Cosa si pagherebbe anche per partecipare soltanto a una partita di un Mondiale ? Chiedetelo a Mario Pretto che, probabilmente con una prestazione unica al mondo, guidò la Bolivia nella competizione iridata soltanto per un match. Potrebbe sembrare impossibile, eppure l’esperienza degli andini nella competizione iridata del 1950 si concluse dopo soltanto una sfida, quella con i futuri campioni dell’Uruguay.
i primi colpi al pallone e il napoli
Per comprendere appieno quanto accadde è necessario far un passo indietro e tornare direttamente in provincia di Vicenza, per la precisione a Magrè di Schio dove il 7 ottobre 1915 nasceva il futuro commissario tecnico. Venuto al mondo a due passi dal fronte austro-ungarico, Pretto tirò i primi calci al pallone con la maglia giallorossa del Calcio Schio dove venne notato dai tecnici del Napoli colpiti dalla classe del terzino destro veneto.
Una storia d’amore che prese il via nell’estate 1937 grazie all’acquisto dei partenopei che decisero di investire 15.000 lire per lui e che lo portano a debuttare in Serie A il 3 ottobre dello stesso anno nella partita contro il Milan andata in scena allo Stadio Partenopeo e conclusa sul punteggio di 1-1. Quella fu soltanto una delle 223 gare disputate dal vicentino con la maglia azzurra delle quali 178 nella massima serie e 145 nel girone unico, il tutto punteggiato da un calcio di rigore messo a segno nella vittoria esterna sull’Alessandria dell’11 novembre 1945.
L’APPRODO AL CINEMA
Se la carriera da calciatore si concluse nel 1949, un’altra rischiò di aprirsi un anno prima grazie alla partecipazione al film “11 uomini e un pallone” diretto da Giorgio Simonelli. La trama è quella della classica commedia del Dopoguerra con Carlo Dapporto chiamato a interpretare Romeo Cadenazzi, un giornalista deciso a rapire Clelia Olivari (Clelia Matania), moglie di Archimede Olivari (Carlo Campanini), noto farmacista e arbitro di calcio. L’obiettivo di Cadenazzi era infatti quello di vincere una scommessa e per farlo era necessario impedire alla squadra dell’Olimpia di aggiudicarsi il campionato alla vigilia dell’ultima gara con la Stella del Sud.
Di quella squadra faceva parte anche lo stesso Pretto, chiamato a rappresentare sé stesso in compagnia di altri assi del pallone dell’epoca come Amedeo Amedei, Carlo Parola, Leandro Remondini e Hector Puricelli, una carriera che si è presto arenata aprendo quindi le porte verso il Sud America dove Pretto approderà in qualità di allenatore del Litoral, formazione boliviana con sede nella capitale La Paz da cui provenivano la maggior parte dei giocatori della Nazionale.
la bolivia e il mondiale del 1950
Giocare a 3500 metri d’altitudine può esser un vantaggio per chi vi è abituato, ma a volte un problema quando si scende verso il livello del mare. Se ne accorse Pretto che, dopo esser stato chiamato a guidare la “Verde”, si ritrovò a volare in Brasile per il Mondiale complice la rinuncia dell’Argentina. Gli andini si ritrovarono a solcare i campi della Coppa Rimet per la seconda volta nella loro storia dopo il disastroso esordio del 1930 venendo inseriti nel girone con Uruguay e Francia. Complice gli elevati costi per il viaggio e le varie vicende post-belliche, i galletti si ritirarono prima che la kermesse prendesse il via riducendo il girone al solo match fra le due squadre sudamericane.
Il match non ebbe alcuna storia: i fautori della “garra charrua” si scatenarono con la propria veemenza sin dai primi minuti chiudendo il primo tempo sul 4-0 complice le reti di Oscar Omar Miguez (‘14 e ‘40), Juan Alberto Schiaffino (‘17) e Ernesto Josè Vidal (‘18). La situazione non cambiò alla ripresa dove la Celeste raddoppiò il parziale trovando la rete nuovamente con Miguez (‘51) e Schiaffino (53’) oltre che con Juan Gervasio Perez (‘83) e Alcides Ghiggia (‘87) ponendo così le basi per il successo finale.
LA CARRIERA IN BRASILE E LA COPA AMERICA CON IL CILE
Per Pretto si trattò il “canto del cigno” nella rassegna iridata così come per la sua Bolivia che tornerà a solcare i campi della Coppa del Mondo soltanto nel 1994. Il mister veneto rimarrà però all’ombra della Ande spostandosi però in Cile passando alla guida dell’Audax Italiano dal 1951 al 1954 e vivendo un’altra esperienza internazionale l’anno successivo con la nazionale dove ricoprì il ruolo di vice Luis Tirado nella cavalcata in Copa America chiusa soltanto alle spalle dell’Argentina.
Nel 1957 Pretto tornò in Brasile dove si occupò per alcuni mesi del Gurani prima di ritirarsi definitivamente e rimanere nello stato di San Paolo, per la precisione nella città di Campignas dove scomparve all’età di 68 anni il 2 aprile 1984 lasciando il ricordo di quell’avventura da vero “eroe dei due mondi”.
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