato negli ultimi anni con l’addio di Chris Paul, Blake Griffin, DeAndre Jordan, Jamal Crawford e JJ Redick.
La Regular Season appena conclusa ha avuto sapori differenti per i due team (3-1 per Golden State negli scontri diretti): i campioni in carica (57-25) hanno vissuto 82 partite di “preparazione” alla postseason con annessi cali di concentrazione come di consueto da tre anni a questa parte, tutto ciò però, non gli ha impedito di conquistare il primo posto ad Ovest ai danni dei giovani Denver Nuggets. Una stagione non priva di imprevisti vedasi il litigio Durant-Green, passando per alcune sconfitte pesantissime e, nel frattempo, hanno dovuto convivere con grandi difficoltà al tiro soprattutto nella prima parte di stagione oltre all’inserimento di DeMarcus Cousins, un’arma letale dalle innumerevoli incognite, prevalentemente caratteriali.
I Clippers (48-34), da parte loro, hanno vissuto un’annata fuori da ogni aspettativa agganciando i playoff con largo anticipo rispetto alle concorrenti più quotate, malgrado la cessione di Tobias Harris a Philadelphia nel bel mezzo della stagione che sembrava poter compromettere le speranze playoff, ma, in quel momento, coach Rivers è riuscito a tirar fuori il massimo dai suoi uomini, Gallinari su tutti alla miglior stagione in carriera oltre a Lou Williams e Harrel in uscita dalla panchina, riuscendo a compiere un autentico miracolo.
Tatticamente la serie non presenta grossi enigmi: entrambe le squadre prediligono un gioco molto veloce, infatti hanno un pace molto alto (circa 101 possessi a partita), ciò favorisce i campioni in carica che dispongono di un arsenale offensivo senza precedenti.
Se i Clippers invece decidessero di abbassare i ritmi si troverebbero a fronteggiare l’enorme differenza sul piano tecnico con i Dubs, una squadra decisamente più talentuosa e piena di alternative nel gioco rispetto a loro.
Rivers ha una sola chance per evitare lo sweep: sperare che la sua profonda panchina tenga in partita i Clippers andandosela poi a giocare in volata, infatti, Los Angeles ha la miglior panchina della NBA (53 punti a partita) contro i 30 di quella degli Warriors terzultimi in classifica. Un fattore fondamentale sarà il tiro da 3 visto che si sfidano la seconda e terza squadra con percentuale realizzativa più alta, il dato curioso però è che i Clippers sono terzultimi per numero di tentativi mente i Dubs ottavi!
Il divario tecnico e di esperienza tra le due squadre è netto: Golden State è la chiara favorita di una serie che promette comunque spettacolo. Difficile che il risultato si discosti da uno sweep ma i Clippers hanno, grazie al lavoro di Jerry West, un futuro roseo davanti a loro, in un’estate dove daranno l’assalto a Kawhi Leonard e ad altre stelle della lega. Si comincia alla Oracle Arena nella notte di sabato alle 2:00 italiane!
HOUSTON ROCKETS-UTAH JAZZ
Per il secondo anno consecutivo Rockets (53-29) e Jazz (50-32) si affronteranno nella postseason, ma, le premesse sono radicalmente opposte a quelle della scorsa stagione: nel 2018 Houston arrivava da testa di serie numero 1 con il miglior record della NBA ed un 4-1 rifilato a Minnesota al primo turno, mentre Utah era vista come la “cenerentola” che era riuscita a battere a sorpresa la OKC dei big3 (Westbrook, George e Anthony) 4-2 con il rookie Mitchell come punta di diamante di un gruppo che faceva della coesione e dell’organizzazione il proprio marchio di fabbrica. Vinsero poi i Rockets con un solido 4-1 per poi però essere sconfitta dagli Warriors in finale di conference a gara 7.
In questa stagione Houston ha perso pezzi importanti del proprio roster come Ariza e Mbah a Moute che erano stati fondamentali negli equilibri difensivi, coach D’Antoni ha incontrato non poche difficoltà a inizio anno, complici i numerosi infortuni e il fallimento della scommessa Carmelo Anthony ma, grazie al fenomeno Harden (36,1 punti a partita candidato MVP), è riuscito a tenere i Rockets a galla dando un’accelerata nella seconda parte di stagione grazie ai recuperi di Paul e Capela oltre agli innesti di Shumpert e Faried fino ad agguantare il 4 posto nella Western Conference.
Per quanto riguarda gli Jazz hanno avuto un inizio stagione complicatissimo anche a causa di un calendario sfavorevole con moltissime trasferte, nella seconda parte di stagione si sono ripresi anche grazie all’ottimo acquisto di un tiratore come Korver che serviva moltissimo alla rotazione; squadra però sostanzialmente identica a quella dello scorso anno senza individualità stellari anche se Mitchell al secondo anno e il solito Gobert sono Star degne di nota, soprattutto quest’ultimo è uno dei giocatori più sottovalutati della lega!
Si preannuncia dunque una serie scoppiettante con una Houston meno solida difensivamente dello scorso anno ma con un Harden stratosferico che dovrà affrontare per l’ennesima volta il suo tallone d’achille: i playoff! Al suo fianco Chris Paul che sembra aver lasciato i problemi fisici alle spalle, oltre al solidissimo Capela e a giocatori fondamentali nello scacchiere di D’Antoni come Tucker e Gordon.
Utah come sempre metterà la squadra davanti al singolo puntando su una difesa di alto livello e sulle magie di Mitchell nella metà campo offensiva, rispetto allo scorso anno però avranno molta più esperienza e mentalmente sono preparati per affrontare al massimo una serie di 7 partite!
Dal punto di vista tattico sarà fondamentale la lotta a rimbalzo, infatti avremo il faccia a faccia tra Gobert (12,9 rimbalzi a partita e 66,9% dal campo) e Capela (12,7 rimbalzi e 64,9% dal campo); interessante anche come Utah proverà a limitare il gioco perimetrale di Houston che è la squadra che tenta il maggior numero di triple nella NBA (45,4) contro le “sole” 34 dei Jazz che li piazzano al nono posto; Utah che, però, è la squadra che concede meno triple a partita in NBA (27,7), dato molto interessante da verificare contro il sistema D’Antoniano.
Discorso totalmente differente è invece quello su Harden che spesso nella sua carriera è sembrato un altro giocatore (in negativo) nei playoff quando la palla inizia a scottare; supponendo che continuerà il suo eccellente stato di forma sarà un enorme problema per Utah limitarne il raggio d’azione; una strategia che adottarono gli Warriors lo scorso anno fu quella di negargli il tiro da 3 per concedergli la penetrazione e tentare di stopparlo con Draymond Green, Thompson o Durant in aiuto, Utah nel suo piccolo potrebbe ripetere la stessa tattica puntando sulle grandi doti difensive di Gobert (2,3 stoppate a partita, terzo in NBA) oltre a giocatori solidi come Ingles, Favors e Crowder.
I Rockets partono sicuramente con i favori del pronostico grazie alla coppia Paul-Harden che promette spettacolo ma i Jazz, con la loro grande coesione e voglia di sorprendere possono essere un cliente scomodissimo specialmente tra le mura amiche, serie sicuramente più equilibrata rispetto a quella dello scorso anno. Palla a due nella notte di Domenica alle 3:30!
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