Il 6 Marzo scorso su Canale Ovale, il nostro podcast dedicato al rugby, abbiamo avuto il piacere di confrontarci con Leonardo Ghiraldini. Dal 2006 al 2020 ha collezionato 107 presenze con la Nazionale, tra cui 17 da capitano, due volte Campione d’Italia con Calvisano e Benetton Treviso, una volta Campione di Francia con Tolosa e selezionato per tre occasioni con i Barbarians. Il tutto scendendo in campo con il ruolo di tallonatore.
Di seguito riportiamo quattro punti focali della chiacchierata, che meritano di essere trascritti e ricordati.
Cosa è il rugby
Per me il rugby è stato sempre prima di tutto un gioco. Ho sempre cercato di divertirmi e godermi ogni momento. La carriera di uno sportivo non è infinita e le occasioni vanno sempre colte subito, visto che da un giorno all’altro a causa di svariate ragioni, un infortunio ad esempio, ci si può ritrovare fuori dal rugby di alto livello. Tutte le volte che in campo mi sono divertito ho anche giocato bene. Le volte che ho pensato ad altro, la pressione veniva fuori e non sono riuscito ad esprimere me stesso come avrei voluto.
L’esperienza con i Barbarians
L’allenamento non è la base principale della settimana dei Barbarians e con questo ho detto tutto. È stata un’esperienza incredibile, che più di qualcuno prima mi aveva raccontato, ma finché non la vivi non te ne rendi conto. Ti ritrovi con tutti giocatori di classe mondiale, con il quale in passato ti sei scontrato e non hai mai giocato insieme. Per di più devi affrontare partite davvero impegnative. Con la maglia dei Barbarians ho giocato infatti contro l’Inghilterra, il Galles, i British & Irish Lions. Il tutto senza nessuna preparazione o allenamenti specifici (la palestra ad esempio non la si vede mai) puntando solo sulla coesione. Ciò vuol dire ritrovare il vero spirito di questo sport: lo spirito di squadra. E posso assicurarvi che tutto questo porta a dei risultati incredibili in campo. Durante la partita si vuole davvero dare tutto, onorare la maglia e non mettere in difficoltà i compagni. Vincemmo sia in Inghilterra che in Galles, conquistando due successi importanti basati su un unico ingrediente: il divertimento. Con i Barbarians tocchi con mano infatti l’aspetto ludico di questo sport e instauri in sette giorni delle amicizie forti, vivendo il rugby in maniera completamente diversa.
Visualizza questo post su Instagram
L’eredità in Nazionale
Ogni partita con la maglia azzurra per me è sempre stata come una prima volta. Infatti ogni volta che preparavo la borsa per andare in Nazionale la sentivo come un traguardo raggiunto. Ho sempre cercato di vivere con naturalezza il ruolo da capitano, sperando di trasmettere qualcosa ai miei compagni e non pensare a giocare bene solamente io. L’obiettivo è stato sempre quello di essere un esempio costante dentro e fuori dal campo, che possa ispirare gli altri a fare di più sostenendoli. Spero di aver lasciato un ricordo di una persona che non mollava mai, che ci credeva sempre in quello che faceva e nei compagni. Ho amato costantemente lo spirito di squadra e i valori di questo sport. Le mie azioni e il mio pensiero sono state sempre una conseguenza di questo.
La giornata tipo
Amo svegliarmi presto. Poi subito dopo ho due bimbi che insieme alla mia compagna devo portare a scuola. In questo periodo mi dedico tanto allo studio, alla formazione e alla preparazione per la mia prossima vita. Mi alleno assiduamente visto che ho lasciato aperta una porta al rugby giocato. Lo faccio come se stessi preparando un Mondiale, visto che mi alleno ogni giorno al mattino e al pomeriggio. Poi mi dedico a diversi hobby, ai quali nel corso degli anni ho avuto poco tempo da dedicare.
⬆ Clicca sul tasto play per ascoltare la puntata completa
Immagine in evidenza: ©Roberto Bregani / Fotosportit
Comments