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Jon Jones, il più forte di sempre?

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Jon “Bones” Jones, nato nel 1987 a Rochester, New York, è considerato uno dei più grandi talenti nella storia delle arti marziali miste. In pochi anni è diventato una leggenda dell’Ultimate Fighting Championship. Forte di uno stile di combattimento innovativo, una strategia brillante e una determinazione che lo ha portato a raggiungere risultati eccezionali. Tuttavia, il percorso verso la gloria di Jones è stato costellato di ostacoli e controversie personali. Sono molti gli scandali e le battute d’arresto che hanno spesso oscurato i suoi trionfi sportivi. Ora, alla vigilia dell’incontro con Stipe Miocic a UFC 309, Jones si prepara per una sfida che potrebbe rappresentare il capitolo conclusivo di una carriera tanto brillante quanto controversa.

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L’ascesa di un campione: dalle prime vittorie al record di giovane campione

Jones ha iniziato la sua carriera professionale nelle MMA nel 2008. L’inizio è già di successo, con una serie impressionante di vittorie che gli hanno garantito fin da subito l’attenzione dei dirigenti UFC. In pochi mesi, accumula sei vittorie consecutive, arrivando nella “promotion” di Dana White. Dimostrando uno stile unico e creativo. Sin dai primi incontri, Jones mette in mostra una serie di abilità che sembrano andare oltre i limiti dello sport. Combina colpi creativi con un’ottima capacità di controllo delle distanze e una strategia che fa affidamento tanto sulla forza fisica quanto sull’intelligenza tattica.

Nel 2011 arriva la sua consacrazione. Dopo solo tre anni nel circuito, sconfigge Maurício “Shogun” Rua, aggiudicandosi il titolo dei pesi massimi leggeri UFC. Diventa così il più giovane campione nella storia dell’organizzazione, a soli 23 anni. Questa vittoria è solo l’inizio di una lunga serie di trionfi. Jones si impone come il campione dominante della categoria, difendendo il titolo per ben otto volte consecutive. Cadono sotto i suoi colpi leggende delle MMA come Quinton “Rampage” Jackson, Lyoto Machida, Rashad Evans e Vitor Belfort.

Con il suo approccio multidimensionale, Jones sfrutta l’allungo superiore rispetto ai suoi avversari per controllare la distanza e colpire con precisione. In pochi anni, diventa famoso per l’utilizzo di calci obliqui, pugni girati e colpi di gomito. Questi, uniti alla sua abilità nel grappling e nel wrestling, lo rendono un combattente praticamente completo. I critici iniziano a parlare di lui come di uno dei migliori “pound-for-pound” nella storia delle MMA.

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Un talento dall’ombra oscura

Nonostante i successi nell’ottagono, la carriera di Jon Jones è stata ripetutamente minata da controversie personali e da comportamenti discutibili. Queste vicende hanno messo a dura prova il suo rapporto con i fan e con l’organizzazione UFC stessa. Le prime ombre iniziano a comparire nel 2015. “Bones” viene infatti coinvolto in un grave incidente automobilistico con fuga in cui rimane ferita una donna incinta. Questo episodio segna la prima delle molte sospensioni che costelleranno la carriera del “fighter”, e gli costa la perdita del titolo.

In seguito ad una pausa dai combattimenti e un tentativo di redenzione, Jones ritorna in UFC, ma le controversie non tardano a ripresentarsi. Nel 2016 viene trovato positivo alla cocaina poco prima di un incontro di grande rilievo, suscitando polemiche e dibattiti sulla sua integrità come atleta. L’americano si difende pubblicamente, affermando di non essere dipendente dalla sostanza e di aver commesso un “errore stupido”, ma la fiducia dei fan inizia a vacillare.

Negli anni successivi, Jones continua a dominare nell’ottagono, ma il suo cammino è ostacolato da una serie di sospensioni dovute a test antidoping positivi. Viene accusato di aver assunto sostanze vietate come steroidi e metaboliti anabolizzanti. In alcuni casi riesce a dimostrare che si trattava di contaminazioni involontarie, tuttavia le squalifiche si susseguono. Gli scandali legati al doping mettono in dubbio la legittimità dei suoi trionfi. L’opinione pubblica si divide tra coloro che lo difendono come vittima delle circostanze e tra chi lo vede come un imbroglione pronto a tutto per vincere.

Le controversie, tuttavia, non si fermano solo al doping. Jones viene coinvolto in numerosi episodi legali, tra cui diverse accuse di guida in stato d’ebbrezza e violenza domestica. L’atleta si ritrova quindi spesso in una spirale che per alcuni addetti ai lavori è autodistruttiva. La sua reputazione e la sua carriera messe costantemente in discussione. Ogni volta, riesce però a rientrare in UFC con vigore, riprendendosi la sua carriera e i titoli. Le sue vicende personali creano però una frattura irreparabile nella sua immagine pubblica.

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La rivalità con Daniel Cormier

Uno dei capitoli più celebri della carriera di Jon Jones è la rivalità con Daniel Cormier. Le loro divergenze hanno segnato un’epoca nelle MMA e catturato l’attenzione di milioni di fan. Dall’inizio, la tensione tra Jones e Cormier ha superato l’ambito sportivo, diventando una sfida di personalità e di stili di vita profondamente diversi. Sin dal primo incontro nel 2015, Jones e Cormier si sono affrontati non solo con pugni e calci, ma anche con parole taglienti e critiche reciproche. Tutto iniziò quando Jones, durante una conferenza stampa, affermò di poter “dominare” Cormier. Una dichiarazione che provocò la reazione il nativo di Lafayette, noto per il suo orgoglio e la disciplina incrollabile. I due si scambiarono insulti e provocarono polemiche, arrivando persino alle mani in un evento promozionale. Una rissa che ha creato scalpore tra i fan e i media, accrescendo l’interesse per il loro imminente incontro.

