Dopo anni di purgatorio, il Brescia è la squadra che più sta impressionando in questa Serie B atipica a 19 squadre. Merito di un grande allenatore, un giovane regista e un bomber di provincia. Le “Rondinelle” sono pronte per il grande salto: il ritorno in Serie A.
22 maggio 2011. Si conclude dopo solo una stagione l’avventura del Brescia in serie A. Una Serie A conquistata ai playoff l’anno precedente guidati da Beppe Iachini, uno che di promozioni se ne intende.
Ne sono seguiti anni di purgatorio, a metà classifica in Serie B, culminati con la retrocessione in Lega Pro del 2015, causata anche da sei punti di penalizzazione a campionato in corso. Una retrocessione di per sé inaspettata data la qualità dell’organico a disposizione delle Rondinelle. Ma si sa, la dea bendata aiuta gli audaci, e, complice la non iscrizione del Parma al successivo campionato cadetto, il Brescia ottiene un posto in Serie B anche per la stagione successiva.
Guidate da Roberto Boscaglia, le Rondinelle si salvano in tranquillità ottenendo un 11° posto senza infamia e senza lode. Ormai tutti i tifosi sono rassegnati a vedere la propria squadre lottare per restare in Serie B piuttosto che tentare l’assalto al massimo campionato. Ne seguirà un altro campionato non proprio entusiasmante. Un quindicesimo posto e una risalita che neanche il più ottimista degli ultras riuscirebbe a pensare.
Qualcosa però sta per cambiare. Il 10 agosto 2017 il club viene rilevato da Massimo Cellino, ex patron del Cagliari, per 6,5 milioni d’euro, e un diktat: tentare l’assalto alla Serie A nel giro di due stagioni. Il fatto che il club sia stato acquistato proprio il giorno di San Lorenzo, per la cabala il giorno più fortunato dell’anno, per i comuni mortali la notte delle stelle cadenti e per Jovanotti “La notte dei desideri”, avrebbe dovuto muovere nei tifosi della Leonessa qualcosa.
Appena arrivato, Cellino, decide di partire da zero. Via il vecchio logo e dentro un’immagine più stilizzata.
La prima stagione della proprietà Cellino si rivela parecchio tirata e il Brescia ottiene la salvezza sul campo all’ultima giornata andando a pareggiare 0-0 in casa dell’Ascoli. Ma durante la stagione, vengono scoperti alcuni giocatori che si dimostrano di livello superiore. Sandro Tonali, mediano dai piedi raffinati, viene gettato nella mischia a soli 17 anni il 27 agosto 2017, nella partita persa 2-1 ad Avellino durante la prima di campionato. Tenuto poi fuori dalle rotazioni per un girone, sempre contro l’Avellino, si prende definitivamente il posto da titolare in mezzo al campo.
Centrocampista moderno, Tonali è considerato dallo stesso Pirlo, il suo erede. Tecnica di base superiore alla media, conduzione di palla a testa alta e tiro dalla distanza sono alcune delle sue caratteristiche.
L’altro giovane giocatore scoperto e acquistato a gennaio 2018 dal club slovacco dello Žilina, è Nikolas Špalek. Considerato l’erede di un altro ex Brescia, cioè Marek Hamšik, Špalek appena arrivato ha preso posizione tra le linee e ha convinto, sin da subito, tutti gli addetti ai lavori.
La stagione 2018/2019 si apre con aspettative ben superiori rispetto alla passata. Dal mercato arriva Donnarumma dall’Empoli, dopo una stagione da 23 reti nella serie cadetta. In panchina, invece, viene chiamato David Suazo, pupillo di Cellino sin dai tempi di Cagliari. Tecnico votato all’attacco ma con poca esperienza. Questa poca esperienza appunto, gli costa caro. Dopo appena tre giornate e con uno score di 2 pareggi e 1 sconfitta, Suazo viene esonerato e al suo posto viene chiamato Eugenio Corini.
Corini sceglie di adottare un 4-3-1-2 adatto ad esaltare le caratteristiche dei suoi giovani terribili. Infatti decide di costruire la squadra attorno ai tre di centrocampo e al trequartista, già da tempo a Brescia. Sono sette i cambi di formazioni rispetto alla passata stagione. In porta Enrico Alfonso direttamente da Cittadella, un portiere esperto che conosce la B alla perfezione. In difesa da destra a sinistra, Stefano Sabelli, arrivato dal Bari, retrocesso in D, Andrea Cistana, rientrato dal prestito al Prato, Simone Romagnoli, in prestito dall’Empoli e Alessandro Semprini, anch’egli rientrato da un prestito, ad Arezzo. A centrocampo non si cambia rispetto alla stagione passata: le mezzali Bisoli e Ndoj, qualità e quantità a disposizione del regista Sandro Tonali, vero fulcro della squadra. Tra le linee Nikolas Špalek, collante tra centrocampo e attacco. Attacco appunto formato da Alfredo Donnarumma, titolare inamovibile e staffetta Leonardo Morosini-Ernesto Torregrossa a coadiuvare il bomber.
Una squadra solida alla quale vengono aggiunti: Andreacci secondo portiere, Matêj, Gastaldello e Martella in difesa, Martinelli, Dossena, Dall’Oglio e Tremolada a centrocampo e Rodriguez in attacco. Giocatori che giocherebbero titolari nella maggior parte delle squadre cadette.
Corini da allenatore ha ottenuto 12 vittorie, 9 pareggi e una sola sconfitta, portando il Brescia al primo posto, con il miglior attacco e lanciato verso una promozione che avrebbe dell’incredibile.
Donnarumma segna 1 gol ogni 76′, Tonali è sempre più di un livello superiore, Špalek è ormai l’uomo ovunque, Bisoli ricorda tanto il padre in quanto mezzala d’inserimento e i giovani Cistana e Semprini hanno avuto un impatto con la B migliore di quanto ci si aspettasse.
Corini ha messo in scena un adattamento degno della Notte degli Oscar. Riuscirà a fine stagione a ricevere anche l’Oscar come miglior regista e miglior film? L’11 maggio avremo una risposta.
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