Calcio

Lettera di un pallone

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Ciao a tutti, mi presento,

sono l’oggetto che tutti apprezzano, grandi e piccini. Ma sono realmente solo un oggetto? In molti dicono che io abbia un’anima, dicono che io sia una specie di dio, una sorta di espediente sacro per poter distogliersi dai problemi quotidiani. È chiaro che sia lusingato da queste belle parole, non capita a tutti di farsi dire certe cose; paradossalmente però mi è sufficiente rotolare per essere felice. Mi basta volare ed essere calciato. Mi basta il tocco della rete dopo un calcio preciso ed elegante. Oh bè, non pensate però che la mia vita sia tutta un divertimento. Ci sono diverse cose che non sopporto del mio “lavoro”. Una fra queste è sbattere contro il palo; è l’illusione per antonomasia, non solo per me, che potrei venire a contatto con la mia amata rete, ma anche per chi mi calcia. Peggio è essere spedito a pochi metri da Marte, col rischio di beccare qualche povero volatile di passaggio. Peggio ancora è non essere mai stato spedito su Marte nemmeno una volta. Conosco palloni meravigliosi, decorati da stelle che non vengono mai utilizzati. Voglio dire, perché privare un oggetto della sua fonte primaria di divertimento? E soprattutto, cari possessori di questi palloni, perché privarvi di una fonte di divertimento così potente? Se andaste al campetto con un pallone del genere fareste un figurone! Cos’è la paura di rovinare un oggetto? Esiste davvero? Mio cugino è una sfera di cuoio logorata dalla strada e dal pietrisco e nonostante ciò è ben più felice di altri palloni. A lui va bene tutto, anche finire sotto una macchina, perché ha la consapevolezza del fatto che ogni pomeriggio, alle quattro in punto, volerà, rotolerà, farà di tutto pur di rendere felice chi lo calcia. Non avrà la beneamata sensazione del tocco di rete, ma credo che oltrepassare la linea immaginaria delineata da due bottiglie possa considerarsi allo stesso modo una gran soddisfazione. Ora vado, tra poco si torna in azione, il mio amico umano ha intenzione di realizzare grandi gol anche oggi. E se non lo farà lui, bè lo faranno i suoi amici.

Tuo,
Il pallone.

A cura di Alessandro Casolino

La Redazione
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