L’appuntamento più imperdibile della stagione da 53 anni a questa parte. La storia della pista più bella e dura al mondo.
La Streif è LA pista per eccellenza della Coppa del Mondo di sci alpino. Situata a Kitzbühel, in Austria, viene introdotta nel calendario di Coppa fin dalla prima edizione nel 1967. Il primo a domarla è il francese Jean-Claude Killy, nel 1967. Il tratto più significativo è senza dubbio l’Hausbergkante, una diagonale ripidissima che immette sullo “schuss” finale. Di solito la gara la si vince lì.
La Streif diviene mito però, durante gli anni ’70, quando Franz Klammer, a detta di tutti, il più forte discesista della storia, si impone per tre anni di fila, 1975-1976-1977. Non contento, dopo ben sette anni dall’ultimo successo, nel 1984, l’austriaco nativo di Mooswald, diventa il secondo atleta a raggiungere quota quattro successi. Il primo, Karl Schranz, ci riesce nel 1972.
L’anno dopo, è il 1985, si presenta al cancelletto di partenza un giovanotto svizzero di appena 21 anni. Fino ad allora aveva ottenuto sì vittorie in CDM, ma mai in discesa. Quale pista, se non questa, per ottenere il primo alloro in velocità? Quel ragazzo si chiama Pirmin Zurbriggen ed in due giorni, 11 e 12 gennaio 1985, ottiene un back to back storico, riuscito fino ad allora solo al grande Karl Schranz. Riesce nell’impresa di ottenere la tripletta nel 1987 e diventando il terzo atleta nella storia a raggiungere le tre affermazioni.
Ci vogliono solo cinque anni prima di un altro back to back, nel 1992 infatti, Franz Heinzer, altro svizzero amante del rischio, lo ottiene, dopo aver conquistato, l’anno precedente, il primo sigillo sul mito. Quarto atleta nella storia a raggiungere i tre successi.
La Streif è diventata ormai tempio indiscusso dello sci mondiale e il 13 gennaio 1995, un 29enne francese dal nome Luc (Alphand ndr), marchia a fuoco la sua prima vittoria in Coppa sulla pista più difficile di tutte. Un sogno. Sogno che si ripete il giorno successivo e che fa entrare di diritto questo “semi sconosciuto” nella storia di Kitzbühel. Nel 1997, il francese diventa il quinto atleta nella storia a vincerla per tre volte e come coronamento di una stagione fantastica, si porta a casa anche la classifica generale di CDM.
1998. L’anno delle Olimpiadi di Nagano. L’anno in cui il giovane Didier non è ancora Didier Cuche. Prima affermazione a Kitzbühel, poi argento in superg in Giappone. Poi, 10 anni di silenzio, quasi tombale, prima del botto, ahinoi, arrivato in tarda età. 19 gennaio 2008, secondo successo. Poi, l’apoteosi. 23 gennaio 2010 terzo sigillo. 22 gennaio 2011 quarto marchio. 21 gennaio 2012 quinto alloro. É storia! Primo e finora unico a raggiungere le cinque vittorie in discesa libera sulla Streif. Alla veneranda età di 37 anni. Didier diventa Didier Cuche! Mister Streif!
Nessuno avrebbe mai pensato che, dopo Didier, qualcun altro riuscisse a dominare la Streif per più volte. Nè tantomeno che a farlo, sarebbe stato un italiano. Un altoatesino di Merano, amante del rock e dei canederli in brodo. I più pensano che il maggiore indiziato ad ottenere tale riconoscimento porta il nome di Aksel Lund Svindal. Lui, uno dei più forti di sempre, la Mausefalle non l’ha mai dominata. E nel 2016, nella gara vinta da Peter Fill, ha forse detto addio definitivamente ai sogni di vincere una terza Coppa del Mondo generale per via della rottura del crociato.
Ma torniamo al rocker delle nevi. Dominik Paris. Il 2013 è l’anno uno dopo Cuche. L’anno in cui si azzera tutto e si parte da capo. L’anno in cui sale in cattedra Dominik Paris. Il meranese si presenta ai blocchi di partenza fresco della prima vittoria in coppa a Bormio (altra discesa da brividi). Ha quell’arroganza mista a incoscienza tipica dei ragazzi di 23 anni. Risultato? Domme 1 – Streif 0
Secondo italiano di sempre a riuscire nell’impresa, dopo Kristian Ghedina nel 1998. È un trionfo. Si mette alle spalle Guay e Reichelt e ottiene la vittoria numero 2 in CDM. Nel 2015 fa quasi meglio. Vittoria nel superg e secondo posto in discesa alle spalle di uno Jansrud in stato di grazia.
È solo l’inizio perché Dominik ci prende gusto. Il 21 gennaio 2017 ottiene il terzo successo, il secondo in discesa, che lo porta già nell’Olimpo dei più grandi. Si mette dietro due francesi: l’outsider Giraud Moine e il sempre temibile Clarey.
Veniamo ad oggi: Dominik è uno dei maggiori interpreti di discesa libera al mondo. La libera di Kitzbühel ormai la conosce a memoria e, come nel 2013, viene dalla vittoria nella libera sulla Stelvio. Come va a finire?
Beh…è facile! Domme 3 – Streif 0!
Dominik entra di diritto tra i più grandi velocisti di sempre. 12 vittorie di cui 10 in discesa. 3 volte Stelvio e Streif. Il tutto a soli 29 anni e con almeno altre 4/5 stagioni, infortuni permettendo, ad altissimo livello. Perché si sa, i velocisti raggiungono il picco di maturità psicofisica tra i 30 e i 35 anni. Quindi caro Domme, sei appena entrato nel tuo prime. Sfruttalo, ci ringrazierai.
E nell’anno dei Mondiali, sognare in grande, non costa nulla.
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