Il GP di Le Mans segnerà in modo indelebile la storia del motociclismo, sarà infatti l’edizione numero 1000 di una gara del motomondiale. Una storia che si lega senza dubbio con l’Italia e allo storico circuito francese, che tra l’altro porta il nome del nostro Ettore Bugatti, noto soprattutto per il suo successo automobilistico. In tema motociclistico, un mondo che si connette a noi tramite la notorietà e il carisma di un personaggio come Valentino Rossi. La storia recente della MotoGP, così come la prima parte della carriera in classe regina del pilota italiano, si intreccia con la Honda, la nota casa costruttrice giapponese.
La casa nipponica, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, è la casa motoristica più vincente di sempre. La sua nascita la si deve a Sochiro Honda, il quale dopo la dedizione alla realizzazione di auto, fondò nell’ottobre del 1946 l’Honda Technical Research Institute, che in seguito, diventerà l’attuale Honda Motor Company. Il termine della Seconda Guerra Mondiale ebbe come conseguenza una crisi di combustibili, che lo portò all’applicazione di un motore su una bicicletta. Proprio la sua inventiva, ha condotto la fabbrica giapponese a divenire l’azienda motociclistica numero 1 al mondo.
Successivamente, nei primi anni degli anni 50, nacque il reparto corse, la HRC, la “Honda Racing Corporation”,il quale divenne autonomo nel 1982. Per le competizioni, invece, bisognò attendere il 1959, anno nel quale si schierò per la prima volta sulla linea di partenza del Tourist Trophy, la pericolosissima corsa su strada che si svolge tuttora sull’isola di Man. Proprio nell’isola ottenne il primo successo, nel 1961, che gli diede la spinta definitiva per spostare le proprie risorse nelle competizioni. Sempre all’interno degli anni 60, debuttò nel mondiale, riuscendo ad ottenere i titoli iridati in tutte le classi.
Tornando al reparto corse, è presente nel motomondiale dai primi anni 90, dove si è contraddistinto subito per i suoi successi nelle varie classi, con tra l’altro anche piloti italiani, come Max Biaggi e Luca Cadalora. Inizialmente, il team ufficiale nacque sotto la denominazione di “Rothmans Honda”, divenuto poi in seguito “Repsol Honda”. La partnership con il colosso petrolifero spagnolo, come possiamo vedere dalla loro carenatura, sarebbe rimasta col passare delle stagioni.
I piloti e le moto storiche sono di un numero assolutamente considerevole, complice i molteplici successi della Honda, specialmente nei periodi relativi a Mick Doohan, Valentino Rossi e l’ultimo con Marc Marquez, piloti che con la casa nipponica hanno scritto alcune tra le più significative pagine della storia della MotoGP in generale.
Mick Doohan è stato tra questi il primo in ordine cronologico. Con la NSR500, l’australiano riuscì nell’impresa di vincere ben 5 titoli mondiali consecutivi nella classe 500. Un rapporto che terminò solo in seguito a quel maledetto incidente sul circuito di Jerez del 1999, che causò la nuova rottura della gamba dell’australiano e il suo ritiro. Insieme realizzarono il record di 12 vittorie consecutive in una singola stagione, su sole 15 tappe, poi battuto proprio da Marc Marquez nel 2014. Il prototipo è quello più vincente della storia del motomondiale, con 133 vittorie, 10 titoli piloti e 11 costruttori. Inoltre, detiene il record di vittorie per uno specifico modello in una singola stagione, ottenuto nel 1997, con 15 vittorie su 15 appuntamenti mondiali.
L’ultimo pilota a vincere sulla storica NSR500 della HRC è stato Valentino Rossi. Il pilota italiano passò al team Repsol Honda nel 2002. Anno che vide il debutto della MotoGP come categoria e il passaggio delle moto da 2 a 4 tempi. Dopo aver vinto il titolo sulla 500, il pilota italiano si mostrò riluttante a montare sulla nuova RC211V, che gli fu imposta dalla casa madre. Infatti, il vecchio modello 2 tempi verrà utilizzato dai team satellite. Nonostante le polemiche iniziali, nei due anni insieme, il nuovo prototipo e il pilota italiano dominarono la scena mondiale incontrastati, prima del divorzio del 2003.
Prima di passare a Marc Marquez, è giusto fare una piccola parentesi all’impegno della HRC nelle classi minori, come la 125 e la 250. Le due categorie sono scomparse per far spazio alle attuali Moto3 e la Moto2. Nella storia della Honda, anche recente, ricopre un ruolo importante Dani Pedrosa. Camomillo riuscì a vincere consecutivamente tre mondiali, uno nella classe cadetta e due nella classe intermedia, prima di passare con la stessa casa in MotoGP. Lo accolse il team Repsol, col quale rimarrà legato fino al suo ritiro nel 2018. La RS 125R e la RS 250R sono i modelli che furono portati al successo dal minuto pilota spagnolo. Essi rappresentano un’importante fetta della storia del motomondiale, con ben 25 titoli costruttori conquistati.
La storia recente della MotoGP e del Team Honda Repsol si intrecciano nella figura di Marc Marquez e la sua RC213V. La scena mondiale viene presa dal pilota di Cervera dal 2013, anno di debutto nella classe regina, e tuttora, mai lasciata, al netto delle difficoltà odierne. Una storia recente che vede Marc e la sua Honda vincere a ripetizione. Il 93 vede accrescere sempre di più il proprio palmares, mentre la casa giapponese si pone come riferimento dello sviluppo in MotoGP. Il connubio registra record su record fino alla caduta sul circuito di Jerez del 2020. Così come fu per Mick Doohan, la pista spagnola segnerà la fine del dominio dell’Honda e del proprio pilota nel motomondiale. L’infortunio del GP di Jerez del 2020 causerà la perdita del ruolo di dominatori di entrambi.
La storia della Honda in MotoGP è stata ricca di successi, piloti di talento e innovazioni nel settore, che la collocano nell’olimpo del motociclismo. 72 titoli mondiali costruttori, 62 piloti e ben 815 gran premi vinti, senza dubbio il marchio più rappresentativo del motomondiale. L’incidente di Marc Marquez e le difficoltà degli ultimi anni causate dal suo infortunio possono oscurare il suo presente, ma non potranno certamente nascondere la sua storia, che è anche quella MotoGP stessa.
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