9 partite giocate nell’intera stagione 2017/18. Un periodo di riabilitazione lunghissimo, le frizioni con lo staff degli Spurs, la decisione di lavorare con il suo team privato, la richiesta aperta alla dirigenza di lasciare la franchigia texana. Anche se non è stato direttamente il campo a farlo, si è parlato molto di Kawhi Leonard nell’annata passata, e non poteva essere altrimenti, viste le vicende che lo hanno visto protagonista durante la sua assenza forzata dal parquet.
Goodbye, San Antonio
Se vogliamo essere sinceri, il suo comportamento nei confronti degli Spurs negli ultimi mesi di convivenza è stato tutto fuorchè idilliaco; considerando che sono stati coloro che lo hanno forgiato cestisticamente permettendogli di spiccare il volo tra i grandi, un minimo di riconoscenza in più non sarebbe guastata.
Tuttavia, in estate il suo desiderio è stata esaudito: San Antonio lo ha coinvolto in una trade che lo ha portato in Canada, terra dei Toronto Raptors, assieme a Danny Green. In realtà, le voci che circolavano subito dopo l’annuncio dello scambio lasciavano presagire come Leonard non avesse particolarmente apprezzato la destinazione; essendo all’ultimo anno di contratto, più di qualcuno teneva in conto la possibilità di prendersi un “anno sabbatico”in attesa della Free Agency 2019, momento in cui avrebbe potuto firmare il suo nuovo contratto al massimo salariale con la squadra a lui più congeniale.
More Than A Game
Ma ciò, chiaramente, era solo una misera supposizione. La prima cosa che bisogna considerare quando si parla di un cestista professionista, è la sua voglia smisurata di giocare a pallacanestro. Soldi, ambiente, compagni e sistema di gioco, sono tutti elementi importanti ma secondari al primo citato; è quasi impossibile che un giocatore preferisca restare fuori volontariamente: la passione per il gioco è così grande che non puoi stare lontano a lungo da lei, è una calamita da cui non ti puoi staccare. Se aggiungiamo poi che il soggetto in questione già l’anno prima aveva dovuto godersi l’NBA perlopiù dalla televisione, allora si comprende come l’unica scelta possibile sia quella di giocare, e poi solo in seconda battuta al suo futuro nella Lega.
Quindi è il momento di guardare soltanto al presente, ossia a Kawhi Leonard con la maglia dei Toronto Raptors, ed è un bel guardare. Dopo un periodo così lontano dalla vera competizione, era difficile auspicarsi dal numero 2 un ritorno migliore di quello a cui siamo stati testimoni fino ad adesso. Dopo 9 partite disputate, il record dei Raptors dice 8 vittorie e 1 sconfitta, quest’ultima patita contro i Milwaukee Bucks, gara in cui Kawhi, in accordo con lo staff, ha riposato.
Gettando uno sguardo alle statistiche, queste ci dicono: 27.3 punti, 7.8 rimbalzi, 3.2 assists e 2.0 recuperi. Strabilianti direte voi, soprattutto se ci aggiungete il 50% dal campo, il 44% da 3 e il 91% ai liberi. Scavando più nel dettaglio, scopriamo che il suo Net Rating è di +17.4, e il suo Plus/Minus medio è di +12.5; in poche parole con lui in campo i Raptors sono totalmente un’altra squadra.
È importante sottolineare come in quest’avvio di stagione Toronto abbia già affrontato e sconfitto nettamente le due principali antagoniste allo scettro della Eastern Conference, ossia i Boston Celtics e i Philadelphia 76ers.
Il commento più indicativo che poteva arrivarci sullo stato di forma effettivo dell’ex-Spurs, ce lo ha regalato la stella 76ers Ben Simmons ( marcato da Kawhi per lunga parte del match ), nel post-partita della sfida persa contro la squadra di Coach Nurse:
“È una forza della natura. Ha mani enormi e braccia lunghe. È un grande difensore”.
È presto, prestissimo per dare un giudizio attendibile sul giocatore di cui abbiamo parlato, ma una cosa è certa: sono passati 17 mesi da quel 15 maggio 2017, data che, con l’infortunio subito per uno scontro con Zaza Pachulia in Gara 1 delle Finals della Western Conference, segnò ufficialmente l’inizio del calvario di Leonard, ma dopo averlo visto giocare in questo inizio di stagione, sembra che non sia mai successo niente.
Just Focus on the present
Kawhi ha aperto l’annata con prestazioni che ricordano moltissimo la versione vista in maglia Spurs, quella candidata al titolo di Most Valuable Player of the Year. Naturalmente le nostre possono essere solo delle impressioni per adesso, ma è già una base di partenza più che incoraggiante, sia per i tifosi Raptors che per tutti i tifosi di pallacanestro, perchè un Leonard in più fa sempre bene al mondo della palla a spicchi.
Alla Free Agency 2019 ci si penserà a bocce ferme; per il momento non resta che goderci lo spettacolo offerto da uno dei giocatori più completi, concreti ed efficienti che ci siano all’interno della National Basketball Association.
Kawhi, it’s time to shine again!
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