Salto con gli sciSport Invernali

La Tournée degli Austriaci

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I giorni di festa che ci accompagnano da Natale all’Epifania sono impreziositi da due grandi eventi degli sport invernali: il Tour de Ski per lo sci di fondo e la Tournée dei 4 trampolini per il salto con gli sci. Se per il primo sono presenti ogni anno modifiche di programma (e una partecipazione non sempre eccelsa), la Vierschanzentournee segue un percorso codificato, che può esser mutato solo per effetto del maltempo.

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Il Grande Slam del salto

La Tournée è uno degli eventi cruciali della stagione del salto con gli sci, al pari dei Mondiali (di salto negli anni dispari e di volo in quelli pari) e delle Olimpiadi. Il suo format è però unico: a trionfare è colui che riesce a totalizzare il maggior numero di punti su 8 serie di salti, due per ognuno dei 4 trampolini (Oberstdorf, Garmisch, Innsbruck e Bischofshofen). A questa fondamentale peculiarità si aggiunge il cosiddetto Knock-out system (introdotto nell’edizione 96-97), una fase ad eliminazione diretta (con soli 5 ripescaggi) che caratterizza le prime serie di salto. Questi aspetti non lasciano spazio a vuoti di sceneggiatura da parte degli atleti, poiché ogni minimo punto lasciato per strada può rivelarsi fatale per l’esito finale della Tournée.

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L’Aquila d’Oro svetta sul panorama tirolese

La 73° edizione della Tournée

Le premesse per la Tournée 2024/25 erano chiare; dopo un travolgente (e sorprendente) inizio di stagione, la condizione del veterano teutonico Pius Paschke pareva aver superato l’apice, lasciando spazio ad altri pretendenti all’Aquila d’Oro. Ad esser investiti del ruolo di favoriti principali erano tre saltatori austriaci: Stefan Kraft, Jan Hörl e Daniel Tschofenig. Tre atleti distanziati anagraficamente (rispettivamente classe ’93, ’98 e 2002) e con caratteristiche altrettanto differenti. Agile e straordinariamente capace di volare Kraft, potente ed esplosivo Hörl, reattivo ed eccelso stilisticamente Tschofenig. Altri papabili contendenti potevano essere il norvegese Johann André Forfang e l’elvetico Gregor Deschwanden, pur rimanendo un passo indietro rispetto ai tre austriaci.

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Pius Paschke, autentico mattatore dell’inizio di stagione

La falsa partenza di Tschofenig

Il teatro della prima tappa della Tournée è lo Schattenbergshanze di Oberstdorf e fin da subito non mancano le sorprese. Daniel Tschofenig, dopo aver impressionato in allenamento e qualifica, buca il suo primo salto e si trova a rincorrere fin da subito. Un’ottima seconda prova gli permette di rimontare sino all’ultimo gradino del podio, pur rimanendo alle spalle dei compagni Hörl e Kraft. Jan incappa in condizioni di vento sfortunate in entrambe le serie, mentre Stefan è eccelso stilisticamente e trionfa. Il successo di Kraft è particolarmente significativo, essendo il terzo nel contesto della Tournée sull’impianto dell’Allgäu, dove nel 2014 aveva conquistato il primo successo individuale della sua carriera. L’esordio della Tournée è un’apoteosi austriaca, con il podio monopolizzato e un chiaro segnale lanciato a tutti gli altri avversari.

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Lo Shattembergshanze fa da cornice al podio di Oberstdorf

La bestia nera di Kraft

Il classico percorso verso est della Tournée porta i saltatori nella seconda tappa tedesca, sul Große Olympiaschanze di Garmisch-Partenkirchen. Il trampolino bavarese è una grande opportunità per Hörl di prendersi la vetta e per Tschofenig di recuperare punti fondamentali; per Stefan Kraft è invece un impianto ostico, dove provare a difendersi. L’idiosincrasia del campione di Schwarzach im Pongau per Garmisch ha un motivo ben definito: la maggior distanza tra i binari della in-run, che penalizza oltremodo gli atleti di statura modesta come lui (1,66m).

La gara di Capodanno è spettacolare e rimescola le carte fin dalla prima serie; Tschofenig si inventa un salto a 141,5 metri con ottime valutazioni stilistiche, facendo meglio anche del connazionale Michael Hayböck, che vola sino a 145 metri, nuovo record del trampolino. Kraft conferma i timori della vigilia e perde in una volta sola 20.5 punti, mentre Jan Hörl è di nuovo tormentato dalla malasorte. Al momento del suo salto si alza il vento trasversale (che non porta alcun punto di compensazione) e l’atleta di Bischofshofen si difende come può, perdendo però ben 17.5 punti da Tschofenig.

Nella seconda serie Hörl e Kraft si riscattano, ma rosicchiano un’inezia al classe 2002, che stampa un sensazionale balzo a 143 metri, pasticciato da un atterraggio imperfetto, che gli toglie circa cinque punti rispetto alle sue valutazioni abituali. Per Tschofenig è comunque un en-plein: vittoria di tappa (su Deschwanden e Hayböck), testa della Tournée e sorpasso a Pius Paschke nella classifica di Coppa del Mondo.

