L'interViStaTennis

Una mentalità tossica da combattere nello sport: ne parliamo con Lorenzo Fares

0

Nella seconda puntata del nostro podcast “Giudici di Sedia”, dedicato al tennis, abbiamo conversato con il giornalista e commentatore Lorenzo Fares. Abbiamo affrontato varie tematiche, tra cui il ruolo che può svolgere il giornalismo nel combattere una mentalità tossica nello sport, lo stato attuale del tennis italiano (e non solo) e le sue prospettive future. Lorenzo è giornalista pubblicista dal 2004 e giornalista professionista dal 2008, anno in cui ha iniziato a lavorare per SuperTennisTV, canale ufficiale della Federazione Italiana Tennis e Padel. Ha all’attivo oltre 10mila telecronache, tra cui finali Slam e di Coppa Davis.

L’assenza di una “cultura della sconfitta” nel nostro Paese: le riflessioni di Fares

Embed from Getty Images

Nel corso della nostra chiacchierata con Fares abbiamo affrontato in maniera prioritaria il tema dell’esistenza, nel nostro Paese, di una mentalità malsana nel modo di intendere lo sport. Prendendo spunto dalle parole dell’azzurro Andrea Vavassori, uscito ai quarti di finale delle Olimpiadi di Parigi nel doppio misto con Sara Errani, a proposito di una colpevolizzazione nei suoi confronti per aver commesso l’errore che ha portato alla vittoria finale degli avversari Wesley Koolhof-Demi Schuurs, Fares ha espresso in maniera organica il suo pensiero riguardo la diffusione di un tale modo di intendere lo sport: «Il tema è di narrativa legata allo sport, non solo al tennis. Purtroppo, si tratta di un problema diffuso… o vinci tutto e sempre, oppure non sei nessuno. Quando invece lo spirito olimpico dovrebbe confermarci una certezza, ovvero che già essere arrivati alle Olimpiadi dovrebbe essere motivo di soddisfazione. Dare per scontato che un giocatore debba vincere tutto e sempre è il più chiaro esempio della mancanza di una cultura sportiva». Una chiara dimostrazione di questa mentalità è ravvisata nella tendenza al confronto tra gli italiani di vertice, tema su cui Fares si è espresso in questi termini: «Vi è una volontà di mettere in antitesi i tennisti italiani. Questa cosa la immaginavamo anche in tempi non sospetti, quando Berrettini, Sinner e Musetti hanno cominciato a vincere. Io e molti miei colleghi ci aspettavamo proprio questa ‘gara’ a chi tifava più per l’uno mettendo in cattiva luce l’altro. Si tratta di un voler mettere in conflitto dei ragazzi che, in realtà, uniscono le loro forze per rendere sempre più alto il valore del nostro tennis». Una situazione, quella attuale, resa ancora più evidente dall’avvento dei social: «I social hanno una forte responsabilità, perché la gente vi si approccia sapendo di poter dire tutto quello che gli salta per la testa. Senza pensare alle conseguenze di determinate parole».

Lo straordinario momento del nostro tennis: il caso evidente delle Olimpiadi

Embed from Getty Images

Con Fares abbiamo successivamente analizzato lo stato attuale del tennis italiano, il cui alto livello è testimoniato dai successi degli italiani alle Olimpiadi, sia al maschile che al femminile. A cominciare dal duo Errani-Paolini, protagonista di un percorso che ha condotto alla conquista di storica medaglia d’oro nel doppio a Parigi: «Loro hanno un’intesa veramente importante. Jasmine sta lavorando benissimo, ormai da anni, grazie al lavoro di Renzo Furlan e alla supervisione di Tatiana Garbin. Sara ha fatto finale al Roland Garros nel 2012, da giovanissima… da quel momento ha messo il turbo ed è entrata in top 10. Si tratta di una ragazza molto sensibile che è riuscita ad essere ancora un punto di riferimento per il doppio. Per la Paolini è una sorta di sorella maggiore, si incitano tra loro. In queste situazioni così delicate, è sempre meglio avere Sara nella propria metà campo». A proposito di Lorenzo Musetti, autore di una magnifica Olimpiade conclusasi con la conquista della medaglia di bronzo, le speranze sono rosee per il futuro: «Ci sono giocatori che hanno raggiunto una maturazione addirittura a 28 anni. Nel caso di Lorenzo, non dobbiamo nascondere che ha avuto un periodo di difficoltà nel 2023. Quest’anno ha avuto uno scatto, da qualche mese sta giocando un tennis eccezionale. Su erba è stato uno dei migliori nel corso di questa stagione. Vederlo giocare così bene e vincere così facilmente contro avversari di livello lo ripaga di tante amarezze che nel 2023 aveva avuto. Credo che il suo obiettivo entro la fine dell’anno sia quello di entrare in top 10… e non escludo che possa riuscire a partecipare alle Finals, ma serve fare molto bene in qualche prossimo Masters 1000 e agli US Open».

