Atletica

L’atletica italiana riparte da tre diamanti e nuove stelle pronte a brillare

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Questa stagione per l’atletica italiana è stata intensa, caleidoscopica e sfaccettata, come tutte quelle olimpiche. I Giochi sono stati amari per i nostri colori dal punto di vista delle medaglie, inutile negarlo: “solo” il grande argento di Nadia Battocletti nei 10.000 più i due bronzi di Mattia Furlani e Andy Diaz nei salti in estensione maschili. A Parigi ci sono stati, però, diciassette piazzamenti nei primi otto posti, a dimostrazione del fatto che, nonostante tutto, l’Italia è più forte che mai, come dimostrano il record di medaglie degli Europei e le tre fantastiche vittorie di Gianmarco Tamberi, Larissa Iapichino e Leonardo Fabbri alle finali di Diamond League. Partiamo proprio da qui, dal rivivere le annate olimpiche dei tre azzurri protagonisti dell’ultimo atto di alto livello in ordine temporale di una stagione (di pista) ormai volta al termine. Tamberi, Iapichino e Fabbri hanno avuto stagioni strane, particolari e dolorose, ma per tutti e tre, come anticipato, la chiusura in Diamond League è stata molto bella.

La parabola di Tamberi

Gianmarco Tamberi ha avuto una stagione pazzesca fino a Parigi. Titolo europeo a Roma, salendo sopra i 2.37 per la quinta volta in carriera, a quasi due mesi dal picco di forma: ai Giochi la vittoria era annunciata e i 2.40 razionalmente ipotizzabili. Il campione marchigiano – probabilmente il più grande agonista dello sport italiano, capace di tirare sempre fuori il meglio quando conta – è stato di nuovo fermato dalla sfortuna, come otto anni fa, quando si infortunò dopo aver saltato il suo tuttora PB di 2.39 e dovette saltare Rio 2016. L’epopea parigina, cominciata con lo smarrimento della fede nuziale nella Senna, è nota a tutti. Gianmarco è stato criticato per il dettagliato racconto social delle sue condizioni fisiche e dei ricoveri legati a delle fastidiosissime coliche renali. Come ti puoi sentire quando, per la seconda volta, ti viene strappato via il sogno per cui lavori da 4 anni? Difficile immaginarlo, facile giudicare.        Gimbo a Parigi è anche riuscito, miracolosamente, a superare la qualificazione, ma la colica avvertita nella mattinata della finale ha compromesso inevitabilmente il risultato della sua gara. Tamberi dopo i Giochi ha continuato a gareggiare, ottenendo anche ottimi risultati. Circa due settimane fa ha partecipato al Golden Gala, purtroppo non riuscendo a vincere. Era triste, perché sentiva di aver deluso il suo pubblico. Intervistando il saltatore in zona mista, l’ho lasciato con un’affermazione: “Ricorda che la curva era piena grazie a te”. E lì ho visto uno dei suoi pochissimi sorrisi di quest’anno. Gimbo da quattro anni pensava solo e soltanto a Parigi. È andata così, purtroppo. Intanto, comunque, ha conquistato il suo terzo diamante in carriera, sempre con la stessa misura saltata a Zurigo nelle finali del 2021 e del 2022: 2,34.

