Calcio

La resa dei conti in Premier League: il City per il record, l’Arsenal per colmare un lungo vuoto

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Mancano solamente due giornate al termine ma non sappiamo ancora chi, tra Arsenal e Manchester City, riuscirà a trionfare in Premier League. Una lotta al titolo che va avanti da mesi e che prima vedeva protagoniste, oltre alle due già citate, anche il Liverpool di Jürgen Klopp che però ha rallentato nell’ultimo mese. Ad oggi, quindi, se la contendono Mikel Arteta e Pep Guardiola, i quali si conoscono benissimo. Il basco è stato il vice di Guardiola dal 2016 al 2019 proprio al City, fino a quando non ha accettato l’incarico dei Gunners, squadra per la quale Arteta ha giocato per cinque anni. Una storia nella storia visto che già lo scorso anno abbiamo avuto un assaggio di questo duello, vinto dai Citizens, che poco più tardi portarono a casa uno storico treble, riuscito solo ai cugini dello United nella storia del calcio inglese. Ci aspettano gare ad altissimo livello in Premier nelle prossime settimane, nelle quali basta poco per entrare ufficialmente nella storia. La resa dei conti è più vicina che mai e siamo pronti a gustarne i frutti.

Il precedente

Lo scorso anno, per buona parte di stagione, l’Arsenal ha comandato la classifica sino alla trentatreesima giornata, quando il City vinse 4-1 lo scontro diretto trovando una vetta quasi impossibile fino a qualche settimana prima. La statistica interessante riguarda proprio i Gunners, la squadra che più a lungo è rimasta prima in classifica senza vincere il campionato. Una delusione immensa per i ragazzi di Arteta, i quali assaporavano già un titolo che sarebbe stato storico. L’Arsenal era davvero ad un passo dal titolo e gara dopo gara sembrava essere pronta a candidarsi campione. Nella curva finale, la squadra del nord di Londra, ha mollato la presa perdendo punti importanti per strada. Nel frattempo il Manchester City non sbagliava un colpo e alla fine trionfò proprio grazie a questa cavalcata incredibile, strappando di mano lo scettro ad Arteta e accomodandosi sul trono d’Inghilterra per la nona volta nella sua storia e per la terza consecutiva. La stessa cosa sta accadendo quest’anno, ma solo il tempo ci dirà chi avrà la meglio.

Un campionato al cardiopalma

La storia di questo campionato non sempre è stata coerente: prima il City, poi l’Arsenal e dopo ancora il Liverpool, insomma la vetta della classifica se la sono contesa vivacemente nella prima parte di campionato. Il City, tra novembre e dicembre, è entrato in una fase confusionaria nella quale è andato incontro a qualche pareggio di troppo (vedi il pirotecnico 4-4 con il Chelsea o il 2-2 con il Palace) e anche qualche sconfitta. Il Liverpool, in quel periodo, ha preso le redini dando l’impressione di essere sempre sul pezzo. Importantissime le pazze vittorie contro Fulham e Crystal Palace. La squadra di Klopp ha faticato, invece, maggiormente negli scontri diretti. Quest’anno, infatti, contro le “big five” (City, Arsenal, United, Chelsea e Tottenham) il Liverpool si inceppa: due vittorie, sei pareggi e due sconfitte. Un limite che ha pagato successivamente e del quale parleremo tra poco. Per quanto riguarda l’Arsenal, inizialmente non aveva lo stesso ritmo che ha dimostrato negli ultimi mesi. La squadra di Arteta è stata per buona parte del campionato tra il terzo e il quarto posto per poi acciuffare il primato intorno alla ventisettesima giornata. La forza dei Gunners sono stati gli scontri diretti, quasi tutti portati a casa.