Il ruolo della Federazione nella crescita dei giovani: gli investimenti e il valore di SuperTennis

Embed from Getty Images

La nostra conversazione si è successivamente focalizzata sul racconto di alcuni giovani promettenti del nostro tennis, tra cui Federico Cinà e Vito Darderi, fratello di Luciano. Questo il commento di Fares sul presente e sulle loro prospettive future: «I nomi fatti sono molto interessanti. Federico ha avuto la fortuna di crescere con degli esempi in casa, perché il papà Francesco è stato a lungo allenatore di Roberta Vinci. Nel frattempo è cresciuto, ha messo su fisico, che ora è da tennista moderno, molto prestante. L’anno scorso ha fatto benissimo agli Australian Open Juniores, arrivando fino alle semifinali, mentre quest’anno ha iniziato a prendere confidenza con il circuito Challenger. Gli va dato tempo, però sicuramente con i consigli del padre il suo tennis progredirà: ha un servizio e un dritto ottimi. Per quanto riguarda Vito, si tratta di un ragazzo giovane, ancora acerbo. Rispetto a Cinà è un passettino indietro, anche a livello fisico. Ma quando hai un fratello che è quasi numero 30 del mondo e un padre che ti segue tanto, prima o poi i risultati arriveranno».
Un ruolo decisivo per l’affermazione del nostro tennis a livello internazionale, con l’emergere di vari giovani di livello assoluto, è stato svolto dalla Federazione italiana Tennis e Padel. Fares ci ha indicato i meriti principali di quest’ultima nel giungere alla situazione attuale, con una particolare attenzione al canale ufficiale di SuperTennis: «Ha avuto la capacità e la lungimiranza di mettere a disposizione di questi ragazzi una serie di strutture federali molto importanti. Con un insieme di tecnici veramente bravissimi, la grande virtù è stata di consentire il lavoro all’unisono di coach privati e docenti federali. Non vi è quindi solo un discorso di quantità, ma anche di qualità. Probabilmente uno dei meriti della crescita del nostro tennis è dovuto a quello che abbiamo fatto noi, a livello di televisione. Avere l’opportunità di poter contare su una televisione che trasmette tennis in chiaro H24 consente ai giovani di appassionarsi, di incuriosirsi, di coltivare una passione e una curiosità per il tennis. Di giocarlo e magari scoprire di essere portati per questo tipo di disciplina. SuperTennis esiste da 16 anni, ha investito sulla crescita dei ragazzi nati nei primi anni 2000. Secondo me, c’è sia un discorso di capacità manageriale che di propaganda, di televisione. Il tennis è entrato nelle case degli italiani, interessando anche ai piccoli talenti in erba che stavano soltanto lì ad aspettare di capire quale sport voler fare in futuro».

⬇ L’intervista continua qui, premi play per ascoltarla!

Ringraziamo Lorenzo Fares per la cordialità e la disponibilità.

Michele Maresca
Classe 1998, amante dello sport a 360 gradi. La mia formazione umanistica, culminata con una Laurea in Giurisprudenza, si associa a una passione senza limiti per il giornalismo e la scrittura. Cresciuto a pane e Olimpiadi.

Comments

Comments are closed.

Login/Sign up