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Un regale Tschofenig plana nel cielo di Garmisch-Partenkirchen

Lo spettacolo del Bergisel

L’Austria accoglie ad Innsbruck i propri beniamini in un clima di euforia generale, che riporta dopo tanti anni il tutto esaurito (26.000 spettatori) nel magnifico Bergiselschanze, riprogettato tra 1999 e 2002 dalla rinomata architetta Zaha Hadid. Il capoluogo del Tirolo diviene teatro di una gara di livello sopraffino, con i padroni di casa assoluti protagonisti. La prima serie vede i tre candidati all’Aquila d’Oro appaiati in soli 9 decimi di punto, con tre salti oltre il punto HS (130 metri). Nella seconda Tschofenig è conservativo e lascia la porta aperta a Kraft e Hörl; il veterano si inventa un salto perfetto (132,5 metri), il classe 98 lo replica (132 metri), dimostrando la grande attitudine per il trampolino di Innsbruck.

A fare la differenza sono le valutazioni dei giudici, che penalizzano una spigolata in fase di decelerazione di Hörl (-4 punti) a favore di Stefan Kraft. Per il 31enne è la prima vittoria in carriera sul Bergisel, che segna il ritorno in cima alla graduatoria della Tournée e sancisce la seconda tappa con podio monopolizzato dall’Austria. Al termine della terza tappa, che solitamente indirizza la competizione, la situazione è più che mai incerta. A dividere i tre favoriti ci sono solamente 1.3 punti: Kraft primo, Hörl secondo a 0.6 punti e Tschofenig terzo a 1.3.

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Stefan Kraft vola verso il suo primo successo in carriera a Innsbruck

La resa dei conti

L’Epifania è la giornata che incorona il Re della Tournée e il Paul-Außerleitner-Schanze è l’ultimo dei quattro impianti che i saltatori devono affrontare. Pur essendo un trampolino di difficile lettura, con una in-run infinita, i due beniamini di casa, i salisburghesi Kraft e Hörl (proprio di Bischofshofen), sembrano partire leggermente favoriti sul carinziano Tschofenig. I salti di allenamento, la qualificazione e anche la prima serie di gara confermano le previsioni. Kraft vince la terza serie di salti della sua Tournée, guadagnando 2.1 punti su un tesissimo Hörl e 5.2 sul classe 2002 di Villach, ma non chiude definitivamente i giochi. L’ottava e ultima serie di salti è un thriller degno di Alfred Hitchcock.

Tschofenig getta il cuore oltre l’ostacolo e vola sino a 140,5 metri con vento alle spalle; un salto di alto livello, che aggiunge pressione ai due avversari. Hörl capisce che per alzare al cielo l’Aquila d’Oro serve superarsi; non basta mettersi davanti al carinziano, ma bisogna recuperare anche su Stefan Kraft. Il suo salto è maestoso (143 metri), ma l’atterraggio sanguinoso. Perde quasi 10 punti da Tschofenig sulle valutazioni stilistiche e cede il passo sia nella gara che nella Tournée (per soli 1.4 punti). Dopo la prova di Maximilian Ortner, secondo dopo la prima serie, che scivola fuori dal podio, è il turno di Stefan Kraft.

È l’epilogo della Tournée, ma ci mette lo zampino il meteo. Il vento da dietro diventa prima trasversale e infine frontale, costringendo la giuria ad un’attesa forzata. Quello che sembrerebbe un vantaggio per il campionissimo salisburghese lo costringe ad una misura vicina al record del trampolino (145 metri), non potendo contare sulla compensazione dei diretti avversari. Passano 7 interminabili minuti. Il salto di Kraft è discreto (137,5 metri), ma non sufficiente; Tschofenig rimane in stato catatonico, con la bocca spalancata e le mani sul volto. Kraft scuote la testa, con lo sguardo perso nel vuoto. Hörl, inquadrato solo qualche minuto dopo, ha un’espressione corrucciata e sembra ancora rimpiangere il pessimo atterraggio della seconda serie, rivelatosi determinante in negativo per l’esito della Tournée.

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Daniel Tschofenig non può credere a ciò che è appena accaduto

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Un affranto Stefan Kratf viene consolato dalla moglie Marisa

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Il momento in cui Jan Hörl getta alle ortiche la vittoria nella Tournée

Un’apoteosi austriaca

La 73esima edizione della Vierschanzentournee si rivela un capolavoro austriaco. A distanza di dieci anni dall’ultimo successo (Kraft nel 2015), il paese Rot-Weiß-Rot torna ad alzare l’aquila d’oro, dominando in lungo e in largo tutta la competizione. I podi monopolizzati sono tre su quattro gare (record assoluto nella storia), con il solo Gregor Deschwanden capace di scalfire l’egemonia austriaca nella tappa di Garmisch. Tschofenig diventa il primo Millenial a trionfare nella Tournée, con un punteggio da record (1194.4 punti), migliore di soli 1.4 punti rispetto al 1193 di Jan Hörl, che deve recriminare per le varie sbavature in fase di atterraggio. Kraft chiude a 4.1 punti, assaporando un successo che pareva cosa fatta ad un salto dalla fine. Daniel Tschofenig è il 13esimo saltatore austriaco a trionfare nella Tournée, regalando la 17esima Aquila d’Oro al proprio Paese, che stacca così di una lunghezza la Finlandia nell’albo d’oro (16 vittorie).

Una Tournée combattutissima, con tanti capovolgimenti di fronte e una suspense che si è protratta sino all’ultimo atto. Una competizione che ogni anno viene attesa con fervore dagli appassionati e raramente tradisce. Uno degli appuntamenti cardine della stagione degli sport invernali.

Immagine in evidenza GEPA | @FISskyjumping

Andrea Sosio
Ammiro i canestri prodigiosi di Steph Curry, i poligoni fulminanti di Johannes Bø, la falcata fluente di Sydney McLaughlin, l'estro smisurato di Sasha Bublik, la passione per la fatica di François D'Haene, le carvate morbide di Henrik Kristoffersen… adoro lo sport!

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