ll terzo (in)comodo

Fino a qualche settimana fa, a contendersi questo fantomatico titolo vi era anche il Liverpool di Jurgen Klopp. Il tecnico tedesco lo scorso gennaio ha annunciato che a fine stagione lascerà i Reds. Arrivato nell’ottobre del 2015, Klopp è riuscito a dare un’identità ad un Liverpool reduce da annate altalenanti. In nove anni ha completamente rivoluzionato la mentalità dell’ambiente, rendendo la squadra di Anfield una vera e propria macchina da guerra. Soprattutto nel 2019, quando era sicuramente la squadra più forte del globo. Non perdeva mai in casa, faceva paura a tutti, riuscendo nell’impresa di portare a casa la Champions nella finale contro il Tottenham. L’apice dell’era Klopp è arrivato nella stagione 2019-20, nella quale i Reds stravinsero la Premier che mancava da ben 30 anni. Avrebbe potuto vincerne di più, se solo Guardiola non si fosse messo in mezzo, talvolta trionfando di un solo punto. Tornando a quest’anno, in molti pensavano che nell’ultima stagione del tedesco sulla panchina dei Reds si poteva vincere tutto, cominciando dalla EFL Cup (Coppa di Lega) fino all’Europa League. Malauguratamente, il mese di aprile è stato a dir poco tremendo: in otto gare, tra campionato ed Europa, ha perso il ritmo rispetto alle altre due con le quali lottava per il primato e uscendo incredibilmente dalla seconda competizione europea a discapito dell’Atalanta, perdendo addirittura 0-3 ad Anfield. Peggio di così non poteva andare. 

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I protagonisti

Oltre ai due tecnici, ovviamente dobbiamo parlare soprattutto di chi va in campo. Entrambe le fazioni hanno a disposizione delle rose niente male che, ormai, conosciamo quasi a memoria. Per il City tutti si aspettavano i gol di Erling Haaland, che però non ha i numeri della scorsa stagione. Per carità, è a quota 25 gol ma in Inghilterra si erano abituati ai 36 dello scorso campionato. L’uomo simbolo che ha trascinato i Citizens, non solo in termini di reti e assist, ma anche di giocate e carisma, è sicuramente Phil Foden. Nato e cresciuto sognando il City, è senza ombra di dubbio il giocatore più in voga della squadra di Guardiola. Come non citare i vari Rodri, con lui in campo il Manchester City non perde mai, Kevin De Bruyne, il quale seppur assente per la maggior parte della stagione a causa di un infortunio resta sempre KDB, Bernardo Silva, Joško Gvardiol, Jérémy Doku e Julian Alvarez. Stesso discorso per i Gunners, dove ormai sappiamo l’organico a mo’ di Padre Nostro. Benissimo Bukayo Saka, sempre più uomo chiave della squadra, Martin Odegaard riscoperto da Arteta e perfetto nelle geometrie e meccanismi del gioco del basco soprattutto per la classe che mostra il trequartista tedesco, Declan Rice mister 100 milioni che ha dato equilibrio a centrocampo, ma anche la rinascita di Kai Havertz, le chiusure e i gol decisivi di Ben White, le giocate di Leandro Trossard.

Il duello finale

All’appello mancano due turni e la classifica vede l’Arsenal al primo posto ad 83 punti, ad inseguire il City ad 82 ma con una gara da recuperare (contro il Tottenham che non se la sta passando benissimo). Sulla carta, i citizens sono ovviamente i favoriti soprattutto con il match da recuperare a proprio favore e l’uscita ai quarti di Champions contro il Real Madrid, che consente a Guardiola di concentrarsi esclusivamente sulla quarta Premier di fila che, tradotto, significherebbe dominio puro nel territorio inglese. Un record nel campionato d’oltremanica, dato che mai nessuno nella storia è riuscito a portare a casa quattro titoli di fila. In caso di sconfitta anche in campionato, la stagione del City sarebbe alquanto deludente in termini di trofei, passando dal triplete dello scorso anno, alla sola FA Cup (da giocare contro lo United per il secondo anno consecutivo). Alla ricerca dell’impresa ci sono i vari Saka, Odegaard, Havertz e compagni che hanno un sogno: riportare il campionato nel nord di Londra dopo vent’anni dall’ultima volta. Tanti sono i rimpianti per quello 0-2 all’Emirates contro l’Aston Villa. Il destino non è tutto nelle loro mani ma l’importante è conquistare i tre punti contro Manchester United ed Everton

Michele Del Fine

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