DAY 4
Continuo a guardare i video e le foto degli atleti a Tokyo, il pensiero è sempre lo stesso da venticinque anni: alla domanda “qual è il posto nel mondo che più di tutti vorresti visitare?”, la mia risposta sincera sarebbe “il villaggio olimpico”. È un’oasi di vibrazioni positive da preservare a tutti costi, anche in una situazione come quella attuale. Un luogo dell’anima dove si incontrano la magia del “tutto può accadere” e la soddisfatta malinconia del “molto è già successo”.
È proprio lì che vive l’Olimpiade di Federica Pellegrini. Sognare di fare qualcosa di straordinario, un’altra volta, perché se ne sono già fatte tante di cose straordinarie. La Divina si merita di chiudere con i 200 stile libero olimpici uscendo dalla vasca dopo una finale. È questo l’augurio. Stanotte sapremo.
Poco dopo la semifinale di Federica Pellegrini, ci sarà un appuntamento che come attesa fa parte della mia personalissima top five di questi Giochi (se avete ascoltato l’episodio del podcast “Ritratti Azzurri” dedicato a Martina Carraro, sapete il perché. Se non l’avete ancora ascoltato, rimediate a questa grave mancanza). Sono convintissimo che un anno fa Martina sarebbe salita sul podio di questi 100 rana. Ma un anno cambia tante cose. Adesso non ho più molte speranze di vederla conquistare la medaglia, ma la finale olimpica è già un grande risultato che deve godersi.
Oggi i fuochi d’artificio in piscina sono gentilmente offerti da Nicolò Martinenghi, Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo. In acqua si son viste le scintille. A un certo punto della terza frazione della 4×100 Zazzeri ha pensato di essere Aleksandr Popov: visto che effetti il villaggio olimpico!? In tribuna purtroppo non c’è il pubblico per l’ovazione, ma le delegazioni delle varie nazionali si fanno sentire. Anche troppo. Vi rassicuro, l’allenatore di Ariarne Titmus è vivo e sta bene.
La notte se la prende tutta il nuoto, al mattino iniziamo a lucidare le armi. Diana Bacosi spara come l’ispettore Callaghan, Daniele Garozzo ci regala un po’ di drama. Prima fa piombare nello sconforto un giapponese battendolo 15-14, poi con Lefort si rischiano le mani in faccia. Il francese in un solo assalto prende più cartellini rossi di Paolo Montero in una intera carriera. Qui arriva qualche primo acciacco e crampi, problemi che riaffioreranno in finale. Alla fine Daniele piange, tanto. Ci sono vite dentro ogni lacrima, come sempre.
Fa parte del bello delle Olimpiadi, anche se può far male. Come un infinito Brasile-Argentina di volley. Non resisto alla tentazione di immaginarmelo col palazzetto pieno. Esercizio di stile. Ma c’è anche il brutto. Il judoka algerino Fethi Nourine ha deciso di non gareggiare oggi. Vincendo il suo primo match avrebbe poi dovuto affrontare l’israeliano Tohar Butbul. Si rifiuta di farlo. Meglio tornare alle cose belle.
A metà mattinata ci ritroviamo quasi del tutto privi di italiani in gara. A me manca Berrettini, allora ripiego su Ajla Tomljanovic. Il popolo olimpico vaga sperduto nel Twitter, affamato di sport di cui non conosce le regole. I più eroici seguono Leonardo Fioravanti nel surf. Discovery, però, continua a non risolvere i problemi che ha con le telecronache, dunque non c’è nessuno a guidare i nuovi discepoli della specialità. È commovente vedere come ci si aiuti a vicenda per cercare di capirci qualcosa. Vere anime olimpiche!
Anche nella chat WhatsApp di Vita Sportiva c’è fermento. Qualcuno è preoccupato dalla carenza di medaglie d’oro per l’Italia, ancora ferma a quella di Dell’Aquila. Scoprire che il Kosovo ne ha già vinte due non aiuta. Poi arriva un messaggio con la notizia del baby podio della gara di skateboard: le prime due hanno tredici anni a testa, la terza sedici. Tutte e tre insieme non hanno molti più anni di me. Lo considero un attacco personale.
Si scherza, ci si confronta, ci si sfida. Si imparano tante cose. Ci si diverte facendo parte di qualcosa, un po’ come al villaggio olimpico. È l’incantesimo dei Giochi, lo tiene vivo l’amore per lo sport, e quindi per la vita. Tra poche ore si rinnoverà ancora, non ce lo perderemo.
Intanto, Mentre Tokyo Dorme, Brasile e Argentina continuano a giocare.
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