Ciclismo

La prima tappa al Giro non si scorda mai

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La mancanza del Giro d’Italia in questo mese di Maggio così vuoto di sport si fa sentire. Noi abbiamo provato a rievocare le emozioni Rosa attraverso due personali ricordi della Sesta Tappa del Giro 2019. Per i due autori di questo pezzo quella fu proprio la prima tappa dal vivo. Uno si trovava alla partenza, Cassino, e l’altro a San Giovanni Rotondo, l’arrivo.

 

16 Maggio 2019. 16 Maggio 2020. Ieri è passato esattamente un anno, ma quelle emozioni sono rimaste intatte. Perché non provare e ripercorrerle a 360 giorni di distanza? Chiudo gli occhi, penna in mano e parte il viaggio.

Sveglia ore 7:00. Ricca colazione e si parte subito verso la stazione per prendere il treno diretto a Cassino, circa un’ora di viaggio da Frosinone. Aspetto questo giorno fin da quando fu presentato il percorso ufficiale ed ora finalmente riesco a toccare con mano il Giro d’Italia. Mentre con trepidazione attendo in fila il mio turno per acquistare il biglietto, a pochi kilometri di distanza, in un’aula di scuola viene pronunciato il mio cognome per l’appello con seguente silenzio. Poco dopo una voce sorpresa esclama: “Come mai D’Onorio è assente? Che strano, non manca quasi mai…”. Per una giornata la scuola può farsi da parte, in cuor mio il Giro è un motivo così valido quasi tanto da poter essere inserito come causa dell’assenza nel libretto delle giustificazioni!

Un veloce salto in edicola, Gazza in mano e si sale a bordo. Man mano che mi avvicino a destinazione comincio a riconoscere “i miei simili”. Ovvero la vera carovana del Giro, il popolo, che di stazione in stazione sale sul treno. Si vede dagli occhi che anche per loro oggi è una giornata speciale.

Giunto a Cassino, subito di fronte alla stazione si estende un lungo viale. E’ la Cassino nuova, nata dalle spoglie di quella vecchia (distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale) e dai suoi “fantasmi”, intervistati da Dino Buzzati nelle sue cronache inviate al Corriere della Sera durante il Giro 1949 (era la sesta tappa, Roma-Napoli con passaggio a Cassino). Il viale è riempito dagli imponenti bus e dalle ammiraglie dai colori sgargianti, con le rispettive luccicanti bici posizionate sui tettucci. Solo quell’armonia di colori provoca una sensazione di stupore, gioia. Quella gioia che il Giro trascina con sé per l’Italia durante il mese di Maggio. Facendomi strada tra la folla mi avvicino sempre di più alla piazza dove ha luogo la presentazione e il rito del foglio firma. L’atmosfera di festa è coinvolgente. Mi sembra di tornare bambino e rivivere quelle sensazioni provate quando mi recavo nel reparto giocattoli.

Elia Viviani sfoglia la Gazzetta dello Sport prima della partenza.

Tra la passerella e il palco del foglio firma, tra il viale con i bus, i numerosi stand e la partenza ho avuto modo di incrociare tutti quei corridori ammirati prima solamente in tv. Incontri fortuiti, pochi secondi che conservo con cura nella mia memoria, compreso quel veloce scatto fotografico, rivelatosi poi profetico, a Fausto Masnada che mi affianca alto sui pedali (Masnada vinse quelle tappa).

Fausto Masnada si reca al foglio firma prima della partenza.

Una volta che il gruppo è partito tocca smaltire la sbornia di gioia per lasciar posto ad un filo di nostalgia. Attendo scendere, dallo studio mobile della Rai, Beppe Conti, una delle maggiori firme italiane del ciclismo, per fargli i complimenti e scambiare qualche battuta con lui. La mattinata è conclusa ed è ora di godersi la tappa in tv, consapevole che quella giornata con le sue rispettive emozioni fanno ormai parte di me e sarà un piacere riassaporarle quando improvvisamente torneranno a galla. La prima tappa al Giro non si scorda mai.

Il viaggio è finito, riapro gli occhi e lascio la penna riposare sul foglio. Nuovi viaggi la aspettano.

A cura di Marco D’Onorio

 

Per un amante dello sport assistere ad un grande evento è tutto. Per chi, come me, abita in provincia ancora di più. La bellezza del Giro d’Italia è proprio questa. Il lungo filo rosa di questa corsa ciclistica porta il grande sport in luoghi non comuni. E con il grande evento non arriva solo una grande competizione, ma anche tutto ciò che c’è intorno. L’immagine della grande croce della Chiesa di San Pio illuminata di rosa a fianco a tanti altri monumenti italiani mi ha reso ancora più orgoglioso di essere di San Giovanni Rotondo. La mia città (sede di uno dei più grandi santuari mondiali e visitata da pellegrini provenienti da tutto il globo) era già stata toccata dal Giro ma solo come luogo di passaggio. Stavolta da noi c’era l’arrivo e sapevo sarebbe stato tutto molto diverso.

Il pomeriggio del 16 maggio è lungo ma intenso. L’attesa sulla linea del traguardo non è affatto noiosa. L’arrivo della carovana degli sponsor che portavano con loro musica, esibizioni e gadget. L’intrattenimento degli speaker di Radio 2 che allietavano l’attesa. Perché affianco ad un grande evento popolare come questo l’entertainment è fondamentale per creare l’atmosfera. Per sentirsi in una grande festa. Poche volte come quel giorno, però, la corsa è stata così protagonista. La lotta tutta azzurra sul rettilineo finale porta Fausto Masnada a prevalere su Conti. Quest’ultimo conquista la maglia rosa per una doppietta azzurra come non si vedeva da tempo.

E poi l’apoteosi. La stanchezza allietata dalla gioia dei due italiani. La festosa premiazione contornata da decine di coriandoli rosa. Vedere scene che ero abituato a guardare su uno schermo fa un certo effetto. Così come essere vicino al palco del Processo alla Tappa di Rai Sport, agli inviati di Eurosport con il loro inconfondibile microfono blu. Riesco a scorgere anche un giornalista più appartato che si prepara al collegamento ripassando gli ultimi appunti su un foglio poggiato sopra un banchetto in plexiglass. E una inconfondibile scritta rossa. Era la ESPN. E poi c’erano gli stand degli sponsor e il palco di Radio 2 che animava una giornata ormai al tramonto. Ma le emozioni provate in quel pomeriggio, dopo 365 giorni, non sono ancora scomparse. Sono rimaste indelebili nella mia mente e difficilmente potrò dimenticarle.

A cura di Alessio Crisetti

La Redazione
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