Impregnato di intelletto, mentalità sovrannaturale, uno strapotere conoscitivo della mente: si fa riferimento a Mason Mount. Un controllo intellettuale talmente prestante, che sfiora, anzi invade la sfera filosofica. Il termine “intelletto“, dal greco νοῦς, è inaugurato da Anassagora, il quale con esso identifica la divinità ordinatrice del cosmo. Né decade con Platone, che, subordinando il mondo materiale dei sensibili a quello degli intelligibili, permette di incanalare il percorso della concezione aristotelica della νόησις, come suprema forma di appercezione del reale. Ma la realtà attuale qual è? Nel corso della storia l’ideologia filosofica, concatenata alla definizione di intelletto, ha resistito a qualsiasi critica e tutt’ora si fa riferimento alla νόησις aristotelica. Si tratta di un concetto che ama identificarsi soprattutto in un calciatore, denominato Mason Mount, giovane e talentuoso centrocampista del Chelsea.
La mente della compagine londinese, il garante della facoltà di pensiero dei Blues, il cervello della squadra nella quale ogni neurone si addensa con l’altro attraverso i propri dendriti, l’intelletto per eccellenza del Chelsea, niente di più, niente di meno. Portsmouth è la sua città natale, situata a circa 130 km da Londra, famosa per il suo porto militare, dalla quale in passato cominciarono numerose spedizioni. Pioggia, mare e cielo grigio, tre caratteristiche del luogo dove Horatio Nelson perse la vita nella battaglia di Trafalgar, centro portuale nella quale Mason ha condotto una vita all’inglese, da “british boy“.
Comincia la trafila nel settore giovanile della squadra londinese, da sempre il suo destino è stato blu, il colore per eccellenza del Chelsea, il colore di tutta Londra, naturalmente secondo la concezione di ogni tifoso dei Blues. È una storia commovente e gratificante perché dall’età di sei anni entra nella “cantera” della compagine, precisamente nel 2005. Per quattro lunghi anni papà Tony accompagna Mount da Portsmouth a Londra per quattro volte a settimana, con molteplici sacfrici ed innumerevoli sforzi. Al decimo compleanno, il giovane calciatore decide di trasferirsi definitivamente a Cobham. Acquisisce la consapevolezza della profonda gentilezza del suo papà, ma il desiderio ardente di battagliare per la casacca blu ribolle nelle viscere del suo animo, la bramosia di difendere le incolumità di quel colore è smisurata.
All’età di 14 anni già dominava il centrocampo dell’Under-18 londinese ed era uno dei protagonisti della talentuosissima squadra vincitrice della Youth League nel 2015/2016. L’anno seguente conquista la FA Youth Cup con i gradi capitano, nonostante fosse più piccolo di quasi tutti i propri compagni. Il percorso di maturazione prosegue ed il calcio giovanile comincia a stargli stretto. Il Chelsea, allora, decide di inviarlo in prestito al Vitesse, facendogli vivere così la sua prima esperienza da professionista.
Ad Arnhem il giovane Mason incanta il calcio olandese, riesce subito a ritagliarsi un proprio spazio e dimostra di possedere preziose qualità. L’Eredivisie è un campionato del tutto differente dalla Premier, ma è comunque ideale per i giovani come Mount pronti a gettarsi nel successo da un pregiato trampolino di lancio. Amalgama tra cultura inglese ed oranje, stupore per il suo immenso estro calcistico, emerge all’interno di questa gigantesca fucina di talenti targata Eredivisie.
Dopo un anno vissuto ad alti livelli, gli occhi delle grandi sono ormai rivolti verso il predestinato di Portsmouth: Feyenoord ed Ajax lo desiderano, ma Mount sogna il ritorno in patria per ambire a palcoscenici più illustri, per puntare in alto, per sognare in grande. Il suo telefono è in ebollizione, squilla costantemente: pronto, chi è? Frank Lampard, il tuo idolo fin dalla nascita, colui raffigurato nel poster presente nella tua cameretta. Allora? Ti sbrigi ad abbracciare nuovamente l’Inghilterra ed a volare in East Midlans? Il giovane, dunque, arriva al Derby County, squadra di secondo divisione inglese con un passato glorioso, in particolare negli anni ’70. Anche qui, nel Regno Unito, è protagonista assoluto di un’altra stagione mozzafiato. Sforna cinque assist e mette il proprio timbro ben otto volte sino alla fine del campionato.
Nel cuore del giovane ragazzo regna l’amarezza per l’impresa non realizzata dai Rams, la Premier League rimane un sogno lontano. Alla delusione, però, segue la sua gioia più grande: il Chelsea lo richiama all’ombra del Big Ben e lo conferma definitivamente. Oltre i giganteschi progressi sul campo, il fattore determinante è stata la nomina di Lampard come tecnico dei Blues. Mount è l’erede naturale della leggenda inglese, non tanto come caratteristiche, ma per carisma e serietà, caratteristiche fondamentali del futuro capitano della compagine inglese, caratteristiche importanti del nome di un calciatore il quale rimarrà indelebile nella storia del Chelsea.
All’interno della squadra, il posto da titolare diventa sempre più suo, la sua polivalenza ed intelligenza tattica gli permettono di giocare sia da mezzala sia da esterno in 4-3-3, ma anche da trequartista in un 4-2-3-1. Malgrado il mercato esoso di Abramovich, Mason si ritaglia spazio anche come centrocampista centrale. È stato imprescindibile per Lampard, è attualmente imprescindibile per Thomas Tuchel e lo sarà anche in futuro per qualsiasi tecnico. È mescolanza tra un 10 ed un 7, congiunge la tecnica eccelsa del rifinitore con un’ottima velocità e un’intensa resistenza, tipica degli esterni d’attacco. La sua ampia e dilatata visione di gioco permette a Mount di servire splendidamente i compagni, la duttilità nel ricoprire tutti i ruoli di centrocampista accresce la sua magnificenza.
Non spetta più all’oracolo di Delfi conoscere i responsi futuri, ma saranno il tempo e il campo a dare i verdetti definitivi. Mason Mount, comunque, è destinato a diventare un simbolo di questa squadra, il suo futuro, a differenza di tanti altri calciatori, non è a tinte fosche, numerosi sono gli stralci caratterizzati da un colore blu accesso. E lì in lontananza? Cosa c’è? Troppo distante, bisogna focalizzare ciò che si vede. È una sagoma, sembra un animale, è un figura sgargiante ed imponente. Un leone rampante, ritratto tipico dell’araldica locale nel bordo di Chelsea. Caro Mason prima o poi l’abate di Westmister ti consegnerà il bastone da passeggio affidato al leone rampante ed intonerai “Blue Is the Color…“.
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