La crescita di Iapichino

Larissa è stata settima quest’inverno ai Mondiali Indoor di Glasgow ed ha conquistato un fantastico argento agli Europei a giugno dietro Malaika Mihambo con un gran balzo a 6.94 metri. Alle Olimpiadi è arrivata a un soffio dalla medaglia – quarta – con la misura di 6.87. Qualcuno ipotizza che, come per altri azzurri, ci sia stato un problema relativo alla forma. Il famoso “picco” di prestazione in genere si programma per la grande manifestazione: questa operazione non è riuscita ad alcuni azzurri, come ad esempio Alessandro Sibilio e Zaynab Dosso, che sono arrivati fisicamente scarichi alle Olimpiadi dopo i grandi risultati della prima parte di stagione. Tornando a Larissa, però, probabilmente è sbagliato parlare solo di forma, perché la toscana ha comunque fatto segnare un ottimo riscontro metrico ai Giochi, pur rimanendo con la sola virtuale medaglia di legno in mano. Lo sport è anche questo. Mattia Furlani lo ha detto: le sconfitte gli hanno insegnato tanto. Il saltatore laziale, dopo i Mondiali dello scorso anno, è stato criticato da persone poco sensibili. Iapichino ha sfiorato i 6.90 in un’Olimpiade, e, per fortuna, ci sono stati meno commenti stupidi nei suoi confronti. Vero è anche che la lunghista delle Fiamme Gialle saltava 6.91 già tre anni fa (si trattava di primato mondiale indoor U20), quando si allenava con Gianni Cecconi, prima di passare sotto la guida del papà Gianni Iapichino. Larissa non ha certamente smesso di saltare lontano, tutt’altro. Ha dimostrato grande costanza ad altissimi livelli. I suoi risultati da juniores avrebbero lasciato immaginare ancora di meglio, ma l’atletica è fatta di fisico e tecnica, non di “se” e “ma”, specialmente quando si arriva nell’elitè mondiale. Ciò che è certo è questo: la figlia d’arte saprà sfruttare a suo favore l’esperienza accumulata in questa stagione. Ha ancora 22 anni e una Diamond League in tasca.

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Monster-Fabbri e la delusione olimpica che può spingerlo ancora più in alto

Leo Fabbri, altro fiorentino DOC, è stato protagonista di una stagione mostruosa, conquistando un bronzo ai Mondiali Indoor e dominando la rassegna continentale di Roma 2024. Il pesista dell’Aeronautica, durante la stagione, ha migliorato lo storico record italiano di Alessandro Andrei e si è portato a pochi centimetri dal primatista del mondo e due volte (ora tre) campione olimpico Ryan Crouser.  A Parigi ha strappato il pass per la finale con il brivido, all’ultimo tentativo disponibile, ma con il lancio più lungo di tutti. Poi, nel grande giorno, un quinto posto. I fattori: tanti nulli, certamente meno esperienza dei suoi avversari, e la pedana che verso metà gara è diventata bagnata, causa pioggia. Leo avrebbe potuto provare con molta più efficacia a raggiungere una medaglia negli ultimi lanci, se l’area di lancio fosse stata asciugata con un po’ di cura (sia lui che altri atleti sono scivolati pericolosamente). Dopo i Giochi, il gigante toscano ha poi continuato a lanciare bene, per poi andare addirittura sopra i 22.90 a Bruxelles, migliorando ancora il suo primato nazionale e conquistando il diamante. Ma, a proposito di fattori, quali sono quelli che hanno permesso a Fabbri di arrivare ad una stagione del genere? La sua carriera è stata un crescendo che lo aveva visto arrivare nel 2023 per la prima volta oltre i 22 metri, entrando nella ristretta elitè della specialità. In questa stagione Fabbri è salito più di 15 volte sopra questa soglia. L’eziologia di questi grandi miglioramenti e del superamento di questa soglia è da ricercarsi in Dal Soglio: Paolo Dal Soglio, coach di Leonardo. L’allenatore di Schio, ex lanciatore del peso di ottimo livello, segue anche Kyle Blignaut, sudafricano che a Parigi non è andato lontano dalla finale, e, soprattutto, Zane Weir, italosudafricano campione europeo indoor nel 2023 che Paolo ha letteralmente fatto esplodere. Zane ha avuto problemi fisici quest’anno, altrimenti avrebbe potuto ambire a sua volta a grandi cose. Il segreto principale di Leo è quindi indubbiamente Paolo Dal Soglio: un coach che si sta dimostrando capace di far avere miglioramenti incredibili ai suoi atleti.                                        

