Vi è mai capitato di pensare che certe persone sembrano essere nate per uno scopo ben preciso? Un po’ come Beyoncè deve cantare, Roberto Bolle ballare e Leo Messi giocare a calcio, certamente Lewis Hamilton deve guidare.
All’età di 13 anni, Lewis Hamilton viene preso sotto l’ala di Ron Dennis, allora presidente McLaren. Dennis crede da subito in lui, tanto da aiutarlo a gestire la sua carriera nel motorsport fino a fargli varcare la porta della Formula 1.
Lewis sale per la prima volta su una monoposto di Formula 1(la MP4-21) in occasione di una sessione di test a Silverstone il 19 settembre 2006.
Inutile dire che il primo giorno fu un totale disastro: la macchina di Formula 1 non è equiparabile a nessun altro tipo di vettura e Lewis ci si doveva ancora abituare.
Il secondo giorno, il capolista della GP2 comincia a farsi vedere segnando il sesto tempo più veloce, ad un secondo da Pedro De La Rosa, pilota McLaren per metà stagione 2006 in sostituzione di Juan Pablo Montoya.
Il terzo giorno, Lewis si piazza terzo nella classifica finale superando piloti che la Formula 1 l’avevano già ben che collaudata.
Durante i test a Jerez, sempre nel 2006, Hamilton da’ un segno molto chiaro a tutti quelli che cominciavano a temerlo: tra tutti i tempi segnati, quello di Lewis fu il secondo tempo più veloce registrato in tutte le giornate di test. C’era solo un altro pilota più veloce di lui, un tedesco di nome Michael Schumacher.
Vinto il campionato GP2, McLaren annuncia i due piloti per la stagione 2007: Lewis Hamilton è uno di questi insieme ad una nota figura del motorsport spagnolo, Fernando Alonso.
Da “rookie” con molto talento tutti si aspettavano che Hamilton avrebbe dato filo da torcere ai suoi colleghi, ma mai che potesse giocarsi addirittura la vittoria del campionato; quell’anno fu Kimi Raikkonen a vincere il titolo ma Hamilton non rimase con le mani in mano: dopo solo una ventina di gare, nel 2008 Lewis vinse il suo primo campionato del mondo a soli 23 anni.
Lewis Hamilton dopo la vittoria del campionato di F1 nel 2008.Il Lewis di adesso è un Lewis diverso: cambiato, maturato, ispirato, unico nel suo genere. Dodici anni fa non avrebbe mai pensato di arrivare fin qui, di lanciare una linea di moda, fare musica e vincere quattro titoli mondiali. Il Lewis attuale è anche un uomo che non si accontenta, guida sempre con la voglia di battere gli avversari e dimostrare di essere il migliore.
“Se non credi tu in te stesso, chi altro deve farlo?” questo è il suo motto, e mentre tutti sono impegnati a giudicarlo, a criticare il suo carattere, il suo stile di vita e il suo aspetto, il ragazzino di Stevenage ci allieta con una bellissima sinfonia… forse la quinta.
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