E’ vero che ogni stagione è una storia a sé, ma riguardando il risultato della MotoGP della scorsa stagione, ci saremmo aspettati Marquez e la sua Honda in lotta con Dovizioso e la sua Ducati a giocarsi la rivincita di un mondiale, quello scorso, che il pilota forlivese ha solo sfiorato, guidando come mai aveva fatto prima in carriera. Il mondiale 2017 lo ha vinto Marquez ma Dovizioso può essere contento di aver affrontato la sua miglior stagione da quando corre in MotoGP, una stagione che resterà negli annali anche per il risultato raccolto dalla Ducati.
In questo 2018 Dovizioso è partito più carico che mai e convinto che il mondiale non è più una chimera, ma è un sogno che può far diventare realtà, assecondando il comportamento della sua Ducati, che non sempre è dolce da guidare. E infatti parte forte e nel primo G.P della stagione, corso in Qatar, porta a casa una vittoria che gli da ulteriore fiducia, anche se Marquez è sempre lì e non intende lasciarlo scappare. Ma in questa prima parte di stagione il pilota italiano alterna alla sola vittoria iniziale risultati altalenanti, qualche podio e due cadute, una coinvolto da Pedrosa e Lorenzo e una da solo con la moto che gli scivola via in frenata con l’anteriore. Senza dimenticare l’uscita di pista nel G.P di Olanda quando era sul podio, per una staccata forzata con Rossi. Il suo compagno Lorenzo è partito con l’intento, non difficile, di rimediare la scorsa stagione che è stata nettamente negativa per un cinque volte campione del Mondo, anche per il confronto con il suo compagno Dovizioso. Ma si sa che la Ducati MotoGP è una moto difficile da guidare e già dalle prime gare si capisce che non è cambiato il copione e il pilota maiorchino è costantemente in difficoltà, lontano dalle posizioni che contano. Tutto questo finché la Ducati non decide di modificare il serbatoio della sua MotoGP in base alle sue richieste, che abbinato alla modifica alla sella secondo il pilota dovrebbe dare i frutti sperati. E infatti con l’arrivo delle modifiche ecco che Lorenzo torna il pilota che tutti ricordiamo e porta a casa due gare consecutive, G.P d’Italia e G.P di Catalogna.
Note poco felici per questa prima parte di stagione arrivano dalla Yamaha ufficiale, con Rossi e Vinales in difficoltà rispetto ai rivali. Le differenze si erano già viste durante i test per-mondiale ma la squadra e i piloti si auguravano un intervento, specie nel comparto dell’elettronica, da parte della casa madre per raddrizzare la situazione e far tornare la moto competitiva per lottare per il mondiale. Intervento che non è mai arrivato, o arrivato solo in parte, e i risultati che Yamaha MotoGP sta portando a casa sono sparuti podi, molti dovuti all’immenso talento di Rossi, che con tutti le difficoltà del caso è comunque secondo nella classifica. anche se continua ad inseguire una vittoria che sembra non voler arrivare. Anche Vinales ha portato a casa dei podi, ma il pilota spagnolo sembra nettamente in difficoltà, più del compagno. Il pilota spagnolo infatti, sembra fare nettamente più fatica del compagno nella messa a punto della moto e questa situazione gli fa perdere fiducia, a volte anche nei suoi tecnici.
Fiducia piena e in se stesso e nella sua Honda ne ha Marquez, che riesce sempre a trovare la messa a punto quasi subito, su una MotoGP fatta su misura per il suo stile di guida. E da qui non è difficile intuire che sarà anche quest’anno uno dei protagonisti nella lotta per il mondiale. Pilota capace restare in piedi anche quando le leggi della fisica dicono che sarebbe impossibile, Marquez sta anche quest’anno sta avendo risultati decisamente oltre le più rosee previsioni. Sempre a podio tranne in Argentina dove fu punito per i vari contatti sui piloti in fase di sorpasso, uno di questi ha causato la caduta di Rossi, dopo il drive-through per l’assurda manovra in fase di partenza e la caduta nel G.P d’Italia. Nell’altra parte del box troviamo Pedrosa, nel momento più buio della sua carriera, dove su questa MotoGP non riesce ad esprimersi come ha sempre fatto nelle stagioni precedenti, dove qualche buon risultato riusciva a portarlo a casa. Mai a podio e sempre lontano dalle posizioni che contano, condita anche da qualche caduta, la stagione di Pedrosa sembra dover essere la sua ultima nel circus delle moto. Forse anche per una perdita di motivazioni dovute anche agli scarsi risultati. Sicuramente un Pedrosa così in MotoGP non si era mai visto.
Buone prestazioni hanno dato motivazioni e un senso alla stagione di Crutchlow sulla Honda, vincitore in Argentina, Zarco sulla Yamaha clienti con due ottimi podi e ai due piloti Suzuki, Rins e Iannone con il primo autore di due podi contro un solo podio per il pilota italiano.
La vittoria di Marquez nello scorso G.P di Olanda, corso sul circuito storico di Assen, ha dato al pilota spagnolo un piccolo margine di vantaggio sui diretti rivali, che tra problemi di messa a punto della moto e problemi derivati dai contatti tra i piloti in pista, sono arrivati indietro e fuori dal podio.
Ora si va in Germania, al Sachsenring, con Marquez logico favorito di turno. Dopodiché ci sarà la sosta estiva di tre settimane, prima di ripartire da Brno in Repubblica Ceca. Nella seconda parte di stagione oltre ai circuiti storici del calendario troveremo la novità del G.P della Thailandia, già sperimentato nei test invernali e non proprio promosso a pieni voti dai vari piloti del mondiale, anche per l’umidità e le temperature che diventano complicate con tuta e casco sopra una moto a 300 km/h.
A meno di stravolgimenti la seconda parte di stagione ricalcherà la prima, con Marquez favorito, le Ducati subito dietro con Lorenzo variabile di questo mondiale e le Yamaha che devono trovare una soluzione ai vari problemi, altrimenti sarà quasi impossibile lottare per il titolo.
Se tutte le gare saranno come l’ultimo G,P di Olanda la MotoGP ci regalerà grandi emozioni e un grande spettacolo, fino all’ultima gara, fino all’ultima staccata.
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