Uno sguardo d’insieme volto al futuro

L’Italia ha un numero di frecce impressionanti al proprio arco, per il presente e per il futuro. In tanti possono mirare a qualcosa di molto importante per i Mondiali di Tokyo nel 2025. Marcell Jacobs ha appena compiuto 30 anni e la staffetta 4×100 maschile è estremamente competitiva: Chituru Ali, sceso sotto i 10 quest’anno, non si allenerà più con coach Licciardello (come Marcell, farà base negli States), e punta ad andare ancora più veloce. Filippo Tortu, Matteo Melluzzo e Lorenzo Patta gli altri velocisti stabilissimi nel gruppo della staffetta, così come Lorenzo Ndele Simonelli, che ha dominato gli Europei nei 110hs con un mostruoso 13.05 per poi purtroppo “toppare” l’appuntamento parigino. Stesso discorso, come si raccontava, anche per Alessandro Sibilio, che a Roma ha conquistato primato italiano ed argento europeo dietro solo a Karsten Warholm, ma nella capitale francese “non è andato”. Velocità femminile con Zaynab Dosso, anche lei, come Simonelli, parte del forte gruppo di allenamento di Giorgio Frinolli, e con Dalia Kaddari. E dietro ci sono fenomenissime giovanili come Elisa Valensin, Margherita Castellani, Kelly Doualla ed Alessia Succo che arrivano. Le staffette del miglio non stanno crescendo come ci si sarebbe potuto immaginare, ma al maschile è nata la stella di Luca Sito (exploit e record italiano nel 2024) e si è rivisto Edoardo Scotti ad ottimi livelli, ed al femminile Alice Mangione è sempre più una certezza, con Ayomide Folorunso sempre competitiva anche nel giro di pista senza barriere e “con testimone”.

Nel mezzofondo una Nadia Battocletti eroica ai Giochi guiderà la compagnia mirando ad altre medaglie di grande valore. Possono stupire Ludovica Cavalli, Sinta Vissa, Gaia Sabbatini e nei 1500 e Eloisa Coiro ed Elena Bellò nel doppio giro di pista. Tra gli uomini ci sono Catalin Tecuceanu e Simone Barontini negli “8”, Federico Riva, Pietro Arese e Ossama Meslek nel “quasi miglio”, con Yeman Crippa, Eyob Faniel e Pietro Riva nel fondo.  La marcia è sempre florida e pronta a riscattarsi ai Mondiali di Tokyo: Antonella Palmisano e Massimo Stano le punte, con Francesco Fortunato che continua a migliorare.

Gimbo Tamberi potrà essere accompagnato nei palcoscenici più importanti da uno Stefano Sottile che può e deve migliorare nella continuità, mentre tra le donne potrebbe rivedersi il bronzo mondiale 2022 Elena Vallortigara, e cresce Idea Pieroni. Nel triplo maschile 4 protagonisti di massimo livello: Andy Diaz Hernandez, che ha dichiarato di sperare addirittura nel primato del mondo, Andrea Dallavalle, Tobia Bocchi ed Emmanuel Ihemeje. Al femminile, come da un decennio a questa parte, Dariya Derkach (molto bene nel ’24) ed Ottavia Cestonaro (annata condizionata dagli infortuni per lei). Salto in lungo, come detto, con i nostri giovani campioni Iapichino e Furlani decisi a volare ancora più in là: si può puntare all’oro. Nel salto con l’asta donne c’è il terzetto del ’94 Roberta Bruni, Elisa Molinarolo (sesta a Parigi) e Sonia Malavisi (2024 di rinascita), mentre al maschile Simone Bertelli è pronto ad andare ancora più in alto ed a soffiare la leadership nazionale a Claudio Michel Stecchi.

Lanci con Fabbri, Zane Weir e un Nick Ponzio di rientro nel peso. Poi Giovanni Frattini che nel giavellotto ha trovato una grande misura quest’anno, ma nella fase finale della stagione. Nel Decathlon Dario Dester e Lorenzo Naidon potranno addirittura puntare a qualcosa di interessante nella rassegna iridata giapponese, se troveranno la giusta forma. Lanci donne con la campionessa europea del martello Sara Fantini e con Daisy Osakue nel disco. Nelle multiple, infine, una Sveva Gerevini (che viene dallo stesso, piccolissimo, paese di Dester) di ormai consolidato livello internazionale. Tante speranze per il prossimo anno: continueremo a raccontarvi nel dettaglio le tante storie dietro ai nomi che colorano l’atletica azzurra.

Immagine in evidenza: © Fidal

Leonardo Musio

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