Quando finalmente si trovarono faccia a faccia nell’ottagono di UFC 182, Jones vinse per decisione unanime. Il trionfo consolidò il suo dominio e pose la prima pietra di una delle rivalità più intense di sempre. Tuttavia, la sconfitta non bastò a placare la sete di rivincita di Cormier. Il fighter bi-campione del mondo, non smise mai di mettere in dubbio la legittimità della vittoria di Jones. Fece ciò ricordando ai fan le controversie personali e i problemi legali di “Bones”. Le polemiche crebbero con il secondo incontro, nel 2017, quando Jones riuscì a mettere KO il rivale con un potente calcio alla testa. Per Jones, quella vittoria rappresentava una prova definitiva della sua superiorità, ma l’entusiasmo si spense velocemente. Pochi giorni dopo, la vittoria fu annullata a causa della positività di Jones a un test antidoping. Il test mostrò tracce di sostanze vietate nel suo organismo.

L’annullamento della vittoria alimentò i sospetti e le accuse di Cormier, che da sempre descriveva l’acerrimo nemico come una figura ambigua, incapace di seguire le regole. Cormier, considerato un modello di disciplina e integrità, non perse occasione per sottolineare che la carriera di Jones era costellata di scandali, facendo emergere una rivalità non solo sportiva, ma anche morale. L’intera vicenda segnò profondamente entrambi: per Cormier, il mancato riconoscimento di una vittoria pulita contro Jones rimase un rimpianto. Per quest’ultimo, la rivalità con fu un promemoria costante delle sue lotte personali fuori dall’ottagono.

Questa sfida, definita da molti come una delle più iconiche nella storia delle MMA, non solo polarizzò i fan, ma portò anche entrambi i combattenti a nuovi livelli di intensità e abilità. Nonostante il tempo passato e i successivi incontri di entrambi, la rivalità tra Jones e Cormier rimane un punto focale della loro eredità nel mondo delle arti marziali miste, un duello che ha scolpito le carriere di due campioni e che continua a far discutere, anni dopo il loro ultimo scontro.

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La rinascita e il trionfo nei Pesi massimi

Dopo anni di controversie, sospensioni e un rapporto conflittuale con l’UFC, Jones sembra ritrovare nuova energia. Arriva la decisone di cambiare radicalmente la propria carriera, spostandosi nella categoria dei pesi massimi. È una sfida che in molti considerano estremamente rischiosa: a 35 anni, dopo anni di assenza dall’ottagono e con numerose vicende legali sulle spalle, “Bones” si prepara a combattere contro atleti più grandi e potenti di quelli affrontati nei pesi massimi leggeri.

Il ritorno è straordinario. Nel 2023, a UFC 285, Jones conquista il titolo dei pesi massimi con una vittoria per sottomissione su Ciryl Gane, dimostrando di essere ancora uno dei migliori al mondo. Il successo nei pesi massimi rappresenta il coronamento di una carriera straordinaria e mette a tacere, almeno momentaneamente, i dubbi sul suo stato di forma e sulla sua capacità di competere ai livelli più alti.

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La sfida finale: Jon Jones contro Stipe Miocic a UFC 309

Il prossimo incontro di Jones si svolgerà il 16 novembre 2024, al Madison Square Garden di New York, dove affronterà Stipe Miocic in uno dei match più attesi dell’anno. Per molti, questa sfida rappresenta non solo un’opportunità per difendere il titolo, ma anche una possibilità per Jon Jones di chiudere la sua carriera in grande stile, lasciando alle spalle una scia di successi e controversie.

Stipe Miocic, considerato uno dei migliori pesi massimi nella storia delle MMA, è noto per la sua capacità di resistere e di adattarsi, qualità che gli hanno permesso di battere campioni di altissimo livello. Non combatte da tre anni, ma la possibilità di affrontare un avversario come Jones e di riconquistare il titolo lo spinge a rientrare nell’ottagono. Miocic rappresenta una sfida unica, il newyorkese dovrà confrontarsi con un combattente esperto, resiliente e tecnicamente preparato.

Per Jones, una vittoria contro il combattente di origini croate, sarebbe il culmine di una carriera già leggendaria. Dopo aver attraversato una serie di scandali, sospensioni e cadute, Jones sembra determinato a dimostrare di essere ancora il numero uno e a lasciare un’eredità indelebile nel mondo delle MMA. Se riuscirà a sconfiggere Miocic, potrebbe consolidare il suo posto tra i più grandi di sempre e, forse, concludere la sua carriera con un ritiro da campione.

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L’impronta di un eroe controverso

La carriera di Jon Jones è stata tanto brillante quanto complessa, fatta di incredibili successi nell’ottagono e gravi problemi fuori dal ring. Ha dominato per oltre un decennio, sfidando e sconfiggendo avversari di altissimo livello, e il suo talento è stato riconosciuto come uno dei più straordinari nella storia delle MMA. Tuttavia, la sua vita privata e le sue continue controversie hanno spesso messo in discussione la sua integrità e il suo ruolo di esempio per i fan.

Jones rimane una figura polarizzante: per alcuni è il migliore di sempre, un atleta unico nel suo genere, mentre per altri è un simbolo della complessità della celebrità, un talento che ha spesso ceduto ai propri demoni. La sfida con Stipe Miocic rappresenta non solo un’opportunità di chiudere la carriera con un trionfo, ma anche una possibilità di redenzione e di riconciliazione con i fan che lo hanno sostenuto.

Marcello Mazzucchi

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