Calcio

L’insalata di Re Carlo: il Napoli condito con un pizzico di sarrismo

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Ce lo saremmo aspettato prima o poi che Carlo Ancelotti avrebbe fatto colpo: il nuovo Napoli come frutto di uno stravolgimento tattico che gli orfani di Maurizio Sarri non avrebbero potuto immaginare con cotanta facilità.

La parola d’ordine è una sola: imprevedibilità. Ancelotti ha atteso gradualmente cosa potesse dare in più ad un Napoli spettacolare, come quello del record di punti in campionato ammirato fino al 20 maggio scorso. Il 4-3-3 di Sarri sembrava non poter funzionare più: troppi goal subiti, pochi segnati e l’ombra del tecnico attualmente in forza al Chelsea allungarsi sul suo successore. Il campanello d’allarme è suonato tra la rimonta mozzafiato contro il Milan e la débacle di Marassi contro la Sampdoria; gare nelle quali forse non funzionava più la difesa altissima o forse i giocatori entravano mentalmente in campo solo dopo aver subito la prima marcatura. 

Contro la Fiorentina, allora, il primo messaggio: passaggio a un 4-4-2 che diventa 4-2-3-1 in fase di possesso! Arek Milik terminale offensivo favorì, in quella circostanza, il goal di Lorenzo Insigne; troppo poco per le occasioni create. Stesso discorso per quanto riguarda la trasferta europea a Belgrado contro la Stella Rossa, ma il catenaccio dei serbi e la traversa hanno impedito al Napoli di rimanere aggrappato al Liverpool di Klopp nel girone più difficile.

Insigne, nuovo mattatore del Napoli

 

Si parte, dunque, alla volta di Torino: al vecchio stadio “Olimpico” Ancelotti cambia ancora: dentro Verdi sull’out di sinistra e Mertens ad affiancare Lorenzo il magnifico. I risultati non possono che valutarsi ottimi: massima copertura con un solo goal subito nelle ultime tre uscite – viziato dal rigore concesso da un ingenuo Luperto che avrà modo di rifarsi salvando su Zaza – e il gioco veloce che prediligeva Maurizio Sarri: interpreti fantasiosi e numerosi inserimenti.  Tirando le somme, dalla vittoriosa trasferta piemontese ne escono premiati tutti quei giocatori apparsi in difficoltà nel primo Napoli 2018/19. Infatti Insigne, come visto con la Fiorentina, segna ancora ruotando intorno all’attaccante; Dries Mertens inventa e favorisce l’inserimento degli esterni dei centrocampisti centrali: va a segno Verdi e Callejon colpisce il legno in occasione dell’1-3; a sopresa, Hamsik vede di più la porta e prova due volte dalla distanza con entrambi i piedi.

Che il Napoli abbia un nuovo pericolosissimo mantra? Il Parma sarà una buona prova del nove: alla settima giornata c’è la Juventus.

Nicola Gigante

La Redazione
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